Il 18 dicembre, presso la Sala della Conciliazione di Assisi, si è svolta la Conferenza “Dialogo e Cooperazione per la Pace nelle Diversità” in occasione degli 80 anni dalla Fondazione della Società Italiana per la Organizzazione Internazionale (SIOI) e dei 25 anni dall’istituzione dell’Ufficio per il Sostegno alle Nazioni Unite del Comune di Assisi.
Riccardo Sessa, Presidente della SIOI ha dato il benvenuto alle personalità accademiche, religiose ed istituzionali convenute per riflettere sulla necessità del dialogo come unica via prioritaria per la pace e per celebrare questa importante realtà nata per promuovere la conoscenza dei problemi della politica in vista di un pacifico assetto della comunità internazionale e per la diffusione della conoscenza e della tutela dei diritti umani.
Numerosi gli interventi durante la mattinata: Stefania Proietti, Sindaco di Assisi e neopresidente della Regione Umbria ha aperto la conferenza, a cui erano presenti anche fr. Massimo Travascio, Custode della Comunità della Porziuncola, fr. Marco Moroni, Padre Custode del Sacro Convento San Francesco di Assisi, Giulio Cipollone Professore Emerito di Storia della Chiesa, Abd al-Ghafur Masotti, Consigliere e Responsabile per il dialogo interreligioso, Comunità Religiosa Islamica Italiana (COREIS).
In collegamento da Bologna, il cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza episcopale italiana ha voluto sottolineare l’importanza rivestita dalla Sioi, «perché – ha detto il cardinale – oggi più che mai abbiamo necessità della diplomazia e degli organismi internazionali e sopranazionali, strumenti privilegiati per risolvere i conflitti non con le armi, ma con il dialogo e con il diritto».
«La diplomazia – ha continuato Zuppi – è un filo rosso indispensabile che deve entrare in profondità nelle dinamiche della cultura, della storia, delle cause antiche dei conflitti».
Anche fr. Massimo Travascio ha ringraziato la Sioi e il Comune di Assisi che, con l’Ufficio ONU UNESCO, «rinnovano il proprio impegno nella promozione della cultura della pace».
«San Francesco – ha esordito fr. Massimo – aveva compreso col cuore che tutte le cose sono state create da un solo Creatore e si sentiva fratello del sole, dell’acqua, della luna e delle stelle, del vento, ma ancor più unito a quelli che erano della sua stessa carne. Ricordo l’apertura ormai imminente dell’Ottocentenario del Cantico delle Creature (1225-2025). Dappertutto seminò pace e camminò accanto ai poveri, agli abbandonati, ai malati, agli scartati, agli ultimi».
Nel suo discorso ha poi citato il recente discorso del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella rivolto ai rappresentanti delle istituzioni delle forze politiche e della società civile in occasione degli auguri: «Il Presidente ha ricordato che ci troviamo in un tempo animato da sentimenti contraddittori, perché da una parte c’è il bisogno di condividere la speranza per un futuro di serenità e di pace e dall’altra la profonda preoccupazione di un tempo caratterizzato da guerre e violenze: ma ancora una volta siamo qui ad Assisi, un luogo che ci ridice che non possiamo tornare indietro, non possiamo rassegnarci, la pace e la cooperazione sono sempre possibili. Assisi è un punto di riferimento concreto nella costruzione della cultura della pace e del dialogo perché questi luoghi “sono l’origine del movimento francescano che ha portato nel mondo un messaggio universale di pace e tolleranza”».
«Volere la pace, promuovere la pace, essere strumenti di pace – ha continuato il Custode della Porziuncola – San Francesco d’Assisi, a otto secoli di distanza, resta una profezia per tutta l’umanità. Nel pieno delle crociate si è recato disarmato, con in mano solo il Vangelo, tra i nemici dei cristiani dell’epoca e lo storico incontro tra San Francesco e il Sultano ha lasciato a tutti un messaggio estremamente attuale: ha rilanciato il valore della collaborazione, del rispetto e conoscenza reciproca, ispirando allo stesso tempo una tradizione sul dialogo che oggi diventa sempre più drammaticamente significativo. Come ci ha ricordato Papa Francesco, nell’Enciclica Fratelli Tutti, firmata proprio qui ad Assisi, «il futuro non è “monocromatico”, ma, se ne abbiamo il coraggio, è possibile guardarlo nella varietà e nella diversità degli apporti che ciascuno può dare. Quanto ha bisogno la nostra famiglia umana di imparare a vivere insieme in armonia e pace senza che dobbiamo essere tutti uguali!» (FT n. 100).
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