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Omelia p. Francesco De Lazzari nel XIV Anniversario della morte di p. Bernardino De Vita 27 Ago 2020

Io Ti dono tutto, e per Te rinunzio a tutto

Miei fratelli,
quattordici anni fa eravamo attorno a questo altare per dire il nostro arrivederci cristiano a P. Bernardino Maria De Vita, frate minore, vissuto in questo Santuario mariano-francescano dal 1959 a luglio 1965 come studente di Teologia, e dal 3 marzo 1978 al 26 agosto 2006 come generoso e instancabile amministratore della misericordia di Dio e di Maria Madre della misericordia. 

Il 14 marzo 1965, davanti a questo altare e accanto alla Porziuncola, P. Bernardino aveva ricevuto l'Ordinazione sacerdotale. Ebbi la grazia e la gioia di essere presente. In quegli anni, il chierico fra Bernardino Maria era considerato un religioso seriamente impegnato nel cammino della santità, cortese e semplice, affabile e umile, amante della preghiera.  Furono gli anni che segnarono profondamente la sua vita. Ritornò in Calabria, ma lasciò il cuore in “questo santo luogo”, fino a quando ottenne il permesso di trasferirsi per sempre qui alla Porziuncola dove abbandonò fiducioso il suo cuore alla Mamma Celeste e al Serafico Padre S. Francesco.

Scrive negli “Appunti spirituali”: “Con la benedizione del Signore e della Beata Vergine Maria, nostra Madre celeste, lascio definitivamente la mia Provincia Calabra per trasferirmi in perpetua permanenza nella dolce e cara Porziuncola, amorevole culla del mio Ordine” (Appunti Spirituali 2 marzo 1978, pp 47; in seguito AS).

Il 3 marzo 1978, giorno dell’arrivo, dopo aver ringraziato Dio e la sua Madre Celeste per essere arrivato “sano e salvo nella terra santificata e benedetta dal Serafico Padre S. Francesco”, scrive: “E' da tanto tempo che desideravo raggiungere S. Maria degli Angeli per dimorarvi in perpetua permanenza perché... vivendo accanto alla mia cara Porziuncola…  possa sentirmi molto più vicino a Dio, nostro Padre Eterno e molto più vicino alla nostra cara Madre Celeste” (ivi p 48).

Il 3 marzo 1979, primo anniversario del suo arrivo alla Porziuncola, scrive: “Con immensa gratitudine ringrazio con tutto il cuore il Signore mio Dio, la mia cara e Santa Madre celeste, il Serafico Padre S. Francesco, Santa Chiara, tutti i miei Santi protettori, nonché  il mio Angelo Custode e le anime sante del Purgatorio, per tante grazie e benefici spirituali e temporali ricevuti durante il mio primo anno di felicissima permanenza, qui accanto alla mia cara e santa Chiesina della Porziuncola. Essa è per me un Tabernacolo di fiducia, dove tutte le persone bisognose della Misericordia di Dio, che sperano e pregano, nessuna se ne esce delusa” (ivi pp 55-56). Sembra vivere già in Paradiso!

Il 28 agosto del 2006, giorno del nostro arrivederci cristiano a P. Bernardino, così introducevo l'omelia prendendo spunto dalle Letture:
“Ha sete di Te, l'anima mia!”.
“Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia”.

In queste due frasi tratte possiamo trovare la chiave di lettura e la sintesi della vita di P. Bernardino, di Maria e di Gesù” (Così si definiva e così si firmava). Si, la sua vita, con il passare del tempo, si trasformava sempre più, in una sete profonda di Dio e nell'amministrazione della sua misericordia. Era la sua risposta all’ accorata esclamazione di Gesù sulla Croce: “Ho sete!” (Gv 19,28), esclamazione che esprime la sua sete di anime. 

E così, P. Bernardino ha vissuto una crescente e ininterrotta sete di Gesù, e, nello stesso tempo, nel ministero, ha incarnato la sete di anime di Gesù. Per questo, dal suo ingresso in Convento-noviziato, a 32 anni, fino alla morte, ha vissuto una intensa e a volte sofferta vita spirituale in piena e docile fedeltà agli impegni assunti nella professione religiosa e nell’Ordinazione sacerdotale. Con evidente intensità di amore ha abbracciato tutte le sofferenze fisiche, morali e spirituali, le insistenti lotte con il diavolo permesse da Dio per vagliare la sua fede e il suo amore. La forza la traeva tenendo lo sguardo fisso sul Crocifisso.  Camminando sui suoi passi, Gesù lo ha condotto ad un grado di santità a noi tutti noto e da noi sperimentato.

Ma su quali fondamenta P. Bernardino ha costruito la vita religiosa e sacerdotale? P. Bernardino stesso ci offre i fondamenti della sua spiritualità e del cammino della sua santità: Dio, inteso come Trinità, Padre, Figlio, Spirito Santo, e la Vergine Maria, guidato dall'affascinante esempio del Padre S. Francesco. Per chi lo avesse conosciuto, e avesse letto i suoi scritti sarebbe facile entrare dentro il suo cuore, e scoprire da chi fosse abitato.

Vi troviamo Dio Padre, Gesù, lo Spirito Santo, Maria, Francesco, Chiara, S. Giuseppe, S. Antonio. Sembra si dimentichi di tutto e di tutti, come se già abitasse con i cittadini del Paradiso! Nel suo cuore c'è il Paradiso. Egli lo cerca, lo vive, lo trasmette. Nel suo cuore ci sono i desideri forti, belli, puliti. Nel suo cuore trabocca l'amore, si dilatano gli affetti, c'è spazio solo per ciò che è eterno” (cfr Omelia 26.08.2006). 

P. Bernardino era, ed è oggi, il fiume di acqua viva che usciva dal suo petto perché egli stesso bramava dissetarsi incessantemente alla Fonte dell’acqua viva, Gesù Signore (cfr Gv 4,13-14). Fondante tutta la sua esperienza umana e spirituale è il senso profondo della paternità di Dio.

P. Bernardino non è cresciuto con un papà. Fin dai primi anni della sua fanciullezza ne ha sofferto la mancanza. Causa motivi locali, il padre ha dovuto lasciare la famiglia e trovare un lavoro in Argentina dove l'avrebbe raggiunto. Ma del padre non si seppe più nulla. Quella paternità mancata, e come tale dolorosa, dopo la conversione fu sostituita da quella di Dio.  Non esiste scoperta più grande, più rasserenante, più gioiosa che doni fiducia e sicurezza. 

Noi cristiani dovremmo vivere di questa insostituibile certezza: siamo nelle sue braccia forti, siamo accarezzati dalle sue calde mani, risiediamo sul suo cuore. Carissimi, nessuna potenza potrà mai staccarci da tanto insuperabile amore inciso nelle profondità del nostro essere! In questa paternità divina si è immerso P. Bernardino, in essa è vissuto. Sperimentandola, l’ha manifesta. Vivendo nella paternità di Dio, è diventato padre delle anime. Su di essa ha impostato ed espresso le sue relazioni umane e spirituali, santificando ciò che era umano, trasmettendo, soprattutto nel confessionale, la grazia del perdono e della pace. Nella scoperta della paternità di Dio, P. Bernardino ha ritrovato se stesso, ha scoperto in sé l’immagine e somiglianza di Dio. Dimentico del passato, guarda il futuro. 

P. Bernardino ci insegna che Dio non si scandalizza dei nostri peccati. Si scandalizza di più se restassimo chiusi nella nostra autosufficienza, nei nostri pensieri, se rifiutassimo il suo amore di Padre. Nella paternità di Dio scopriamo la fedeltà di Dio che manifesta la pienezza del suo amore nella drammaticità amante della croce. Dio permette anche il male fatto a noi e fatto da noi, ma vuole, direi prepotentemente, far rifiorire il bene in noi traendoci fuori dal male. Vivendo in questa paternità, P. Bernardino l’ha espressa con chiunque incontrasse, e così, docile all'azione dello Spirito Santo, risplendeva in lui la paternità di Dio. 

Nessuno si è mai allontanato da lui senza goderne l’esperienza. Grande insegnamento anche per noi sacerdoti: siamo chiamati ad essere la paternità di Dio, e non il giudizio di Dio. P. Bernardino interceda per noi questa grazia: scoprire la paternità di Dio, essere dono della paternità di Dio. Così mi esprimevo nella omelia della S. Messa esequiale il 28 agosto 2006: “Immenso nella gioia della paternità di Dio, P. Bernardino Maria ha attinto dal cuore di Dio Padre amore e misericordia, e li ha riversati, quale sorgente di acqua viva che sgorgava dal suo petto in quanti a lui si rivolgevano.

Davvero è stato l'abbraccio benedicente e accogliente di Dio Padre! Davvero è stato un raggio della sua luce, che ha fatto rinascere e risplendere nel cuore di quanti hanno radicalmente cambiato la loro vita. Quanti esempi potrebbero testimoniare i suoi penitenti! Egli era sempre attivo, di giorno e di notte: il confessionale n.15, la sua stanza, le soste nel cammino quotidiano ovunque si trovasse! 

Davvero, come Gesù, “passava beneficando e sanando”. Ognuno di noi, che lo ha incontrato, gode il frutto del ministero di Gesù Signore in lui. Dio lo ha donato a noi per risvegliare le nostre coscienze, la nostra vita cristiana, francescana e sacerdotale. Dio lo ha donato a noi per dirci che la santità è possibile anche oggi, purché si punti in alto, si desideri fortemente di trasferirci e dimorare nel cuore di Gesù Signore e di Maria, nel cuore del Padre. Negli Appunti Spirituali troviamo una preghiera che ci fa meglio comprendere le sue relazioni divino-umane con Dio e con chi avvicinava, il suo cammino costante e fedele, il suo cuore sempre orientato a Dio, Padre buono e misericordioso:

“Dio mio, mio tutto, ti desidero, ti amo tanto tanto in tutti i momenti della mia vita.
Ti cerco, Ti aspetto, T'invoco sempre...perché ho tanto necessariamente bisogno di Te.
Senza di Te non è possibile vivere rettamente perché Tu sei la vera vita.
Senza di Te non posso vivere limpidamente perché Tu sei la vera luce.
Senza di Te non posso orientarmi e muovere i miei passi perché Tu sei la vera Guida e la Via che conduce nella gloria eterna del Paradiso.
Deus meus et omnia, fa’ che io sia completamente vuoto di tutto e di tutti per essere completamente pieno di Te solo:
“Come la cerva anela ai corsi d'acqua così l'anima mia anela a Te, o Dio!
L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?” (Sal 41).

Proposito: nel corso della mia vita sacerdotale “Io porrò sempre innanzi a me il Signore. Sarò certissimo di averlo sempre alla mia destra e perciò non potrò mai vacillare (cfr Sal 15,5)” (AS pp 18-19).

Miei fratelli, P. Bernardino ci insegna a stare in piedi e in ginocchio davanti a Dio. Ci insegna ad avere un cuore sempre proteso a Dio con il corpo, con la mente e con il cuore davanti a Lui, ovunque siamo e qualsiasi cosa facciamo. Ci insegna, nonostante i tanti impegni, a trovare il tempo per stare davanti a Dio per essere da Dio preparati a stare in piedi con i fratelli che incontriamo. Ci insegna a mostrare il volto misericordioso di Dio nostro Padre e di suo Figlio Gesù.

Il 5 ottobre 1983, giorno del suo compleanno, P. Bernardino effonde tutto il suo cuore a Dio. Nella sua umiltà chiede aiuto, ma nella sua volontà desidera essere tutto di Dio: 

“5 ottobre 1983. 1925-1983. Mio compleanno. Grazie, SIGNORE mio Dio, del dono della vita, che mi hai dato, e del dono della vocazione religiosa-sacerdotale. Sii benedetto e santificato, o mio Dio, in tutte le azioni della mia vita. Fa' che tutto il mio essere (anche se inutile e incapace a lodarti così come meriti), sia una perpetua e perenne LODE, a onore e gloria della TUA infinita e divina MAESTA'. Fammi essere CAPACITA' immensa, in modo da contenerti come torrente di GRAZIA e di VIRTU'. Fa' che tutti gli attimi della mia vita, anche se in cose contrarie alla mia volontà, io possa compiere, con perfetta letizia francescana, la TUA Santissima VOLONTA'.
Fammi essere tutto e soltanto TUO. O mio SIGNORE, io non Ti chiedo nulla, non Ti rifiuto nulla, anche se devo in modo CRUENTO PAGARE di PERSONA offrendo con GIOIA tutta la mia povera vita.
Se mi vuoi nella gioia, eccomi, sono tutto TUO.
Se mi vuoi nell'aridità, eccomi, sono tutto TUO.
Se mi vuoi nell'impeto del fervore, eccomi, sono tutto TUO.
Se mi vuoi nell'inerzia dell'anima, eccomi, sono tutto TUO.
Io Ti dono tutto, e per Te rinunzio a tutto.
Solo e soltanto Te voglio cercare. Solo Te voglio esaltare.
Solo Te, mio amatissimo DIO, voglio adorare, benedire e lodare nel tempo e nell'ETERNITA'. Così sia.” (AS pp 87-88).

Anche noi vogliamo dire il nostro “Così sia” a Dio per P. Bernardino. La sua testimonianza è viva, ci sprona, ci insegna a immergerci in Dio nella fedeltà e nel dono. Nei giorni, nei giorni precedenti il suo ritorno nella casa del Padre, ripeteva spesso “Maranatha', Vieni, Signore Gesù!”. Due giorni prima del suo Beato transito, nell'ultimo colloquio con lui nella nostra infermeria, invocava il ritorno del Signore: 

“Maranatha', vieni Signore Gesù!
Io sto alla porta e busso.
Vieni, Signore Gesù...
Io sto in vigilante attesa per sapere cosa pensa il Signore.
Sono molto sereno, sono pronto.
Offro la mia vita per i frati... Saluta tutti”.

Miei fratelli, dal Paradiso P. Bernardino seguita a salutarci. Ci consegna la sua vita, i suoi insegnamenti, il suo donarsi a Dio e ai fratelli. Dal Paradiso, dove noi, fidandoci pienamente di Dio misericordioso, lo pensiamo nella pienezza della gioia del Padre, P. Bernardino interceda per noi, ci sorrida, ci protegga.

Dal Paradiso, ne siamo certi, intercede per noi. Amen.

Basilica Papale di S. Maria degli Angeli, 26 agosto 2020, XIV anniversario del pio transito di P. Bernardino Maria De Vita, OFM.                                                     

                                                                              P. Francesco De Lazzari, OFM

 



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