“Laudato si, mi Signore,
per quelli che perdonano
per lo tuo amore”
Questa strofa del Cantico delle Creature compendia in maniera stupenda la mirabile sinfonia a lode di tutte le cose, di tutte le situazioni, persino della morte, fiorita dal cuore di Francesco innamorato di Dio e di tutte le cose.
Con l’aggiunta di questa strofa il Cantico diventa un inno al perdono e alla pace e scende dalla lode cosmica per raggiungere il cuore dell’uomo con le sue tensioni, i suoi conflitti e le sue sofferenze.
Questa aggiunta a lode del perdono, fiorisce in un momento particolare della vita del santo Poverello. Nel luglio del 1226, quasi ormai alla conclusione della vicenda terrena di Francesco, scoppiò una forte contesa fra il Vescovo di Assisi e il Podestà; non c’era strada di pacificazione e di intesa fra i due contendenti.
Francesco aveva saputo la cosa ma, malato com’era, non potendo muoversi, si rammaricava fortemente. “È una grande vergogna per noi, servi del Signore – andava ripetendo dal suo letto di dolore – che Vescovo e Podestà si odino così fortemente e che nessuno sia capace di ristabilire la pace tra i due”. Fu allora che il Santo compose la strofa del Perdono e poi pregò due frati che, radunati il Vescovo e il Podestà, la cantassero davanti a loro, e così avvenne. Radunati i due e presente una folla di curiosi, uno dei frati disse: “Frate Francesco, nella sua malattia, ha composto delle lodi in onore del Signore per le sue creature; vi prega di ascoltarle con devozione!”. I frati cantarono anche la nuova strofa del Perdono e, mirabile a dirsi, i due contendenti si ritrovarono l’uno nelle braccia dell’altro, come se fossero stati i due più grandi amici della terra.
Possiamo ben dire che l’intera vita di Francesco fu un inno alla pace e al perdono; egli fu davvero strumento di Dio in tutti i momenti della sua vita, sempre profumata di perdono e di grande misericordia. Francesco aveva realmente capito che solo il perdono dato incessantemente, secondo le indicazioni di Cristo, può guarire i mali del cuore umano e ristabilire patti di pace per tutta l’umanità. E quando una notte, il Cristo, nella Porziuncola, aprendo le ricchezze inesauribili del suo cuore dirà a Francesco di chiedere qualsiasi cosa, poiché Egli gliel’avrebbe concessa, Francesco chiede per tutti coloro che lungo i secoli si sarebbero recati a pregare nella piccola chiesa, la grazia straordinaria del Perdono e della misericordia.
Fu allora che strappò dal cuore di Cristo il grande dono del “Perdono”, che dalla Porziuncola continua a fluire come da una limpida sorgente e continua a rinnovare la vita e la storia degli uomini
Foto credit: Igor Érico su Unsplash
Cantico delle Creature Perdono Porziuncola San Damiano
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