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In centinaia al Giubileo dei giovani alla Porziuncola 19 Giu 2017

Chiamati a costruire una Bellezza senza tempo

“Voglio mandarvi tutti in paradiso”. Accompagnati da questa frase di Francesco d’Assisi alla Porziuncola, centinaia di giovani dai 16 ai 33 anni provenienti da tutta Italia, si sono ritrovati in questi giorni alla Porziuncola per il Giubileo dei Giovani. Nell’ottavo Centenario del Perdono d’Assisi, un appuntamento importante per tanti giovani: specchiarsi nella Bellezza di Dio e, ripartendo dal perdono, costruire una vita bella!.

Il tema che li ha guidati in questo cammino verso la felicità, la pienezza della vita, il Paradiso, è stato quello della Santità, ovvero della bellezza!.

Dopo il saluto del Custode della Porziuncola, i circa 500 giovani, guidati da p. Francesco Piloni, hanno vissuto un primo momento liturgico: sotto i segni dell’acqua del battesimo che ci rende figli, della Parola che arriva a noi dalla Porziuncola e che apre orizzonti nuovi e del Crocifisso di San Damiano icona del più bello tra i figli dell’uomo, i giovani sono partiti per un “viaggio”.

La prima tappa li ha aiutati a riscoprire il senso del termine bellezza e come questa sia spesso ferita o peggio ancora ci venga rubata. “L’infelicità – ha ricordato p. Francesco ai giovani – è un comportamento travestito di felicità” ma la chiamata è ad una felicità vera, senza maschere!

Proprio quella bellezza, feriale e semplice, è stata contemplata in tre testimoni: Vittorio Trancanelli, Miguel e Zbigniew, i due Frati Minori Conventuali uccisi nel 1991 in Perù e Don Pino Puglisi.

Nella sua testimonianza sul marito, Lia, moglie del medico di Perugia venerabile dal 2017, ha ribadito l’importanza del tempo come tempo che non si può “perdere” perché non ci appartiene ma che va vissuto in pienezza, quella dell’amore.

Fr. Iarek, il terzo frate della comunità missionaria in Perù, ha raccontato l’esperienza di vita fraterna con i due confratelli uccisi per, come dice lui, “aver rubato i cuori della gente”, ovvero, “svegliato le coscienze” di quella povera gente.

Infine suor Carolina ha raccontato la sua vita spesa nel servizio al fianco di don Pino Puglisi a Brancaccio, quartiere in cui il “parrino” ha dato la vita per “strappare” all’ignoranza i giovani. L’immagine di uomo e sacerdote tracciata è quella di un uomo semplice che “ha fatto del suo servizio all’altare un trampolino di lancio verso la gente”.
I giovani hanno avuto modo di porre delle domande, tempo fecondo che ha fatto emergere la bellezza che questi giovani portano nel cuore.

Il secondo momento della giornata di Sabato si è svolto nella Basilica di S.Chiara, ad Assisi. Aiutati da p. Jean Paul Hernandez SJ, i giovani hanno contemplato la bellezza artistica dell’icona del Crocifisso che parlò a Francesco e successivamente hanno sostato per qualche minuto in preghiera, lasciandosi guardare dal Dio che ci ha creato e ci vede “belli”.

Il ritorno in Porziuncola è stato vissuto come pellegrinaggio a piedi, ad attendere i ragazzi, Gesù, adorato nel Santissimo Sacramento. L’adorazione, animata da p.Graziano Malgeri, è stata uno dei momenti più forti; portare a Dio i “pesi”, il peccato, affinché liberati, possiamo vivere da figli.

La bellezza vista nei santi, è quotidiana, feriale e questa è stata per i tanti giovani la buona notizia: la bellezza è possibile, la santità è per tutti. Siccome è nella ferialità che costruita, l’ultima catechesi è stata dedicata a come costruire la bellezza una volta tornati a casa. È stato proposto un cammino sulle virtù quali abito della santità.

Le Virtù Teologali – fede, speranza e carità – presentate da p. Francesco (sotto il video completo delle catechesi), doni di Dio ricevuti ma che vanno custoditi e fatti fruttificare.

Se le virtù Teologali sono un dono di Dio, Padre Gianluca, presentando le Virtù Cardinali (prudenza, fortezza, giustizia e temperanza), ha spiegato come siano i cardini per aprire la porta della Vita Eterna. Quattro strumenti che siamo chiamati ad usare per “entrare” nella pienezza della vita.

La celebrazione conclusiva, presieduta da p. Giuseppe Buffon, è stata il momento per l’ultimo gesto simbolico, quello del passaggio in Porziuncola. Varcare la “porta della vita eterna” è stato per i tanti giovani l’inizio di una vita nuova, l’inizio di una santità possibile…



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