ePrivacy and GPDR Cookie Consent management by TermsFeed Privacy Policy and Consent Generator
Vittorio Sgarbi dinanzi all’opera esposta al Museo della Porziuncola 19 Nov 2015

Il Rustichino fa luce su san Francesco

Ho iniziato a riconsiderare Francesco Rustici detto il Rustichino (Siena 1592 - 1625) alla riapparizione di un dipinto di perfetta composizione, in equilibro fra naturalismo e bello ideale, quale l’Olindo e Sofronia liberati da Clorinda, ora nella fondazione Garofalo a Roma. Il miracolo di equidistanza ha il severo caravaggismo toscano, che si manifesta soprattutto a Siena con Rutilio Manetti e Bernardino Mei, e il classicismo bolognese di Guido Reni, di nobile ispirazione. Da quel momento la statura del pittore mi è sembrata più alta e degna di una attenta considerazione, in un momento cruciale per la pittura del Seicento.

Assai notevole, nella pittura del Rustici, è l’esperienza di una ricerca luministica che non può prescindere da Caravaggio, ma lo declina con una predilezione per le luci artificiali e per gli interni con effetti notturni, il cui gusto coincide con l’ambito dei maestri “candlelight” di diversa sensibilità, da Trophime Bigot a Gherardo delle Notti, fino al sublime George de La Tour. Nel secondo decennio del Seicento, il Rustici si muove sperimentalmente in questa direzione, con esiti notevoli di luce diffusa. Ne abbiamo pregevoli esempi nella Morte di Santa Maria Maddalena, in due versioni conosciute, con leggere varianti. L’utilizzo della candela e della torcia ricorre anche in capolavori come Giuditta e Oloferne, la Maddalena in meditazione, il Martirio di Sant’Agata, la Morte di Lucrezia. Si tratta di una chiara cifra stilistica.

Ed è per questo che, visitando il ben ordinato Museo della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli, ad Assisi, ho individuato un’opera tipica del Rustici, certo di una sua consolidata attribuzione al pittore. Si tratta di un San Francesco vegliato dagli angeli (olio su tela, 132 x 156 cm.).

Discendenza caravaggesca. La composizione, di lontana discendenza caravaggesca, ha tutte le caratteristiche fin qui evidenziate nel Rustichino. Ma nessun riscontro documentario, archivistico, o critico, lega il dipinto al pittore, lasciandolo nell’anonimato.

A destra, un angelo dolente tiene una candela che manda luce sul volto in estasi del santo e sulla sua stessa veste, a pieghe strizzate, per meglio riflettere il raggio luminoso.

A sinistra, l’altro angelo suona il violino prendendo luce dalla stessa candela che riflette un’ombra espressiva che disegna quasi una sagoma di una maschera sugli occhi.

C’è molta atmosfera in questo notturno. Come in Gherardo delle Notti, lo stato psicologico che il dipinto esprime appare romantico, sognante, con una notevole ma sensibilissima aurea simbolista alla quale nel Seicento, in analoghe condizioni psicologiche, si assimila in alcuni temi soprattutto Francesco del Cairo.

D’altra parte era stato l’abate Luigi Lanzi a definire il Rustici “gentile caravaggesco… simile molto a Gherardo (Gerrit van Honthorst)”, osservando anche la sua curiosità per “Carracci e Guido, delle cui imitazioni ha sparse varie sue opere ancorché in tutte si noti non so che di originale e di proprio suo”.

Questa sintesi di scuole, matura nel terzo decennio, tra il 1624 e il 1625, al culmine della breve vita del pittore. I contemporanei dovettero averne piena consapevolezza se Filippo Baldinucci potè scrivere con rimpianto: «Fu nella città di Siena un certo Cristofano Rustici pittore, il quale per ordinario dipinse a fresco, e nelle grottesche riuscì così bene, che nella sua patria ebbe a fare infiniti lavori. Di questi nacque Francesco Rustici pittore altresì, che nei primi anni di sua gioventù giunse a gran franchezza di pennello: e così belle cose condusse di sua mano, che se morte non lo avesse tolto al mondo in troppo giovanile età, si sarebbono senza dubbio veduti concorrere verso la persona di lui i più nobili applausi e le glorie, che nel nostro secolo hanno godute i più rinomati maestri di quest’arte».

Vittorio Sgarbi, per Sette (Magazine del Corriere della Sera) del 23/10/2015



Arte Museo della Porziuncola Porziuncola

Articoli correlati

10 Set 2024

Per meditare sul "fatto nuovo e inaudito" delle Stimmate di san Francesco di Assisi

Intervista a padre Rino Bartolini OFM autore del libro COME CARBONE ARDENTE DEL SERAFINO
04 Set 2024

Festa degli Angeli 2024

In memoria dei figli in cielo
03 Set 2024

“Il Signore Gesù gli impresse nel corpo le Stimmate della sua Passione”

Impressione delle Stimmate del Serafico Padre nostro San Francesco alla Porziuncola
02 Set 2024

“Con tutto il cuore ci affidiamo a questa fraternità”

Prima Professione a San Damiano di sette Frati Minori
28 Ago 2024

Un incontro per Padre Bernardino Maria De Vita

Un uomo sapiente innamorato di Gesù Crocifisso che ha sperato in Dio e sperando in Dio, ha sperato Dio, ha desiderato Dio.
24 Ago 2024

Pasqua di Fr. Aurelio Rughetti

Ha avuto termine questa mattina ad Assisi la sua lunga vita: operosa, serena e tipicamente francescana
21 Ago 2024

Meeting di Rimini 2024: “Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?”

I Frati Minori dell’Umbria sono presenti alla 45a edizione del Meeting di Rimini dal 20·25 agosto 2024  



  • 18 Giu 2024

    Ci siete davvero mancate

    Terminata la loro esposizione alla Nazionale di Perugia sono rientrati i gioielli di famiglia