Continua il nostro cammino sul tema della bellezza, guidati dalla testimonianza di Francesco d'Assisi; la prima meditazione - lo ricordiamo, di fr Domenico Paoletti - ci ha introdotti nel tema che oggi approfondiamo.
La bellezza è sempre bella: inesauribile, di una freschezza sempre nuova, non invecchia mai e mai ci si stanca di contemplarla. Così il volto dell’amato/a è sempre lo stesso e sempre nuovo! La bellezza è ciò che l’amore scopre/riconosce nella persona amata: quella persona che si intuisce come degna del dono di sé, per la quale si è pronti a uscire da se stessi e a giocarsi senza riserve. La bellezza si pone e si espone, non si impone, caratterizzata dalla gratuità come dono donato a prescindere dal fatto che sia utile o no. È uno ‘spreco’ (come l’unzione di Betania di cui parlano i Vangeli) e, proprio grazie a questa eccedenza, illumina la realtà nella sua interezza. Per gli uomini del Medioevo i segni, i requisiti della bellezza erano l’ordo, la proportio e la claritas. Sentiamo oggi anche altri segni possono guidare coloro che sono attenti a riconoscere la vera bellezza: luminosità sempre, e anche relazione, trascendenza, gioia, semplicità, umiltà (vedi i termini adoperati da Francesco nelle Lodi del Dio Altissimo). La bellezza vera è profonda, mentre la falsa bellezza è solo superficiale; la bellezza vera è duratura/eterna, mentre la falsa bellezza è effimera (come la moda); la bellezza vera è totale, mentre la falsa bellezza è settoriale/parziale e frammentata. La bellezza è “forma” e “splendore”: la forma è l’aspetto materiale, sensibile, corporeo; lo splendore manifesta una profondità e una pienezza che resterebbero inaccessibili senza la mediazione del materiale/corporeo. La bellezza è fenomeno (forma, ‘aspetto storico’) ed è noumeno (splendore, aspetto ‘interiore’: spirituale, trascendente). Chi si ferma solo al fenomeno coglie il temporale-storico, ma scade nell’immanentismo/storicismo; chi invece si ferma al noumeno coglie la trascendenza, ma facilmente scade nell’astrazione e nell’ideologia. La bellezza lega indissolubilmente esterno ed interno, sensibile e spirituale. Quale bellezza salverà il mondo? Non basta deplorare e denunciare le brutture del nostro mondo, come fanno spesso l’informazione, la politica e l’omiletica. Neanche basta, nella nostra epoca di disincanto, parlare di giustizia, di doveri, di bene comune, di lavoro, di programmi. Occorre invece parlare con cuore carico di amore bello e compassionevole, che dona concretamente con gioia e suscita entusiasmo; bisogna irradiare la bellezza di ciò che è giusto, vero e buono, perché solo la bellezza tocca e rapisce veramente i cuori, e li rende capaci di rivolgersi a Dio e al prossimo. Occorre comprendere e far comprendere che è bello vivere, è bello amare, è bello credere, è bello camminare con cuore stupito in questo nostro mondo. La vita è bella, dice il titolo del pluripremiato film di Benigni: titolo profondamente vero, non ironico, anche se il film parla di realtà tragiche. È bello scommettere la propria esistenza, come Francesco, su Gesù Cristo: che non solo è la verità fatta persona e il bene più grande, ma è anche il solo che ci fa scorgere la bellezza divina di cui il nostro cuore sente profondamente il bisogno, anzi la nostalgia. È Cristo la via della bellezza che salva il mondo: l’Amore crocifisso/risorto, la rivelazione dell’Amore, di cui la Croce costituisce il centro. Francesco d’Assisi ha compreso, vissuto e testimoniato la bellezza che salva. “Tu sei bellezza” dice nelle Lodi del Dio Altissimo, che scrive alla Verna nel 1224 dopo aver ricevuto le stimmate, due anni prima della morte. “Tu sei bellezza e mansuetudine”: Francesco mette insieme l’idea trascendente della bellezza con l’immagine dell’agnello mansueto condotto alla morte, la Bellezza-Gloria di Dio con il Crocifisso contemplato nella visione sul monte della Verna. Inoltre, per Francesco - come in tutta l’estetica medievale - la Bellezza è luce: nel Cantico di frate Sole, sono dette “belle” solo le creature che emanano luce: il sole, la luna, le stelle e il fuoco. La bellezza di Francesco è Chiara, “Clara claris praeclara” (cf Lettera di canonizzazione di papa Alessandro IV): una donna bella, come Francesco è bello!
di Domenico Paoletti, OFMConv, docente di Teologia fondamentale e vicario del Sacro Convento di Assisi Leggi le altre Rubriche dal sito del Seraphicum
Bellezza Riflessione San Francesco
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