Come da felice tradizione, si è svolto sabato, presso la Chiesa benedettina di s. Pietro ad Assisi, il “Rito della fratellanza”. Il Rito, semplice ma carico di significato, ricorda l’annuale gesto di s. Francesco di portare un cesto di lasche, piccoli pesci di acqua dolce, non solo quasi a voler pagare una sorta di “affitto” per l’utilizzo della Porziuncola, ma anche per ringraziare in umiltà e povertà i Monaci Benedettini per il dono ricevuto.
Sia la Compilatio Assisiensis che lo Speculum perfectionis sono concordi nell’affermare che Francesco andò prima dal Vescovo Guido e poi dai canonici della Cattedrale di San Rufino, senza però ricevere in custodia alcuna chiesa che essi possedessero. Solo a quel punto, Francesco si rivolse ai Benedettini del monte Subasio, parlando direttamente con l’Abate per chiedere di poter ricevere la custodia dell’antica chiesetta. I monaci gliela concessero a condizione che se l’Ordine si fosse ampliato, la chiesetta fosse divenuta capo di tutte le loro chiese.
Anche ieri, perpetuando la tradizione, il Custode della Porziuncola, p. Massimo Travascio e un gruppo di frati, hanno voluto rinnovare, nel segno dell’amicizia, questo gesto.
Riportiamo il testo integrale del saluto del Custode della Porziuncola:
Carissimi, Dom Gerardo, Priore dell’Abbazia di Montevergine, carissmo Dom Massimo dell’Abbazia di San Pietro, carissima Madre Abbadessa Sr. Noemi del Monastero Sant’Anna di Bastia, fratelli monaci, frati, e tutti voi riuniti qui oggi, è sempre emozionante rivivere questo momento rievocativo così significativo per i nostri Ordini religiosi: benedettini e francescani insieme.
Un momento che nella nobile semplicità del suo rito, nobile semplicità amata dal poverello di Assisi, custodisce il desiderio di non dimenticare l’agire di Dio nella storia, e mi piace sottolineare, soprattutto proprio in quelle vicende che sembrano avverse alla vita degli uomini…Quanto è importante richiamarlo in questo tempo. Dio opera nell’oggi!
Siamo custodi di una storia che è testimonianza di fratellanza…quanto più in un tempo in cui proprio la fratellanza è così minacciata. Sentiamo allora ancor più il dovere di rilanciarla con forza quale barriera contro l’odio, la violenza e l’ingiustizia.
Proprio Papa Francesco, nella Fratelli tutti, riprendendo la Caritas in Veritate di Papa Benedetto XVI afferma che la nostra cultura “unifica il mondo ma divide le persone e le nazioni, perché la società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelli (n. 12). E ancora il Pontefice ci ricorda che assistiamo proprio ad alcune tendenze del mondo attuale che ostacolano lo sviluppo della fraternità universale. Per decenni è sembrato per esempio che il mondo avesse imparato da tante guerre e fallimenti e si dirigesse lentamente verso varie forme di integrazione (n. 10). Ma la storia sta dando segni di un ritorno all’indietro. […] E questo ci ricorda che il bene, come anche l’amore, la giustizia e la solidarietà, non si raggiungono una volta per sempre; vanno conquistati ogni giorno. Non è possibile accontentarsi di quello che si è già ottenuto nel passato e fermarsi, e goderlo come se tale situazione ci facesse ignorare che molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia che ci interpellano tutti» (n.11).
Che bello essere allora qui oggi per celebrare il bene e la bellezza della fratellanza vissuta dalle nostre famiglie religiose. Esser qui oggi ci ricorda che Benedettini e Francescani hanno anticipato nei fatti l’affermazione rivoluzionaria presente nel CCC (2404) secondo cui “la proprietà di un bene fa di colui che lo possiede un amministratore della Provvidenza” ed è la condivisione, cioè un modo particolare di declinare l’accoglienza dell’altro mettendogli a disposizione i propri beni, che rende concreta tale verità. Come non vedere nel dono della Porziuncola un dono ricevuto dalla Provvidenza che si è concretizzata nel gesto generoso dei Benedettini, i possessori di un bene piccolo che nella condivisione è diventato immenso.
Grazie fratelli monaci, Grazie per esserci, grazie per il dono che siete nella Chiesa, grazie di questa fratellanza nel Signore.
Benedettini Massimo Travascio Porziuncola
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