Un Francesco che giovane sognava armi e cavalieri... «Il Signore mi rivelò che dicessi questo saluto: Il Signore ti dia pace», così scrive nel Testamento. Il saluto di pace definisce l’identità stessa del frate minore e del suo essere nel mondo. Francesco esorta i suoi frati a portare a tutti questo saluto come annuncio e benedizione.
Anche Tommaso da Celano nella sua prima biografia parla della giovane fraternità e di Francesco come ambasciatore di pace: «In ogni suo sermone, prima di comunicare la parola di Dio al popolo, augurava la pace. In questo modo otteneva spesso, con la grazia del Signore, di indurre i nemici della pace e della propria salvezza, a diventare essi stessi figli della pace e desiderosi della salvezza eterna».
Questo saluto doveva apparire abbastanza insolito e suscitare perplessità e domande tanto è vero che uno dei compagni di Francesco chiede al Santo il permesso di cambiarlo, ottenendone però questa risposta: «Lasciali dire, perché non intendono le cose di Dio».
L’annuncio evangelico alla conversione si coniuga con l’invito alla pace che nasce dall’umiltà e dalla scelta della minorità. Una pace che non deve essere solo proclamata, ma prima di tutto deve essere vissuta come leggiamo nella Leggenda dei tre compagni: «La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori. Non provocate nessuno all’ira o allo scandalo, ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà, alla concordia dalla vostra mitezza.
Questa è la nostra vocazione: curare le ferite, fasciare le fratture, richiamare gli smarriti». Ai figli della pace Francesco dedica anche una delle sue Ammonizioni, la XV: «Sono veri pacifici quelli che di tutte le cose che sopportano in questo mondo, per amore del Signore nostro Gesù Cristo, conservano la pace nell’anima e nel corpo».«Il Signore mi rivelò - scrisse Francesco nel suo Testamento - che dicessimo questo saluto: Il Signore ti dia pace!».
Sin dall’inizio, lui e i suoi frati s’impegnarono in una predicazione di pace, fino a fare di ciò un tratto distintivo della loro scelta di vita, tanto che nella Regola compare il monito di Gesù: «In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa».
Lo stile potrà sembrare ampolloso e qualcuno potrà forse sospettare una ricercata somiglianza con le descrizioni evangeliche, ma tutto ciò - che pur non manca di verità - non basta a destituire di fondamento la testimonianza di Tommaso da Celano, che ricorda come «il valorosissimo soldato di Cristo, Francesco, passava per città e villaggi annunciando il regno dei cieli, predicando la pace, insegnando la via della salvezza e la penitenza in remissione dei peccati».
In effetti, la pace fu tema prediletto dal Santo nelle sue predicazioni, ciò che si può ben comprendere se pensiamo alle lotte che insanguinavano le città d’Italia nell’età di mezzo. Tommaso da Spalato, che vide Francesco predicare a Bologna il 15 agosto 1222, narra che «tutta la sostanza delle sue parole mirava a spegnere le inimicizie e a gettare le fondamenta di nuovi patti di pace.
Portava un abito sudicio; la persona era spregevole, la faccia senza bellezza. Eppure Dio conferì alle sue parole tale efficacia che molte famiglie signorili, tra le quali il furore irridibile di inveterate inimicizie era divampato fino allo spargimento di tanto sangue, erano piegate a consigli di pace».
Al vescovo e al podestà di Assisi non insegnò forse a perdonarsi per amor di Dio, così come ha lasciato scritto in quel Cantico che ancora oggi allieta il cuore di milioni di uomini: «Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo amore»? Ai suoi frati diceva: «La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori.
Non provocate nessuno all’ira o allo scandalo, ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà, alla concordia dalla vostra mitezza». Egli c’insegna così che per essere araldi di pace bisogna aver pace nel cuore, poiché non si può portare pace se non si è in pace con se stessi e con Dio. Quando riscopre Cristo l’uomo trova pace, perché Egli è la nostra pace.
Pace Porziuncola Saluto San Francesco
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