L’allora cardinal Joseph Ratzinger – che nel 2005 sarà eletto vescovo di Roma assumendo il nome pontificio di Benedetto XVI – quale prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il 28 novembre 1995 partecipò ad un atto accademico in onore del francescano padre Umberto Betti (1922-2009) che terminava il suo servizio romano per ritirarsi presso il Santuario della Verna. In tale occasione pronunciò un discorso che non fu soltanto un atto formale ma espresse in sintesi il ruolo e compito del teologo e quindi della teologia all’interno della Chiesa. Tale intervento, pubblicato da un numero speciale del Notiziario della Provincia Toscana dei Frati Minori (Firenze 1996) è rimasto pressoché inedito circolando in un ambito ristretto. A sei anni dal termine del pontificato di Benedetto XVI, durante il quale ebbe modo di creare cardinale il p. Betti nel concistoro del 24 novembre 2007, la rilettura di tale testo del cardinal Ratzinger scritto dieci anni prima della sua elezione pontificia nel 2005 mostra le linee di fondo del suo pensiero e magistero, ossia il connubio di fede e cultura in un’autentica dimensione ecclesiale.
«Mi è particolarmente gradito unirmi […] in occasione di questo Atto Accademico, dedicato all’omaggio del Rev.mo P. Umberto Betti, insigne teologo […].
Da parte mia, desidero cogliere l’opportunità che mi è offerta per esprimere la gratitudine della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ho l’onore di presiedere, nei riguardi di P. Betti, che al pubblico dei teologi è certamente anzitutto noto e apprezzato per le sue opere e per i suoi qualificati articoli, ma che al Dicastero per la Dottrina della Fede è conosciuto e stimato anche per il suo – già da lungo tempo – valido e sempre apprezzato contributo in qualità di consultore.
È sotto questo profilo che mi permetto di richiamare alcune date significative: l’inizio della collaborazione del P. Betti con la congregazione risale all’agosto del 1964 […] In seguito, e precisamente nel maggio 1968, fu nominato consultore della Congregazione […]
In questo lungo arco di tempo, che comprende il periodo della conclusione del Concilio e si estende nel dopoconcilio fino ad oggi, e che è stato segnato da una vicenda ecclesiale teologica intensa, per certi versi anche travagliata, ma comunque sempre stimolante, la Congregazione per la Dottrina della Fede si è vista impegnata nell’affrontare molteplici problemi e argomenti, intervenendo con la pubblicazione di Documenti, mirati a chiarificare e puntualizzare aspetti essenziali e fondamentali della dottrina cattolica in riferimento a tematiche più importanti e urgenti in materia di fede e costumi. Il contributo della Consulta in questo impegnativo lavoro è certamente prezioso, ed è doveroso testimoniare il riconoscimento dell’aiuto e della collaborazione prestati dai Consultori, sia nella fase di esame di una questione o in quella preparatoria di un Documento che si ha intenzione di promulgare, sia anche nella fase successiva alla pubblicazione, con il contributo di qualche commento qualificato. […]
La riconoscenza della Congregazione per il lavoro assiduo e altamente qualificato, e nello stesso tempo nascosto, svolto dai Consultori, data la riservatezza esigita dalla natura delle materie trattate nel Dicastero della Dottrina delle Fede, è testimonianza del fatto che la teologia è veramente tale quando è “a servizio della fede”.
È realmente a beneficio di tutti poter esprimere un sincero grazie a chi ha dimostrato e dimostra con la sua vita e con le sue opere l’immagine di una teologia, nella quale la fede e la fedeltà al Magistero entrano come elementi costitutivi, non già per mortificare l’intelligenza teologica, ma per conservarle tutta la sua dignità, al servizio della crescita e dell’edificazione dell’intero popolo di Dio».
p. Pietro Messa, ofm Pontificia Università Antonianum
Benedetto XVI Concilio Pietro Messa
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