Continua il nostro cammino di questa IV domenica di Quaresima, caratterizzata dal tema della luce. Tre Riflessioni ci hanno accompagnato: nella prima, la luce del Cristo che ha raggiunto la vita di san Paolo, luce che rende ciechi e che illumina la vita nuova. Nella seconda, la Chiesa, come la luna, riceve la luce di Cristo e la irradia al mondo. Ancora, abbiamo visto la luce scritta nelle icone, come il tema della luce entra nell'arte. Oggi, infine, vediamo l'ultima tappa di questa settimana: Francesco d'Assisi, uomo illuminato dalla Grazia di Dio. Ci affidiamo e riportiamo la Riflessione di fra Simone Ceccobao.
Stava Francesco un giorno nella bottega, ove era solito vendere stoffe, tutto assorto in pensieri relativi a questi affari, quando comparve un povero a chiedere che gli fosse data l’elemosina per amore di Dio. Francesco, intento nel pensiero delle ricchezze, lo mandò via negandogli l’elemosina. Mentre il mendicante si allontanava, il giovane, illuminato dalla grazia divina, prese a rimproverarsi come reo di una grande villania, dicendo: “Se quel povero ti avesse chiesto un contributo in nome di qualche conte o grande barone, gli avresti dato quello che chiedeva. Quanto più avresti dovuto farlo, avendoti pregato in nome del Re dei re e del Signore dell’universo?”. E per questo motivo, propose in cuor suo che d’allora in poi a nessuno avrebbe rifiutato ciò che gli fosse richiesto in nome di un signore tanto grande. E richiamato il povero, gli fece larga elemosina. (FF1490)
Fratelli e sorelle, abbiamo ascoltato questo passo molto bello, tratto dai primordi dell’Ordine dei Frati Minori. Un’antica cronaca nella quale, entro la cornice teologica e di santità di Francesco d’Assisi, viene narrata la fondazione dell’Ordine dei Frati Minori. In questa cornice biografica, il primo episodio della vita di Francesco ad essere narrato dall’autore Giovanni da Perugia viene ambientato nella Bottega del padre di Francesco. In questo luogo simbolicamente legato alla ricchezza, all’accumulare i beni, Francesco riceve il primo raggio della luce di Dio.
Francesco viene illuminato dalla grazia divina proprio nel momento in cui è totalmente assorto nel lavoro paterno, nel vendere stoffe, nel fare soldi. Proprio in questo luogo di penombra dove Francesco vive per sé stesso, il luogo dell’accumulo e del guadagno, Francesco, illuminato dalla grazia divina, inizia il suo percorso di conversione, il suo percorso da figlio della luce. Questo percorso che si snoda entro due poli rappresentati da due verbi: il verbo vendere e il verbo dare in elemosina. Entro questi due poli, Francesco inizia il suo percorso di figlio della luce.
Il primo verbo, vendere, indica la vita di un Francesco totalmente centrato su di sé; indica la vita di un giovane che vive solamente nella prospettiva di sé; avendo se stesso al centro del mondo. È il verbo di chi pensa a se stesso. Il verbo di chi non ha occhi per gli altri, il verbo di chi pensa ad una felicità solitaria, senza fratelli, senza un altro con cui condividere.
Al polo opposto, Francesco esperimenta la gioia del dare in elemosina, la gioia della gratuità, la gioia del dare gratuitamente per amore di Dio. Francesco con questo cambiamento diventa uomo di luce, capace di diffondere luce perché, come la luce, si dona. Perché, come la luce, si dà. Così come la luce non può non darsi, Francesco diventa uomo illuminato perché della luce prende la caratteristica più bella e più innata: quella di darsi gratuitamente, di diffondersi.
Ecco, in questo tempo, fratelli e sorelle, anche noi siamo sospesi tra tenebre e luce. Entriamo nei nostri magazzini; entriamo anche noi con Francesco in quei luoghi dove noi concepiamo la vita in funzione di noi. Dove la vita è un prendere per noi, un immagazzinare per noi, un vivere per noi stessi. Con Francesco iniziamo un cammino di gioia nel donare, un cammino di luce nel donare la nostra vita, il nostro tempo, qualcosa delle nostre attenzioni ai nostri fratelli. Potremmo dire insieme a Francesco: “la luce dentro di noi e intorno a noi aumenta donandosi”.
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