Ieri sera alle 21.15, presso la Basilica papale di santa Maria degli Angeli in Porziuncola, fr. Cesare Vaiani ha predicato la seconda serata del Triduo in preparazione della solennità di san Francesco. (I serata) Partendo dal capitolo decimo della Regola Bollata, ha detto fr. Cesare, si rimane colpiti dall’importanza che Francesco dà allo Spirito Santo che entra nelle scelte di vita. Francesco non prescrive cosa fare in maniera assoluta, ma rimanda al discernimento: è bene capire cosa fare secondo Dio, fidandosi dell’azione dello Spirito che è la guida di ogni discernimento cristiano laddove il criterio è la parola di Dio, come si diceva durante la prima serata del Triduo.
“Ammonisco ed esorto i miei fratelli di desiderare di avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione”, è un intervento diretto di Francesco nella Regola, ci offre il frutto della sua esperienza di vita. Francesco elenca una serie di vizi da evitare accomunati dall’unica realtà dell’appropriazione così lontana da quel “vivere senza nulla di proprio” a lui tanto caro. La superbia e la vanagloria ci fanno appropriare dei doni che Dio ci ha effuso; l’invidia è il desiderio di appropriarsi dei beni o delle doti di qualcun altro; l’avarizia e le preoccupazioni di questo mondo ci fanno appropriare del denaro e dei beni materiali solo per noi stessi infine la detrazione e la mormorazione sono il tentativo di togliere la buona fama agli altri con la maldicenza, anche la scienza e la cultura possono essere utilizzati male per farsi belli di fronte agli altri, guadagnando stima e ricchezze per sé.
Francesco poi oppone a questo spirito di appropriazione il desiderio dello Spirito del Signore e della sua santa operazione. È nel vissuto che lo Spirito agisce e proprio nella vita si riconosce l’azione dello Spirito. Un primo modo in cui lo Spirito si manifesta è la preghiera costante, perseverante, fiduciosa, che indica la direzione verso Dio; il secondo è avere pazienza nelle persecuzioni, la direzione verso di sé in un rapporto onesto di riconoscimento dei doni e dei limiti nell’umiltà, e il terzo è l’amore dei nemici, la direzione verso gli altri, insomma lo Spirito abbraccia tutte le sfere del nostro essere.
“Dallo Spirito alla santa operazione” può essere letto in senso discendente, cioè con lo Spirito di Dio opero buone opere con buoni frutti, ma si può anche ragionare in senso inverso e cioè l’operare è già un luogo dove si manifesta lo Spirito: è la santa operazione che mi permette di riconoscere i segni dello Spirito nella mia storia personale e globale. Francesco riesamina la sua vita e ci legge i segni della presenza di Dio, è un’attitudine importante che anche noi dobbiamo coltivare.
Fr. Cesare ha concluso il momento di riflessione e preghiera esortando i presenti a far diventare questa sintesi di Francesco regola della nostra vita: desideriamo lo Spirito del Signore e la sua santa operazione.
Cesare Vaiani Porziuncola San Francesco Transito di San Francesco Triduo
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