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Un legame antico e sempre attuale con la Santa Madre Chiesa Romana 03 Dic 2024

800 anni dalla Bolla “Quia Populares” di Onorio III

Francesco d’Assisi con sincerità e fermezza ha voluto sempre sottoporre la sua vocazione e il suo Ordine all’obbedienza della “Santa Chiesa Romana”, mentre era ancora in vita, ha dovuto per questo tenere contatti frequenti con la Sede Apostolica. Questo legame si è ancora di più intensificato con i suoi successori alla guida dell’Ordine dei Frati Minori, quando divenuto ormai una moltitudine e diffuso in ogni parte del mondo, si trovò stretto tra difficoltà senza numero, sia a motivo del suo genere di vita che coniugava povertà e presenza attiva nel mondo, sia per i molteplici rapporti d’apostolato con le Chiese locali e con gli altri Ordini religiosi.

Esattamente 800 anni fa il 3 Dicembre del 1224, papa Onorio III, che aveva già approvato l’anno precedente la Regola Bollata dell’Ordine con la “Solet annuere”, emanò l’anno successivo una Bolla pontificia che rappresentò una svolta decisiva per l’autonomia dei frati nella celebrazione della Santa Messa nei propri oratori. Essendo i frati minori di fatto missionari itineranti, fu consentito loro la celebrazione eucaristica utilizzando altari mobili da portare con loro durante i viaggi missionari per l’intera Europa.

La “Quia populares” concede dunque ai frati “oratori” privati per la celebrazione della liturgia eucaristica e la possibilità di celebrare utilizzando altari mobili.

In occasione degli ottocento anni da questo prezioso documento, riteniamo di dover riportare il prezioso documento tradotto in lingua italiana corrente secondo la traduzione di Feliciano Olgiati presente nelle Fonti Francescane, Edizioni Messaggero Padova.

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Onorio vescovo, servo dei servi di Dio, ai diletti figli, i frati dell’Ordine dei minori, [invia] salute ed apostolica benedizione

Poiché, fuggendo lo strepito delle piazze come cosa che impedisce il vostro proposito di vita, voi cercate volentieri luoghi isolati per potervi dedicare più liberamente in santa quiete all’orazione; noi facciamo grande assegnamento sulla impetrazione molto necessaria delle vostre preghiere, poiché tanto più efficace deve essere la vostra intercessione presso Dio, quanto più, vivendo perfettamente, siete degni di grazia maggiore da parte di Lui.

Perciò, considerando che non si può negarvi una cosa per la quale non si deroga ai diritti di nessuno, mentre la vera religione chiede che dobbiamo concedervi anche ciò che è favore speciale, poiché non domandate una comodità temporale ma spirituale per la vostra devozione, dal momento che avete professato e anche abbracciato la povertà; noi, favorevoli alle vostre preghiere, con l’autorità del presente scritto vi concediamo il privilegio che nei vostri luoghi e oratori, possiate celebrare il sacrificio della messa e gli altri divini uffici con altare mobile, salvo sempre ogni diritto parrocchiale riservato alle chiese parrocchiali. A nessuno pertanto sia lecito violare questa pagina della nostra concessione e indulto o osare contrapporsi temerariamente ad esso.  

Data a Rieti, il 3 dicembre 1224, anno nono del nostro pontificato.



800 anni Angelo Salvia Assisi Frati Onorio III Roma

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