Il triduo pasquale è il centro dell’intero anno liturgico: in questi tre giorni siamo chiamati a contemplare e vivere con intensità il mistero della nostra fede, il progetto di vita e di salvezza del Padre per ognuno di noi, che il Signore Gesù ci ha rivelato mediante il suo sacrificio sulla croce. Con il Giovedì Santo siamo entrati in questo mistero accompagnati dallo stesso Gesù, che ha voluto condurci per mano verso una maggiore comprensione del suo atto d’amore attraverso gesti e parole che grazie alla liturgia diventano a noi contemporanei.
Alla Porziuncola questo giorno speciale si è aperto con la preghiera mattutina delle Lodi e dell’Ufficio delle Letture. Padre Georges Massinelli, che ha presieduto la celebrazione, ha invitato la comunità dei frati e i tanti fedeli convenuti a mettersi in contemplazione della croce del Signore Gesù, cercando di guardarla secondo l’ottica fornitaci dallo stesso Nazareno, vero esegeta e primo interprete del mistero della sua morte. Attraverso le letture della Lettera agli Ebrei (Eb 2,9b-10) e di un’Omelia del vescovo del II secolo Melitone di Sardi, padre Georges ha sottolineato quanto Gesù nell’Ultima Cena abbia voluto dimostrare la piena consapevolezza che aveva delle conseguenza estreme a cui il suo amore per i suoi lo stava portando, e svelare il senso di questa donazione, scegliendo i gesti e le parole della cena pasquale ebraica. Per gli ebrei, infatti, la Pasqua significa essere presenti al momento dell’Esodo, della morte dei primogeniti, dell’uscita dall’Egitto e del passaggio attraverso il mar Rosso; o meglio, significa rendere presente, nel momento della celebrazione domestica, quegli avvenimenti fondamentali vissuti dal popolo, che diventano contemporanei e aprono ad un futuro di speranza. Nell’ultima cena, attraverso i gesti e le parole della cena pasquale, Gesù unisce tre livelli: la Pasqua degli ebrei, la sua croce, che la attualizza, e l’uomo di ogni tempo, compresi noi che viviamo, speriamo, soffriamo e amiamo oggi.
In quest’ottica allora abbiamo vissuto la celebrazione della Messa in Coena Domini, ripresentando i gesti e le parole di Gesù di quell’ultima cena: l’istituzione dell’Eucaristia, il dono del ministero sacerdotale, l’amore totale vissuto lavando i piedi dei suoi. Nell’Omelia della celebrazione vespertina, il ministro provinciale padre Bruno Ottavi, attraverso le parole di san Francesco, ha guidato l’assemblea verso la comprensione del grande mistero che si stava celebrando, mistero di salvezza, mistero di fede e di carità. Al termine della celebrazione, il Santissimo Sacramento è stato portato processionalmente nella chiesa della Porziuncola, dove rimarrà tutta la notte per l’adorazione dei fedeli che desiderano accogliere le parole di Gesù dette ai suoi nel Getsemani: “Restate qui e vegliate con me” (Mt 26,38).
Georges Massinelli Giovedì Santo Porziuncola Triduo pasquale
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