Secondo la tradizione, il convento della Spineta (Fratta Todina) fu fondato da san Francesco d’Assisi, presso l’abitato di Montione, dove sorgeva una piccola cappella dedicata alla Madonna. Di ciò non esistono prove documentarie, ma il convento, ad ogni modo, esiste già con sicurezza nel 1291, quando papa Nicolò V concesse ad esso un’indulgenza. Il p. Antonio da Orvieto nella sua Cronologia della Provincia serafica scrive, in ordine a quest’eremo: ”Benché non siasi potuto trovare che cosa fosse avanti d’esservi edificato il convento in quel tempo e da chi fosse donato alla Religione ed in qual maniera venissero ad abitarlo i nostri frati, ad ogni modo non mancano vive memorie da cui congetturare che fin dal tempo del padre San Francesco, o poco dopo, fosse in potere della nostra Religione e posseduto dai francescani con titolo primieramente di convento o di eremo o di Oratorio di Montione e poi dello Spineto o della Spineta, per l’abbondanza di spini”.
La sua collocazione appartata ne ha delineato la vicenda storica. Nel 1373 fu tra gli undici luoghi francescani che Gregorio XI concesse al beato Paoluccio Trinci per dare formalmente inizio all’esperienza dell’Osservanza. Divenne stabilmente luogo di noviziato. Nel passaggio tra XIV e XV secolo la denominazione del convento mutò gradualmente da Santa Maria di Montione in Santa Maria della Spineta. Tra Cinque e Seicento, con l’istituzionalizzazione della riforma osservante, che in Umbria ebbe il riconoscimento di custodia nel 1578 e di provincia nel 1639, il convento della Spineta entrò stabilmente nell’orbita della più stretta Osservanza, divenendo il principale luogo di noviziato della nuova provincia religiosa.
Dal punto di vista architettonico, invece, dopo una prima ristrutturazione allo scadere del Quattrocento, dovuta alla munificenza dell’orvietano Monaldo Monaldeschi, la chiesa venne ricostruita nelle monumentali e classiche forme attuali a partire dal 1724, con consacrazione da parte del vescovo di Todi nel 1737. Subì in seguito la soppressione napoleonica, poi quella sabauda. Nel secondo caso, soppressa la comunità religiosa e demaniato il convento nel 1866, vi rimasero due religiosi per il servizio in chiesa, finché il 31 maggio 1886 l’intero stabile fu riacquistato all’asta da fra’ Giuseppe Giorgi di Assisi, su mandato del Ministro provinciale Nicola da Civitella, per la somma di 5.500 Lire.
Si pose subito mano ai restauri e nella congregazione del 24 maggio 1887, tenutasi a Chiesa Nuova, i Riformati vi inviarono una nuova famiglia religiosa, ricostituendovi immediatamente il noviziato. Con la fusione delle due province osservanti umbre del 1899 (a seguito della cosiddetta Unione leonina del 1897), la Spineta perse il noviziato, che però venne riaperto il 19 marzo 1911, a seguito dell’assegnazione del convento alla nuova Provincia Serafica di Santa Chiara, di tradizione riformata. Assieme al noviziato, si aprì alla Spineta anche il Collegio serafico, che rimase attivo fino al 1946, anno della definitiva fusione delle province osservanti umbre. Nel 1961 nella chiesa conventuale fu istituita la parrocchia di Santa Maria della Spineta; attualmente la famiglia religiosa costituisce fraternità parrocchiale e dal 4 ottobre 1989 il convento è divenuto casa di preghiera e di ritiro, finalizzata in particolare all’accoglienza delle famiglie.
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