Il 15 gennaio 2023, alle ore 10.00, nello splendido scenario di S’Aspru, davanti ai ragazzi di fr. Salvatore Morittu e, da qualche anno, anche di fr. Stefano Gennari, suo giovane confratello e stretto collaboratore, giovani vite che vengono recuperate al sorriso e alla gioia, aiutati a “fare pace” con i conflitti a fuoco che li dilaniano interiormente (e talvolta anche esteriormente!), si è tenuto un interessante incontro tra alcune associazioni sarde ivi convenute nella persona dei loro rappresentanti. Le associazioni hanno deciso di scrivere pochi punti chiari e nitidi e trasformarli in una carta: la carta di S'Aspru. Sono stati invitati tutti i parlamentari sardi, ai quali è stato chiesto di controfirmare quella carta, un punto di partenza per discutere e prendere posizione contro tutte le guerre. Non è un messaggio da poco. È, invece, un punto di partenza semplice che tiene conto solo di un unico irrinunciabile valore, sancito dall’articolo 11 della Costituzione Italiana. Esso recita: «L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo».
Forte, allora, l’anelito non solo a interessarsi dei molteplici conflitti armati e focolai di guerra (a es. Ucraina, Suda, Etiopia, etc) sparsi nel mondo, ben più numerosi di quelli sottoposti alla nostra attenzione dai media, ma di compiere un atto concreto nella direzione della pace effettiva, necessaria, urgente.
I partecipanti hanno così concluso: «Rompiamo le armi. Tutti insieme. E attiviamoci ovunque per fare cessare le guerre. È questo che vogliamo e lo chiediamo nel rispetto integrale della Costituzione».
CARTA DI S’ASPRU. I firmatari della carta:
1. Sono contro le guerre e, come sancito dalla carta costituzionale, le rifiutano come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
2. Si riconoscono nelle organizzazioni nazionali e internazionali che ripudiano le guerre e chiedono il loro fattivo coinvolgimento per favorire il dialogo tra i popoli secondo la forza del bene comune.
3. Sono contro il riarmo, l’ulteriore aumento delle spese militari, considerando un tabù assoluto le armi nucleari e ribadendo la necessità di risolvere i conflitti in maniera diplomatica;
4. Si riconoscono nei costruttori di pace con la condivisione della "non violenza attiva", promuovendo i principi della solidarietà.
5. Sollecitano una corretta informazione e comunicazione al di fuori delle propagande belliche in linea con quanto previsto dai dettati costituzionali;
6. Chiedono di fare votare in parlamento l’adesione a questi valori nell’interesse dei popoli coinvolti direttamente nel conflitto, determinando l’impegno reale dell’Italia e dell’Europa ad adottare le azioni più efficaci per una vera trattativa
7. Credono nella gestione del conflitto come punto di partenza per qualsiasi confronto, ricercando sempre le cose che “uniscono” rispetto a quelle che “dividono” .
Un “piccolo passo possibile” lo chiamerebbe Chiara Corbella Petrillo, ma noi lo abbiamo voluto compiere come “figli del Dio della Pace”, figli di colui che il mondo intero acclama quale “strumento di pace”, san Francesco d’Assisi, alla cui intercessione affidiamo la cessazione di ogni conflitto e l’inaugurazione di negoziati non belligeranti e dialogici in tutto il mondo.
Pace Salvatore Morittu Sardegna Sassari Stefano Gennari
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