Nell’esortazione apostolica Christus vivit Papa Francesco compie una puntuale e preziosa disamina sul “pianeta giovani”, evidenziandone caratteristiche e possibilità, alla luce dei contenuti del Vangelo e dei doni che albergano nel loro cuore. Anzitutto, il Pontefice sottolinea il fatto che i ragazzi vivono in un contesto globalizzato, che offre loro molte opportunità e tante conoscenze, dimensioni che non sempre si sposano con un solido equilibrio interiore, meta oggettivamente difficile da conseguire. La Chiesa non può fare a meno di “piangere” per alcuni drammi che attanagliano la gioventù, come le dipendenze, le ideologie fuorvianti, l’emarginazione e le violenze di ogni tipo. Essi abitano in un mondo profondamente in crisi, non sempre in grado di educarli e sostenerli. Rileva papa Francesco: «A volte il dolore di alcuni giovani è lacerante; è un dolore che non si può esprimere a parole; è un dolore che ci colpisce come uno schiaffo.
Questi giovani possono solo dire a Dio che soffrono molto, che è troppo difficile per loro andare avanti, che non credono più in nessuno. In questo grido straziante, però, si fanno presenti le parole di Gesù: “Beati gli afflitti, perché saranno consolati” (Mt 5,4). Ci sono giovani che sono riusciti ad aprirsi un sentiero nella vita perché li ha raggiunti questa promessa divina. Possa sempre esserci una comunità cristiana vicino a un giovane che soffre, per far risuonare quelle parole con gesti, abbracci e aiuti concreti!» (79). Il Pontefice sottolinea inoltre che «La cultura di oggi presenta un modello di persona strettamente associato all’immagine del giovane. Si sente bello chi appare giovane, chi effettua trattamenti per far scomparire le tracce del tempo.
I corpi giovani sono utilizzati costantemente nella pubblicità, per vendere. Il modello di bellezza è un modello giovanile, ma stiamo attenti, perché questo non è un elogio rivolto ai giovani. Significa soltanto che gli adulti vogliono rubare la gioventù per se stessi, non che rispettino, amino i giovani e se ne prendano cura» (79). Papa Francesco guarda, però, con speranza al cammino dei giovani oggi. Essi hanno in Dio-Trinità un aiuto che si può definire fondamentale. Infatti, l’amore del Padre è sempre a disposizione del giovane. Quante figure di ragazzi nella Bibbia (il papa le elenca puntualmente!) hanno beneficiato dell’aiuto divino provvidente e misericordioso! Il Santo Padre ricorda: «Anzitutto voglio dire ad ognuno la prima verità: “Dio ti ama”. Se l’hai già sentito, non importa, voglio ricordartelo: Dio ti ama. Non dubitarne mai, qualunque cosa ti accada nella vita. In qualunque circostanza, sei infinitamente amato» (112).
Gesù si pone come vero amico della gioventù, Lui che è stato giovane, sperimentando tutte le fatiche e le speranze legate all’umana crescita, si rende presente nella vita dei ragazzi, che con Lui possono aspirare ad una solida formazione valoriale, che li introduce in percorsi di felicità autentica. Papa Francesco rileva: «Giovani amati dal Signore, quanto valete voi se siete stati redenti dal sangue prezioso di Cristo! Cari giovani, voi «non avete prezzo! Non siete pezzi da vendere all’asta! Per favore, non lasciatevi comprare, non lasciatevi sedurre, non lasciatevi schiavizzare dalle colonizzazioni ideologiche che ci mettono strane idee in testa e alla fine diventiamo schiavi, dipendenti, falliti nella vita. Voi non avete prezzo: dovete sempre ripetervelo: non sono all’asta, non ho prezzo» (121). Lo Spirito Santo veglia sulle loro vite, ispirando linee di crescita illuminate e durature, Lui che è l’artefice di ogni crescita e di ogni progresso da parte dell’uomo. Papa Bergoglio esorta: «Invoca ogni giorno lo Spirito Santo perché rinnovi costantemente in te l’esperienza del grande annuncio. Perché no? Non perdi nulla ed Egli può cambiare la tua vita, può illuminarla e darle una rotta migliore. Non ti mutila, non ti toglie niente, anzi, ti aiuta a trovare ciò di cui hai bisogno nel modo migliore. Hai bisogno di amore? Non lo troverai nella sfrenatezza, usando gli altri, possedendoli o dominandoli. Lo troverai in un modo che ti renderà davvero felice. Cerchi intensità? Non la vivrai accumulando oggetti, spendendo soldi, correndo disperatamente dietro le cose di questo mondo. Arriverà in una maniera molto più bella e soddisfacente se ti lascerai guidare dallo Spirito Santo» (131). Gesù con la sua Parola dona luce e forza ad ogni giovane: la lectio divina è un’alleata preziosa per il suo cammino nel momento in cui si apre all’ascolto vero e continuo. Solo così è possibile coltivare e realizzare i propri sogni. Infatti «Dobbiamo perseverare sulla strada dei sogni. Per questo, bisogna stare attenti a una tentazione che spesso ci fa brutti scherzi: l’ansia. Può diventare una grande nemica quando ci porta ad arrenderci perché scopriamo che i risultati non sono immediati.
I sogni più belli si conquistano con speranza, pazienza e impegno, rinunciando alla fretta. Nello stesso tempo, non bisogna bloccarsi per insicurezza, non bisogna avere paura di rischiare e di commettere errori. Piuttosto dobbiamo avere paura di vivere paralizzati, come morti viventi, ridotti a soggetti che non vivono perché non vogliono rischiare, perché non portano avanti i loro impegni o hanno paura di sbagliare. Anche se sbagli, potrai sempre rialzare la testa e ricominciare, perché nessuno ha il diritto di rubarti la speranza» (142). I giovani di oggi possono uscire dai tunnel delle crisi, attraverso un attento e proficuo lavoro di squadra. Essi hanno nell’amicizia da scambiarsi reciprocamente un notevole punto di forza, mediante il quale è possibile superare insieme le difficoltà ambientali e quelle legate alla transizione della crescita. L’essere amici aiuta ad essere uniti, tramite una serena e schietta condivisione, che si tramuta necessariamente in solidarietà. Ricorda il Santo Padre: «L’amicizia non è una relazione fugace e passeggera, ma stabile, salda, fedele, che matura col passare del tempo. È un rapporto di affetto che ci fa sentire uniti, e nello stesso tempo è un amore generoso che ci porta a cercare il bene dell’amico. Anche se gli amici possono essere molto diversi tra loro, ci sono sempre alcune cose in comune che li portano a sentirsi vicini, c’è un’intimità che si condivide con sincerità e fiducia» (152). I ragazzi sono chiamati ad interagire con il mondo degli adulti.
In particolare, papa Francesco li invita a prendersi cura dei più anziani e, in generale, delle persone che sperimentano abbandono ed emarginazione. La gioventù dispone di una incredibile capacità di amare, che va investita costantemente perché porti sollievo e forza all’ambiente esterno e sia fortiera di una notevole crescita interiore. La politica, la Chiesa, la scuola sono istituzioni sempre più chiamate a donare comprensione e riferimenti ai giovani, che hanno diritto a vivere nella società con una dignità pienamente riconosciuta e realizzata, non più trattati come persone da strumentalizzare o da non considerare. Lo sguardo di papa Francesco sui giovani è estremamente positivo perché aiuta a superare il pessimismo e lo scoraggiamento, che pervadono i loro ambienti vitali. Il Santo Padre li invita ad aprirsi all’amore che Dio dona loro, mettendo in campo tutta la propria capacità di amare e di creare ponti di amicizia. Il pianeta “giovani”, in sostanza, è in crisi ed è ospitato da un mondo in crisi, ma esso può sprigionare tanta energia positiva da cambiare in meglio il mondo stesso. Conclude con entusiasmo papa Francesco: «Cari giovani, sarò felice nel vedervi correre più velocemente di chi è lento e timoroso» (299).
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