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Festa della Provincia e degli Anniversari 24 Feb 2018

O santi o falliti

Il 24 febbraio – come ha ricordato stamane il Ministro Provinciale, p. Claudio Durighetto – è stato da qualche anno scelto come giorno di festa della Provincia Serafica di San Francesco d’Assisi e come giorno per festeggiare gli anniversari di Sacerdozio e di Professione Religiosa dei nostri confratelli.

Secondo la tradizione, il 24 febbraio del 1209 Francesco ascolta in Porziuncola il Vangelo di Matteo dell’invio missionario dei discepoli da parte di Gesù e – come ci ricorda il primo biografo di Francesco nella Vita Prima – “subito, esultante di divino fervore, esclamò: Questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore!”.

È proprio questo slancio di desiderio e di un cuore capace di donarsi che festeggiamo nei nostri fratelli.

Dopo i saluti, il Ministro, ha accolto i frati provenienti da tutte la Fraternità Provinciali e letto un breve messaggio di S.E. Vittorio Viola – che festeggia da Tortona il suo 25^ di sacerdozio – e subito introdotto la testimonianza di p. Gianni Califano, frate minore e Postulatore generale per le cause dei Santi.

A Padre Gianni in particolare il Ministro ha chiesto di spiegare il proprio servizio a Roma e di come il Postulatore partecipi al processo di canonizzazione. “Questo servizio – come ha ricordato lo stesso p. Gianni – si innesta in una lunga tradizione di frati minori ma in un tempo, in generale dal Concilio Vaticano II e molto più negli ultimi anni, in cui il numero di canonizzazioni è aumentato notevolmente”.

Frutto in particolare della riflessione Conciliare e “di una riscoperta pastorale della chiesa della santità, basti pensare ad esempio alla Costituzione Dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium che alla universale chiamata alla santità dedica un intero capitolo, o ancora alla puntualizzazione di Giovanni Paolo II che nella Novo Millenio Ineunte parla della santità come la misura alta della vita della chiesa”.

Universale chiamata alla santità, proprio questo è stato uno dei punti su cui p. Gianni si è soffermato di più, perché nelle sei ultime canonizzazioni seguite da lui è rappresentato tutto il popolo di Dio: dal papa Giovanni XXIII (2014) a Maria Cristina di Savoia, regina e sposa, non mancano Vescovi, evangelizzatori, frati, martiri, bambini e tanti laici.

“La santità – ha ricordato – è l’unione alla vita di Cristo, si capisce allora il perché di tanti santi, ovvero sono frutto di un rinnovato modo di vivere il proprio battesimo e la propria vita di figli di Dio nell’ordinario, che diventa il terreno per coltivare le virtù”. I numeri dell’attività di Postulatore di p. Gianni parlano di sette canonizzazioni in nove anni e tante cause aperte.

“Il Postulatore – ha concluso – è un tecnico che lavora, in stretta collaborazione con la Congregazione per la causa dei santi, su quelle storie di santità che risultano avere i requisiti per ricevere il riconoscimento canonico”.

A margine del suo intervento, p. Gianni ha ricordato che lavoro tecnico e preghiera e fede vanno di pari passo nel processo di canonizzazione, infatti “il miracolo –  ha concluso – è suscitato dalla fede di chi lo chiede ma è concesso da Dio per la fede, ovvero perché questa venga incrementata”.

Dopo la testimonianza ha preso la parola il Ministro Provinciale per la consegna del dono simbolico di un cingolo ai fratelli festeggiati:

Professione religiosa

  • 25^: fr. Michele Ardò, fr. Rosario Gugliotta, fr. Francesco Sansone, fr. Saul Tambini
  • 50^: Fr. Stefano Gesi Micali
  • 60^: Fr. Rocco De Rosa e Fr. Ermanno Piccione
  • 80^: Fr. Giulio Mancini

Sacerdozio

  • 25^: Fr. Sergio Macario, Mons. Vittorio Viola, fr. Eugenio Landrini
  • 50^: fr. Enrico Acetulli e fr.Emidio Paesani
  • 70^: fr. Bonaventura Vergari

Il ringraziamento a Dio per questa fedeltà e insieme il rinnovo di essa, è stato fatto nella Solenne celebrazione eucaristica in Porziuncola presieduta dal Ministro Provinciale. Nella sua omelia – disponibile qui e che riportiamo integralmente nel video – p. Claudio ha ricordato che la giustizia che dobbiamo ricercare è quella che “va misurata secondo il paradigma della croce e non di quella umana” e che questa deve caratterizzare tutte le relazioni fraterne. Queste devono essere svuotate da tutte quelle “parole cattive, ovvero dalle parole amare che feriscono, che seminano il male, non edificano”.

“Lo stile di vita delle nostre fraternità – ha concluso – non deve essere quello di relazioni pagane ma improntate a qualcosa di nuovo, caratterizzato dalla non selettività, dalla gratuità e dalla benevolenza”.

Accolti dal Custode della Porziuncola, p. Giuseppe Renda, tutti i frati in semplicità e letizia hanno pranzato assieme prima di ripartire per i rispettivi servizi nelle varie fraternità.



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