Per aiutarci a vivere meglio le celebrazioni che la Chiesa ci propone in questi giorni, culmine del Mistero che celebriamo durante tutto l’anno liturgico, crediamo siano utili alcune note che, senza alcuna pretesa di essere esaustive, possono farci apprezzare ciascuno dei giorni santi e del triduo nel suo insieme.
Iniziamo con un brano dal Vangelo di Luca (22,7-18):
Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la vittima di Pasqua. Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: «Andate a preparare per noi la Pasqua, perché possiamo mangiare». Gli chiesero: «Dove vuoi che la prepariamo?». Ed egli rispose: «Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d'acqua. Seguitelo nella casa dove entrerà e direte al padrone di casa: Il Maestro ti dice: Dov'è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli? Egli vi mostrerà una sala al piano superiore, grande e addobbata; là preparate». Essi andarono e trovarono tutto come aveva loro detto e prepararono la Pasqua. Quando fu l'ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». E preso un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio».
A cui seguono tre semplici punti sul Triduo Pasquale:
1. Il Triduo Pasquale è come un unico giorno
Attraverso la ricca liturgia dei prossimi giorni, noi riviviamo – e non solo “ricordiamo” – la grazia dell’evento pasquale! Attenzione: non ci apprestiamo a vedere una recita o un “film” sulla morte, passione e risurrezione di Gesù! Non saremo spettatori passivi, ma davvero partecipi di questa Pasqua, che ha il potere di cambiare la nostra vita.
Mentre siamo abituati a iniziare ogni celebrazione eucaristica con introduzione e segno di croce (“Nel nome del Padre e del Figlio …”), i riti liturgici del Triduo ci aiutano a cogliere l’unità degli eventi celebrati: la liturgia della Messa nella Cena del Signore (Giovedì Santo) si aprirà, poi verrà come sospesa. Così la celebrazione della Passione inizierà e terminerà nel silenzio, nell’attesa – mesta e speranzosa – che il dolore trovi il suo esito nella gioia della Risurrezione, che celebreremo la notte di Pasqua, anche qui riprendendo da dove avevamo lasciato.
2. «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi …»
Gesù ha ardente desiderio di stare con me, desiderio di dare la Sua vita a me, come afferma nell’Apocalisse (3,20): “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”.
Voglio aprire questa porta?
L’emorroissa, col suo coraggioso toccare Gesù (Mt 9,20), è riuscita ad aprire quella porta, rendendo così possibile il miracolo di Gesù nella sua vita.
Così anche la fede di Pietro rende possibile una pesca miracolosa: «… ma sulla tua parola getterò le reti» (Lc 5,5).
Con la mia fede, sono proprio io ad accogliere Gesù, affinché compia meraviglie nella mia vita!
3. «Dove vuoi che la prepariamo?»
In quale “luogo” della mia vita il Signore vuole venire a fare Pasqua? Gesù lo ha già scelto … ma sono disponibile io? L’unico mio “sforzo” può essere la resa: sono disposto ad arrendermi all’Amore, a lasciarmi attrarre dal desiderio di Gesù?
Nei prossimi giorni seguiranno appunti sul Giovedì Santo, il Venerdì Santo, il Sabato Santo.
Liturgia Settimana Santa Triduo pasquale
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