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Celebrazione dei Primi Vespri della solennità del Perdono d’Assisi 01 Ago 2018

L’indulgenza è raggio di sole che incontra i nostri occhi spenti

I giorni precedenti al Perdono, sono stati arricchiti dal Triduo di preparazione guidato dalle riflessioni di S. Ecc. Mons. Luciano Paolucci Bedini, Vescovo di Gubbio. Questo cammino ci ha portati a questa giornata di “apertura del Perdono” che si è aperta con la Celebrazione solenne presieduta da p. Michael Perry, Ministro generale dei Frati Minori (leggi l’omelia integrale).

È stato S.Ecc. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi – Nocera U. – Gualdo T., ad aprire, con la Celebrazione dei I Vespri, la Solennità del Perdono d’Assisi; la Celebrazione è stata preceduta dalla tradizionale processione della Diocesi di Assisi e della città, rappresentata dal sindaco Stefania Proietti che ha offerto a p. Giuseppe Renda, Custode della Porziuncola – come da tradizione – l’incenso come segno della preghiera che continua si eleva a Dio per chiedere anche la Sua protezione e benedizione sulla città tanto cara al Serafico Padre Francesco.

Mons. Sorrentino, nella sua riflessione ha parlato del mistero del perdono di Dio e dell’indulgenza, usando come chiave interpretativa quella stessa frase usata da Francesco per annunciare l’indulgenza ottenuta dalla Santa Sede: “voglio mandarvi tutti in paradiso”.

“C’è – ha continuato il Vescovo – un paradiso perduto a causa del peccato e una realtà che piuttosto, spesso, assomiglia a un inferno”. Ma il “paradiso perduto” ha in sé la nostalgia del sogno di Dio, e il perdono è la restituzione, da parte di Dio di questo paradiso: il “paradiso ritrovato”.

Ogni peccato, anche se perdonato, ci lascia dentro una fatica che appesantisce il nostro cammino verso il terzo passo, ovvero la “costruzione” del paradiso. L’indulgenza non è un’azione magica né qualcosa che sostituisce l’impegno dell’uomo in questo cammino, ma piuttosto uno slancio di forza, un sovrappiù di grazia nella costruzione di una vita rinnovata.

Infine Mons. Sorrentino ha posto l’attenzione sul carattere ecclesiale dell’indulgenza: essa infatti ci permette di entrare in sintonia con Dio e con la chiesa in una vita più evangelica e più ecclesiale.



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