Il 22 novembre la Chiesa fa memoria di Santa Cecilia, martirizzata intorno al 230, durante l'impero di Alessandro Severo.
Il culto della nobile fanciulla romana è molto diffuso, perché la santa è famosa per essere patrona della musica, degli strumentisti e dei cantori: il giorno della sua memoria diventa quindi l’occasione per incontrare il Maestro fr. Matteo Ferraldeschi e conoscere la sua storia che si intreccia con la musica, la liturgia e con la storia della Corale Porziuncola, di cui oggi è direttore.
L'importanza della musica nella liturgia
«Importanza, certo, ma sarebbe bene dire “eccellenza” – ci tiene a sottolineare fr. Matteo –. Nella liturgia, da sempre, hanno concorso tutte le arti ad esaltare, magnificare il mistero di Cristo, ed esprimere la risposta orante del popolo: la pittura, la scultura, l'architettura, il mosaico… arti che fanno scaturire la preghiera dal cuore e dalle labbra dei fedeli. Ma la tradizione musicale - che ha formato oggetto di particolare considerazione da parte del Concilio Vaticano II - costituisce “un tesoro di inestimabile valore, che eccelle tra le altre espressioni dell’arte (questo si legge nella Sacrosanctum Concilium)».
Nel documento inoltre si fa particolare riferimento al fatto che il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne: «questo perché – continua il Maestro Ferraldeschi – la musica, più d’ogni altra espressione artistica, ha il potere di far vibrare le corde più intime dell’animo umano, in maniera così forte e così autentica soprattutto quando essa è legata al testo sacro. Musica e testo, nella liturgia, si fondono in un particolare legame, fino a formare un tutt’uno».
«Un’arte viva, quella musicale, da realizzare dall’uomo hic et nunc. Tutto nella Liturgia deve essere reale, vero. Proprio, per fare un esempio, come il pane e il vino – veri, reali – diventano Corpo e Sangue del Signore, anche il canto deve essere vivo, realizzato da un coro, da un'assemblea, fosse anche solo da un cantore, per potersi dire preghiera e lode vera. La Celebrazione liturgica non ammette dunque musica registrata».
Un servizio alla liturgia
«Esattamente: un servizio, un ministero. Il coro liturgico non “allieta”, non “anima”. Queste sono espressioni inadatte, perché la liturgia non ha bisogno di essere animata da noi: semmai siamo noi ad essere animati dall’evento salvifico celebrato nella Liturgia. La liturgia è animata dallo Spirito Santo, è quindi viva di per sé; la Liturgia si serve. Il primo servitore della liturgia è il sacerdote, che opera in persona Christi. Poi ci sono tutti gli altri ministri: i chirichetti o ministranti, i lettori, il coro…».
La passione per la musica
«Amavo cantare, fin da bambino: il mio sogno - col senno di poi - era quello di far parte della Cappella Sistina, il coro del Papa, formato anche dai pueri. Ho iniziato con lo studio della fisarmonica, e andavo volentieri ad ascoltare il coro polifonico di Marciano, che pur essendo un piccolo paese e nonostante la dimensione puramente amatoriale, era veramente un bel coro.. Rimasi incantato dalla polifonia, anche se non capivo ancora come funzionasse questo intreccio di voci che - come dicevo allora, senza alcuna formazione e senza conoscere il contrappunto - si correvano dietro.
Dopo un corso di direzione di coro presso la Scuola diocesana di Musica Sacra di Perugia e dopo aver diretto per 10 anni il Coro Polifonico di Marsciano, sono entrato in convento. E sono stato fortunato, perché la nostra Provincia di Frati Minori dell'Umbria ha sempre - permettetemi l’espressione - “conservato il dogma della fede” anche a livello musicale. Abbiamo avuto dei provinciali saggi che hanno capito l'importanza della musica e hanno saputo riconoscere e valorizzare i talenti musicali. Dai primi anni del Novecento, quando nacque l'Istituto Pontificio di Musica Sacra nel 1911, vi hanno sempre mandato i frati a studiare e formarsi, per poi poter svolgere l’attività musicale nei santuari, in primis nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. E ancora oggi la nostra giornata potremmo dire che è piena di musica perché cantiamo tutto, dalle lodi mattutine alla messa conventuale, all'ora media, i vespri, l'ufficio delle letture, le solennità».
Le grandi personalità musicali tra i frati minori
«In convento ho incontrato dei grandi maestri: padre Evangelista Nicolini direttore dei Cantori di Assisi, padre Alberto Cerroni organista della Basilica papale di Santa Maria degli Angeli e professore d'organo presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra, padre Antonio Giannoni maestro della Corale Porziuncola e dei Laudesi Umbri di Spoleto, e poi padre Maurizio Verde, indimenticabile, che era appena tornato da Roma fresco di studi. Tutti si erano formati nello stesso istituto Pontificio di Musica Sacra. Ed è lì che anche io - dopo l'ordinazione sacerdotale - ho completato la mia formazione in Musica Sacra con specializzazione in canto gregoriano, cui è seguito un Diploma of Avanced Studies, a Lugano, in Paleografia e Semiografia gregoriana. A Roma, ho avuto grandi opportunità. Una fra tutte: sono stato chiamato nella Basilica di San Pietro, a dirigere il coro assembleare nelle messe del Papa e a fare da Cantore solista per vari anni».
Direttore della Corale Porziuncola dal 2022
«Rientrato qui in Provincia, ora svolgo l’attività di maestro di coro in Basilica e dal 2022 sono pure direttore della Corale Porziuncola, che svolge il servizio di Cappella Musicale della Basilica. La Corale è stata riorganizzata nel 1949 da Padre Pietro Starnini. Prima di lui, in Basilica cantava un gruppo di frati cantori; padre Pietro, tornando dai suoi studi a Roma, istituì, accanto alle voci maschili, una Schola Puerorum che nel tempo, specie dopo il Concilio Vaticano II, lasciò spazio alle voci femminili. In seguito alla riforma liturgica voluta dal suddetto Concilio, una grande sfida per P. Starnini e soprattutto per il suo successore P. Antonio Giannoni sono stati l’ampliamento e la selezione del repertorio in lingua italiana. P. Pietro si cimentò soprattutto come compositore, mentre Padre Antonio Giannoni, vero e proprio certosino nell’animo, ha passato le sue giornate selezionando pagine e pagine di musica da manoscritti, collane, antologie, e riviste musicali. Grazie a questi confratelli maestri predecessori, oggi possediamo un repertorio talmente vasto e corposo da poter coprire giorni feriali e festivi per almeno trenta anni consecutivi, cambiando i canti ogni giorno».
85 anni della Corale Porziuncola
La corale è arrivata al suo ottantacinquesimo anno di fondazione e attività: costituita da circa venticinque elementi, sostenuti e accompagnati all’organo da un vero professionista, il Maestro Jacopo Zembi, che è pure organista titolare della Basilica. Un servizio prezioso e svolto con serietà e abnegazione, che impegna i cantori per il culto solenne ogni domenica, festa e solennità dell’anno liturgico.
L’Archivio musicale della Corale racconta la sua storia e le sue vicissitudini: canto gregoriano, laudi, grande polifonia sacra (Palestrina), polifonia accompagnata, brani di media difficoltà e anche più semplici a una o due voci, a seconda dell’organico nel tempo. Una grande ricchezza che permette di coprire l’anno liturgico con brani ritualmente pertinenti e per ogni tipo di organico corale.
«È un po’ una grande famiglia, c’è un clima molto sereno tra i cantori. Attualmente stiamo preparando il repertorio per i prossimi grandi appuntamenti: l'Immacolata, la vigilia e il Santo Natale, l’Epifania. All’attività liturgica alterniamo anche una discreta attività concertistica: prossimamente concerti di musiche natalizie il 4 gennaio a Spoleto, il 5 gennaio nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli e l’11 gennaio a Perugia, presso l'Auditorium Marianum».
«Siamo dispiaciuti quest’anno - conclude il Maestro Ferraldeschi - di non poter onorare Santa Cecilia con la Santa Messa Solenne come da tradizione, a causa della agibilità parziale della Basilica: non mancherà tuttavia, alla prova di oggi 22 novembre, una preghiera alla nostra cara patrona e un piccolo brindisi augurale.
Santa Cecilia ci ispiri il bel canto che viene da un cuore Immacolato a maggior lode e gloria dell’Altissimo, Onnipotente e bon Signore».
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