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Liberi “da” ogni forma di schiavitù “per” essere pienamente noi stessi 05 Lug 2017

Libertà: abecedario dello spirito

Ancora tre parole si aggiungono al nostro lessico cristiano. Tre parole fondamentali: Libertà, peccato e vita che ci aiutano a comprendere come, con i nostri atti e l'aiuto della grazia, possiamo giungere alla pienezza della nostra umanità.

La prima tappa di questo nuovo viaggio è la parola libertà. Termine spesso abusato e quasi mai pienamente compreso a fondo, cerchiamo di comprenderlo meglio.

«Da principio Dio creò l’uomo e lo lasciò in balia del suo proprio volere» (Sir 15,14). Dio ha creato l’uomo ragionevole, conferendogli la dignità di una persona dotata dell’iniziativa e della padronanza dei suoi atti (cf. CCC 1730). L’uomo può volgersi al bene soltanto nella libertà. La vera libertà è nell’uomo un segno privilegiato dell’immagine divina. «Dio volle, infatti, lasciare l’uomo in mano al suo consiglio, che cerchi spontaneamente il suo Creatore e giunga liberamente, aderendo a lui, alla piena e beata perfezione. Perciò la dignità dell’uomo richiede che egli agisca secondo scelte consapevoli e libere, mosso cioè e determinato da convinzioni personali, e non per un cieco impulso istintivo o per mera coazione esterna. L’uomo perviene a tale dignità quando, liberandosi da ogni schiavitù di passioni, tende al suo fine mediante la scelta libera del bene e se ne procura con la sua diligente iniziativa i mezzi convenienti. Questa ordinazione verso Dio, la libertà dell’uomo, realmente ferita dal peccato, non può renderla effettiva in pieno se non mediante l’aiuto della grazia divina» (cf. Gaudium et spes 17).

La libertà è il potere, radicato nella ragione e nella volontà, di agire o di non agire, di fare questo o quello, di porre così da se stessi azioni deliberate. Grazie al libero arbitrio ciascuno dispone di sé. La libertà è nell’uomo una forza di crescita e di maturazione nella verità e nella bontà. La libertà raggiunge la sua perfezione quando è ordinata a Dio, nostra beatitudine (CCC 1731). Ogni persona umana, creata ad immagine di Dio, ha il diritto naturale di essere riconosciuta come un essere libero e responsabile. Tutti hanno verso ciascuno il dovere di questo rispetto. Il diritto all’esercizio della libertà è un’esigenza inseparabile dalla dignità della persona umana, particolarmente in campo morale e religioso (cf. CCC 1738 e Dignitatis humanae 2).

Con la sua croce gloriosa, Cristo ha ottenuto la salvezza di tutti gli uomini, li ha riscattati dal peccato che li teneva in schiavitù. «Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi» (Gal 5,1). In lui abbiamo comunione con la verità che ci fa liberi. Ci è stato donato lo Spirito Santo e, come insegna l’Apostolo, «dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà» (2 Cor 3,17). Fin d’ora ci gloriamo della libertà dei figli di Dio (CCC 1741).

La vera novità della rivelazione a proposito della libertà sta proprio nel potere di liberazione che Dio conferisce all’uomo. Si tratta di una libertà da, cioè di una sottrazione di fatto ai condizionamenti della natura peccatrice, e soprattutto una libertà per, cioè di un dinamismo interiore nuovo cui l’uomo deve corrispondere e che consiste fondamentalmente nell’esercizio concreto della carità come amore indiviso di Dio e dei fratelli.

Se ognuno di noi si facesse lettore attento del Vangelo, non potrebbe sfuggire all’incantamento per la libertà di Gesù. Leggendo il Vangelo, si respira a pieni polmoni la libertà. La libertà ha un segreto: il segreto è quel pezzo di Dio che è in te, che i veri maestri dello Spirito invitano a scoprire. È Dio la fonte di una vita libera! Se sei fedele a questo pezzo di Dio, sei libero dalla schiavitù degli altri e delle cose, dalle convenzioni abusate, dai codici senz’anima, dalle aspettative degli altri, dai giudizi che si possono esprimere. Per te contano gli occhi del tuo Signore, conta un piccolo pezzo di lui in te (Angelo Casati). L’in principio della libertà è in Dio, fonte di libere vite. All’avvicinarsi di Cristo si deve sentire aria di libertà. Liberi per essere più fedeli. Fedeli nell’essenziale, e liberi da tutto ciò che è secondario, transitorio, cascame culturale, apparato e apparenza…

 

In ABCEDARIO DELLO SPIRITO, a cura di Massimo Travascio
dal n. 4/2016 della Rivista Porziuncola



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