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Una Settimana Con Dio: testimonianza di Virgultino 14 Ott 2017

La Bellezza in divenire

Perché tornare al monastero dove ero già stata l’anno prima? Dove “tutto” sembrava aver concluso il suo ciclo? Avevo già vissuto “una settimana con Dio” e quindi, già partecipato alle attività che le clarisse molto probabilmente avevano in serbo anche per quella edizione. L’esperienza forse sarebbe stata la stessa. Questo rimuginavo, sbagliando.

Molte cose nella mia vita erano cambiate durante l’anno e non era stato per nulla semplice. La persona a me più cara, quella sulla quale contavo di più, e grazie alla quale avevo intrapreso l’esperienza della settimana con Dio non c’era più, al suo posto solo un gran vuoto.

Allora perché tornare lì, dove non avrei potuto evitare il confronto con una parte di me? La risposta era una: lì avrei trovato il mio alleato: Gesù. Con lui davanti potevo farcela.

Le giornate, come sapevo già, avevano appuntamenti fissi: la liturgia delle ore, la lectio, la compieta, il lavoro comunitario ed i momenti di riflessione personale; eppure, vivevo l’esperienza in modo diverso. Con me c’erano Chiara ed Anna, che vivevano quell’esperienza per la prima volta. È stato bello capire di aver bisogno di qualcuno con cui condividere la mia fede. Bello capire di aver bisogno degli altri. Di non bastare a sé stessi.

La lectio era per tutte noi uno dei momenti fondamentali della giornata; non solo perché era quella l’occasione che avevamo per poter colloquiare maggiormente con le clarisse, ma anche per l’opportunità di approfondire alcuni dei temi: l’importanza di una scelta vocazionale consapevole, la povertà, la fede come dono da coltivare, l’affidarsi ad Altro (e non ad altri), rinunciando così al totale controllo di se stessi.

La povertà spirituale è stata uno dei temi che ci ha colpito di più. I “poveri in Spirito” di cui parla Gesù, forse la povertà più difficile da raggiungere. Certamente quella più vera. Quella che sembra un po’ spogliarci di tutte le nostre certezze.

Fra le novità di quest’anno c’era la possibilità di accedere alla Chiesa anche di sera. Le clarisse avrebbero dovuto chiuderla durante la notte per questioni di sicurezza ma credo abbiano voluto donarci quest’ulteriore possibilità di stare con Gesù. Sono grata per questo e, leggo sul bracciale di cuoio donatomi da una di loro, la gratitudine è un dono. Avevamo espresso questo desiderio con le ragazze dell’anno scorso; Cristina, Annarita e Modestina, ma pensavamo non fosse possibile. Mi ha sorpreso sapere che, invece, le clarisse avevano provveduto anche a questo, creando un passaggio alternativo! Abbiamo provato a sfruttare questa opportunità per più sere consecutive. Per tutte quelle in cui riuscivamo a rimanere sveglie ancora un po’.

La sveglia del mattino era giornalmente impostata per le 5.40 circa! Un piccolo sacrificio che tuttavia - al di là del disagio che, con bonaria ironia, ogni persona della nostra età avrebbe espresso - abbiamo scelto volentieri di fare. È stato veramente speciale poter essere lì con Lui, nel buio della notte, dopo che ogni altro “affare” della giornata era ormai risolto. Dono immenso poter restare con Gesù e fargli compagnia mentre quasi tutti gli altri dormivano. Abbiamo cantato e lodato, ringraziando per l’Amore che stavamo ricevendo, proprio lì, da sole con Lui, e per l’amicizia che in quel momento ci stava unendo.

Il rosario comunitario è stato un’altra novità! Abbiamo pregato insieme con le clarisse, al di fuori del programma ordinario giornaliero. C’è stata così data l’occasione di poter felicemente ritrovare volti noti e di poterne conoscere dei nuovi! La settimana non è stata una semplice ripetizione della precedente, è stata piuttosto un divenire.

Un divenire, e mi riferisco ad uno dei temi trattati alla lectio, forse focalizzato alla consapevolezza di quanto in realtà l’intuizione di una vocazione consista nell’imparare a conoscere la continuità della propria vita. Lo sviluppo della propria esistenza.

Sottraendosi al banale seppur più rassicurante tentativo del limitarsi ad una visione discontinua di una vita intesa come un susseguirsi di singoli eventi, di singole scelte ben isolate l’una dall’altra; rischiando di perder di vista la continuità di un durante.

Vedi “Che Cosa Cerco e Che Cosa Desidero?”: ‘Libertà e Festa’, Tre giorni insieme, dal 17 al 19 novembre, per scoprire la fonte del dono dell’amare e dell’essere amati. Per altre info: visita il sito del Monastero Sant’Agnese di Perugia.



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