Viviamo un tempo di crisi sotto diversi aspetti: relazionale, psicologico, culturale, sociale, politico, ambientale, climatico, economico. Forse mai come oggi l’uomo, in particolare quello occidentale, ha percepito impellente il bisogno di intraprendere percorsi diversi da quelli seguiti fino ad oggi, e forse mai come oggi si è sentito in difficoltà nell’elaborazione e nell’applicazione di paradigmi diversi da quello dominante: individualista, tecnocratico, tutto rivolto al profitto.
Si potrebbe utilizzare un’immagine per descrivere la situazione degli ultimi secoli: l’umanità si è lanciata come un treno in corsa sui binari tracciati dal positivismo, dal miraggio di una crescita illimitata, dalla globalizzazione, dai risultati della scienza applicati all’innovazione tecnologica. Ora che questi binari stanno dimostrando la loro fragilità, stiamo intuendo che per questa via non arriveremo dove vorremmo.
Ma dove altro andare? Che altra strada percorrere? Che scelte compiere per non continuare in questa direzione? Non ci sono altri binari. La maggior parte dei passeggeri si ostina a pensare che “tutto andrà bene” e si illude che, alla fine, questi binari non sono poi così male. Basta solo aspettare che il treno riprenda velocità. Ma qualche visionario, preso da spirito di profezia, scende dal treno e si inoltra nel folto della foresta, a piedi, col machete, in cerca di strade nuove da percorrere.
Un Festival coraggioso
Il Festival Madre Terra Sorelle Stelle, tenutosi ad Amelia dall’8 all’11 settembre 2022, è stato un luogo di ritrovo per questi coraggiosi esploratori di nuovi percorsi. Perché aprire sentieri nuovi non è facile: si rischia di sbagliare strada, di dover tornare indietro. Si rischia di essere sbeffeggiati da chi è rimasto sul treno. Si rischia di faticare invano su strade cieche e spesso ci si percepisce soli, perché la ricerca di nuove strade è un lavoro da solitari, da avanguardisti, anche un po’ folli. Il Festival è stato organizzato dai Frati Minori del convento della Santissima Annunziata di Amelia, casa di animazione dell’Ufficio Giustizia, Pace e Integrità del Creato e sede del Planetario di Amelia. Il progetto ambizioso è stato ideato insieme alla fraternità dell’Ordine Francescano Secolare di Amelia, dopo un lungo tempo di discernimento sulle necessità della Chiesa di oggi e sul nostro possibile contributo. Per la realizzazione dell’evento è stato fondamentale il sostegno della Contrada Collis e del Comune di Amelia, che hanno fornito forze, competenze e spazi.
Ma la rete delle collaborazioni si è presto ampliata coinvolgendo molte associazioni sul territorio. Il festival è caratterizzato da due polmoni: quello dell’ecologia integrale e quello della scienza, in particolare l’astronomia. L’ecologia integrale è per eccellenza materia transdisciplinare, in cui confluiscono le materie più disparate: antropologia, economia, filosofia, scienze naturali, sociologia, diritto, psicologia. L’astronomia parallelamente collega molte discipline scientifiche: fisica, matematica, chimica, geografia, geologia, biologia ma anche archeologia, storia, arte e letteratura. L’ecologia integrale ha bisogno delle scienze per caratterizzare l’oggetto di studio e per caratterizzarne le connessioni, le interdipendenze, la complessità, come dimostra il taglio scientifico del capitolo primo dell’enciclica Laudato si’. Non si può non partire da un’analisi attenta delle realtà, con il contributo di tutti i saperi. Solo dalla conoscenza del reale sarà possibile tracciare nuove strade, scrivere nuove narrazioni, compiere scelte innovative.
I Frati Francescani si sentono interpellati fortemente da papa Francesco a «rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta» (LS 14), per poter elaborare insieme un paradigma che benefici del carisma di san Francesco, «l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità» (LS 10). Per questo l’Ufficio Giustizia, Pace e Integrità del Creato della Conferenza dei Ministri Provinciali Italiani, insieme all’Ordine Francescano Secolare, sostengono l’iniziativa desiderando che possa diventare un punto di riferimento per la Chiesa Italiana. Se sono poliedrici i contenuti del Festival, lo sono anche i destinatari dell’iniziativa.
Un Festival per tutti
Il primo livello è accademico, perché “diventa indispensabile dare ai ricercatori un ruolo preminente e facilitare la loro interazione, con ampia libertà accademica” (LS 140). Per questo motivo la Pontificia Università Antonianum ha organizzato una giornata di studi sull’ecologia integrale con gli interventi di Stefania Proietti, professoressa di Ingegneria ambientale, di Lella Miccolis, imprenditrice, e di Pinuccia Montanari, docente di Ecologia.
Nel pomeriggio una riflessione sul valore della transdisciplinarietà con i docenti della Licenza in Ecologia Integrale dell’Antonianum. Ma non ci si può fermare all’aspetto scientifico, perché la sfida può essere colta solo se si ricorre anche “alle diverse ricchezze culturali dei popoli, all’arte e alla poesia, alla vita interiore e alla spiritualità” (LS 63). Ecco perché il teatro sociale di Amelia è stato cuore pulsante del Festival con quattro serate di spettacoli teatrali sui temi dell’ecologia. La prima sera Giovanni Scifoni ha presentato la figura di san Francesco con lo spettacolo “Mani Bucate”, per lasciarsi affascinare dalla conversione di un uomo che ha saputo vedere ciò che non è visibile agli occhi. La seconda sera la compagnia teatrale “Dynamis” di Andrea de Magistris ci ha fatto riflettere sul valore della visione spirituale e sulla tragedia della sua scomparsa. Il terzo spettacolo, “Ora X” de “La Compagnia della Città” per la regia di Patrizio Ranieri Ciu, ha messo al centro dell’attenzione la crisi del tempo presente come opportunità da cogliere per tornare a dare alle parole il loro significato e alla vita la giusta direzione. Infine domenica sera un “Science concert” con l’astrofisico Lorenzo Pizzuti per riflettere sul valore della scienza in modo davvero originale. Il coinvolgimento delle scuole come agenzie educative per i giovani non poteva mancare. Per questo al Chiostro Boccarini è stato organizzato “Gioca la Scienza”: uno spazio dove gli studenti delle secondarie hanno potuto coinvolgere i più piccoli in esercitazioni pratiche e laboratori esperienziali, per avvicinare la scienza anche nei suoi risvolti pratici e giocosi.
Ma grande attenzione anche al tema dell’infodemia con i laboratori critici per aiutare i piccoli (ma anche i grandi) a non perdersi nella mole di informazioni del mondo moderno. In questa prospettiva si colloca la premiazione della biologa e giornalista scientifica Barbara Gallavotti da parte della divulgatrice Gabriella Bernardi. Dopo aver condiviso la sua grande esperienza di divulgazione e dopo aver condiviso qualche episodio della sua esperienza lavorativa con Piero Angela, Barbara ha ricevuto un premio simbolico per il suo impegno costante nel rendere la scienza comprensibile e utile a tutti. Il Festival ha coinvolto anche il mondo delle imprese, vero motore di ogni conversione ecologica. Per questo è stato lasciato spazio ad alcune società (Cesar, Novamont, Aboca e Farchioni) che hanno saputo abbracciare i principi dell’ecologia integrale tentando di tracciare nuovi modelli di sostenibilità etica, ambientale ed energetica. Il Festival si augura di poter diventare un catalizzatore di conversione per le imprese, sostenendo il loro tentativo di innovare i processi produttivi e gli statuti etici.
Uno sguardo verso il cielo
L’astronomia ha avuto in Gianluca Ranzini, astrofisico e giornalista, e in Roberto Battiston, docente di fisica sperimentale dell’Università di Trento, due eccellenti relatori. Con lo star party di sabato sera centinaia di persone hanno potuto osservare direttamente il cielo stellato aiutati dai competenti astrofili del Planetario di Amelia e dell’Unione Ternana Astrofili. Significativo è stato anche il momento di preghiera interreligiosa alla sala s. Agostino, cui hanno preso parte il Ministro Generale dei Frati Minori fra Massimo Fusarelli, il Ministro Provinciale fra Francesco Piloni, l’Imam della Grande Moschea di Roma Nader Akkad, il segretario GPIC COMPI fra Francesco Zecca, il Direttore dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo don Enzo Greco, il pastore valdese prof. Pawel Gajenski e il parroco ortodosso p. Vasile Andreica. La sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e toccano tutti: per questo chiedono a tutte le religioni di «entrare in un dialogo tra loro orientato alla cura della natura, alla difesa dei poveri, alla costruzione di una rete di rispetto e di fraternità» (LS 201).
I contenuti di questa prima edizione rappresentano anche un invito per la seconda edizione, che si terrà ad Amelia dal 4 al 10 settembre 2023.
In LAUDATO SI, di Andrea Frigo
dal n. 4/2022 della Rivista Porziuncola
Amelia Andrea Frigo Laudato si’ Madre Terra Rivista Porziuncola
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