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Seconda serata del Settenario di Natale 19 Dic 2020

Attendiamo l'unico Signore della nostra vita

Nella seconda serata del Settenario in preparazione al Natale del Signore (I serata), l’antifona che precede il canto del Magnificat recita:

O Signore,
guida della casa d’Israele,
che sei apparso a Mosè nel fuoco del roveto,
e sul monte Sinai gli hai dato la Legge:
vieni a liberarci con braccio potente

p. Antonio Lo Presti OFM ha offerto la sua meditazione, mettendo in evidenza che l’invocazione al Signore ha una connotazione più intima, che rivela una relazione affettiva, non è rivolta a un dio qualunque! Rappresenta una professione di fede nell’unicità di Dio. Nella nostra vita spesso ci ritroviamo invece spesso a seguire altri idoli: i soldi, il piacere, il potere. Da questa domanda è iniziata anche la vocazione di Francesco d’Assisi, allora è importante fare memoria di chi sia davvero il Signore per noi.

L’antifona ce lo fa invocare come guida della casa d’Israele. Attraverso delle mediazioni umane come i Patriarchi, Mosè e Aronne, Giosuè, i giudici, i re e i profeti, Dio sempre indica all’uomo la strada da seguire. Appare a Mosè e lo sceglie per liberare il suo popolo. Mosè è un uomo in fuga dalla sua storia, che ha fallito nel suo desiderio di bene, eppure Dio lo sceglie e lo purifica. Il fuoco del roveto rappresenta l’amore eterno che non distrugge e non si consuma , esso viene da Dio e avvolge tutta l’umanità. Egli, infatti, osserva la miseria del suo popolo in Egitto e non rimane impassibile ma si coinvolge nella loro storia per liberarli e condurli nella terra promessa. Questo è ciò che il Signore vuole compiere anche oggi con ognuno di noi.

Dio si manifesta sul monte Sinai e dona la Legge, che è la possibilità di vivere dentro la fedeltà, dentro quella libertà mai ottenuta in modo definitivo ma che va sempre desiderata. Infine, l’antifona si conclude con l’invocazione: Vieni a liberarci con braccio potente. Ancora una volta in questo presente chiediamo a Gesù Cristo di venire a rinnovare la nostra vita, a liberarci dalle nostre schiavitù e paure. È un fuoco che arde di vita quel bambinello che nasce a Betlemme, che attira i pastori, i magi e a cui tutti possono avvicinarsi.



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