Si rinnova anche quest’anno lo scambio fraterno di doni tra i Frati Minori della Porziuncola e i Monaci Benedettini dell’Abbazia di S. Pietro di Assisi.
Nel pomeriggio di ieri, sabato 18 Marzo, giorno in cui l’Ordine Benedettino inizia il Triduo in preparazione al beato transito di San Benedetto da Norcia, una buona rappresentanza della comunità dei Frati Minori della Porziuncola si è portata al Monastero di San Pietro in Assisi. Ad accoglierli il 106° Abate Ordinario dell’Abbazia di Montevergine, Dom Riccardo Luca Guariglia, accompagnato da 5 giovani monaci residenti anch’essi a Montevergine, e il Priore del monastero di San Pietro, don Andrea Cardin, insieme ai 3 confratelli della comunità assisiate.
Il “Rito della fratellanza”, che si ripete ogni anno, ha un’origine antica. Secondo gli storici, subito dopo aver ricevuto l’approvazione orale della protoregola da parte di Papa Innocenzo III, Francesco, prendendo in considerazione il continuo aumento dei frati nell’Ordine, si mise alla ricerca di una residenza che avesse un riconoscimento ecclesiale: chiese , allora, di poter stare, insieme ai suoi primi frati, a Santa Maria degli Angeli in Porziuncola.
La Compilatio Assisiensis e lo Speculum perfectionis sono concordi nell’affermare che Francesco andò prima dal Vescovo Guido e poi dai canonici della Cattedrale di San Rufino, senza però ricevere in custodia alcuna chiesa che essi possedessero. Solo a quel punto, Francesco si rivolse ai Benedettini del monte Subasio, parlando direttamente con l’Abate (probabilmente un certo Teobaldo I) per chiedere di poter ricevere la custodia dell’antica chiesetta. I monaci gliela concessero a condizione che se l’Ordine si fosse ampliato, la chiesetta fosse divenuta capo di tutte le loro chiese.
Così Francesco ogni anno faceva portare un cesto di lasche, piccoli pesci di acqua dolce, non solo quasi a voler pagare una sorta di “affitto” per l’utilizzo della Porziuncola, ma anche per ringraziare in umiltà e povertà i Monaci Benedettini.
Quest’oggi si rinnova la consuetudine. L’Abate, Dom Riccardo, ha ricordato che San Benedetto esortava i monaci a prostrarsi di fronte ai poveri che bussano al monastero, riconoscendo in essi Cristo stesso. Anche questo gesto così semplice, ricorda alla Famiglia benedettina il carisma proprio dell’accoglienza e dell’ospitalità, mentre alla francescana quello dell’umiltà.
Padre Rosario Gugliotta, Custode della Porziuncola, avrebbe voluto avere quest’oggi, le parole di San Francesco per ringraziare i Benedettini per il dono della Porziuncola: “Voi ci avete donato il tesoro della nostra famiglia. […] Ogni frate francescano guarda alla Porziuncola come il luogo delle origini: dove tutti noi siamo nati”. […] Che il Signore vi ripaghi con tanta grazia, con nuove energie e nuove vocazioni”.
Dopo i due interventi, il Custode ha consegnato una cesta di pesce fresco all’Abate benedettino, il quale ha risposto, come di consuetudine, con diversi litri d’olio d’oliva dati in dono alla comunità della Porziuncola. Presenti al gesto anche diverse sorelle delle famiglie francescane e molti parrocchiani della comunità locale.
Dopo il rito dello scambio dei doni, svoltosi nell’altica chiesa, la comunità monastica ha invitato i presenti ad un momento conviviale negli affascinanti sotterranei del Monastero, decorati con preziose icone. Ringraziamo il Signore per averci dato la grazia, questo pomeriggio, di ricordare, con questo semplice gesto, che nulla ci appartiene, anche le cose che a noi sono più care, ma che tutto ci è stato donato per grazia.
Custode della Porziuncola Fratelli San Francesco
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