“Nella sua vita il Cardinale Hummes ha seminato il Vangelo. In sua memoria celebriamo la Messa per l’evangelizzazione dei popoli”: così fr. Francesco Piloni, Ministro provinciale di Umbria-Sardegna, ha invitato i nuovi Ministri provinciali e Custodi, radunati a Roma per la formazione, a ricordare il cardinale francescano, che ha lasciato il segno nella vita di molti, compreso Papa Francesco, come egli stesso ha ricordato nel telegramma di cordoglio: “Porto sempre vive nella mia memoria le parole che l’arcivescovo Claudio mi disse il 13 marzo 2013, chiedendomi di non dimenticare i poveri”.
Fr. Francesco ha poi spezzato la parola del Vangelo:
È tempo di cercare il Signore!
Questa è l’indicazione che il profeta Osea rivolge al popolo d’Israele. Non la rivolge in un momento qualsiasi ma nel tempo in cui il popolo sperimenta il frutto della sua idolatria. Nel momento in cui avrebbe dovuto gustare il frutto buono della vite, gusta invece spine e cardi. Nel momento della prosperità presunta si ritrova con spine e cardi, con qualcosa di brutto, che non ci nutre. Come dopo tanto lavoro e tanto impegno facciamo l’esperienza di non avere niente. Di non gustare nulla.
Osea ci dona un criterio infallibile per giudicare la nostra vita, non conta tanto quello che faccio, nemmeno i risultati, ma quello che conta veramente è: che gusto ha quello che faccio? Che gusto ha la mia vita adesso? Come ridare gusto alla vita? Come ritornare a gustare il vino buono? Il vino è ciò che dà gusto alla vita. Tutti lavoriamo nella vigna ma non sempre gustiamo il vino.
Ancora Osea: “seminate secondo giustizia” che non vuol dire secondo le regole, rispettando un programma o secondo un progetto stilato a tavolino, seguendo un manuale o un tutorial. Ma nel modo giusto, perché solo così mieteremo secondo bontà, cioè torneremo a gustare frutti buoni. Il modo di seminare secondo giustizia è quello contrario all’idolatria che ci costringe a servire noi stessi, a seminare per me stesso tenendo conto solo di me, delle mie esigenze, delle mie priorità, dei miei bisogni. La semina idolatrica è una semina individuale. Il modo giusto, secondo giustizia, invece è il seminare per un altro. Perché il frutto lo gusti con un altro, seminare per la fame di un altro. Per i bisogni e i desideri di un altro. Per la vita di un altro. Questa è la missione della Chiesa: seminare sempre.
La Chiesa è in uscita non per correggere gli uomini ma per seminare nella vita di ogni uomo il seme buono del Vangelo. “Noi si semina: non si sa se si raccoglie, magari il frutto c’è dopo la morte, ma l’importante è seminare” diceva fr. Giacomo Bini. La recente canonizzazione di Charles de Foucald con la sua storia apparentemente fallimentare e insignificante insegna la preziosità di seminare sempre. Questa è la missione che Gesù affida agli apostoli dando loro il potere sugli spiriti impuri. Cioè su tutto ciò che separa un uomo dai suoi fratelli, su ciò che separa, divide, l’uomo da se stesso e dal Padre suo. Il mandato che abbiamo ricevuto da Gesù è di riportare l’unità, è la nostra vita in fraternità che rivela il volto di Cristo e la Sua vita al mondo, non il nostro impegno o la nostra bravura o chissà cos’altro. Seminare con un altro e per un altro. Se mancano queste due coordinate la nostra semina sarà infruttuosa anche se ci avvaliamo di tecniche all’avanguardia. Anche se abbiamo il master o il dottorato o chissà quale altro titolo. Da come vi amerete sapranno che siete miei discepoli…
Conserviamo questo potere, quello di riportare l’unità lì dove il nemico ha diviso, solo se restiamo uniti, se non ci separiamo dal fratello. Il Vangelo ci consegna delle coppie di discepoli, non un elenco. Tra i nomi dei dodici c’è una “e”, non una serie di punti o virgole, c’è un legame con il fratello che devo custodire. Ce lo ricorda Francesco il modo giusto di seminare: “I frati non si approprino di nulla, né casa, né luogo, né alcuna altra cosa. E come pellegrini e forestieri in questo mondo, servendo il Signore in povertà e umiltà, vadano per l’elemosina”. (Rb VI)
Papa Francesco, parlando ai superiori maggiori (29/11/14), disse che a volte è difficile vivere la fraternità ma se non la si vive non si è fecondi. L’evangelizzazione, l’annuncio del Vangelo al cuore di ogni uomo, inizia dalle pecore perdute della casa d’Israele, ha inizio dalla riconciliazione con i fratelli che ho perduto. Così si rende vicino il Regno dei cieli. Mentre stavamo vivendo la missione giovani universitari a Bologna a fine febbraio e inizio marzo 2013, il cardinale Caffarra partiva per il Conclave e venne a salutarci dicendo a noi frati, suore, giovani, famiglie in missione: “Parto con voi francescani nei miei occhi che riempite le strade di Vangelo. Il debito che la Chiesa ha nei confronti del mondo è l’evangelizzazione”. È tempo di cercare il Signore, di innamorarsi dello scopo per cui lo seguiamo e amiamo.
Francesco Piloni Frati Ministro provinciale OFM Omelia Papa Francesco
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