“Francesco, perché a te tutto il mondo viene dietro, e ogni persona pare che desideri di vederti e di udirti e di obbedirti? Francesco, perché a te?”. Questa è la domanda che frate Masseo pone a frate Francesco davanti alla popolarità che questi ancora vivente aveva già dappertutto. In effetti molti giovani da Assisi, dall’Italia e dall’Europa si misero in cammino dietro al figlio di Pietro di Bernardone per vivere come viveva lui. Ma cosa muoveva tanta gente a cercarlo, a volerlo incontrare, a desiderare di parlargli, vederlo e, come accadde a molti, lasciare tutto e seguirlo nella impegnativa via che proponeva? E perché ancora oggi molta gente prova tanta simpatia e attrazione per Francesco d’Assisi?
Forse perché la sua semplicità, la sua povertà, la sua immediatezza, il suo consegnarsi disarmato porta a riconoscerlo come “uno dei nostri”; forse anche perché i francescani (frati minori, cappuccini, conventuali), ovunque sono vissuti hanno condiviso attivamente le vicende del popolo.
Ma chi è stato Francesco? Nel tempo in cui ha vissuto (che a ben guardare non è molto differente dall’attuale), erano frequenti le lotte tra città e comuni confinanti, tra benestanti e nullatenenti, tra sani e malati, tra potenti e deboli. Francesco, colpito dall’amore gratuito di Dio per lui e per ogni singola creatura, come indica Gesù nel Vangelo al giovane ricco: ”Va vendi tutto quello che hai, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi”, capì che doveva restituire tutto e andare leggero, senza nulla di proprio per stare dalla parte dei ”minori” (di chi era meno considerato e aveva minori possibilità) e farsi loro ”fratello”; in un primo momento si prese cura lui stesso dei lebbrosi, poi andrà a vivere con essi e, in seguito, a coloro che volevano unirsi a lui, faceva trascorrere un periodo di servizio in un lebbrosario, per verificarne l’autenticità delle motivazioni. E’ stato dunque uno che si è immischiato giocandosi totalmente e in prima persona.
Ma ci chiediamo anche: chi non è stato Francesco? Vivendo da dieci anni nei luoghi francescani umbri mi sono imbattuto sovente in immagini distorte e fasulle di Francesco. Molti credono che Francesco sia stato un personaggio originale, strambo e distaccato dagli altri uomini; spesso si immagina che egli abbia contestato la Chiesa cattolica fondando la fraternità dei frati minori; altri ancora ritengono che sia stato il difensore e l’amante degli animali e della creazione; alcuni lo pensano un sognatore, un pazzo, un dissennato, un irresponsabile che ha rinunciato a tutto il patrimonio di famiglia. Tutto ciò ha dato vita a centinaia di facce differenti di Francesco, spesso molto lontane dalla verità e contrastanti le une dalle altre.
Allora qual è il messaggio di Francesco? Che cosa può dire agli uomini e donne del nostro tempo? Indico cinque caratteristiche essenziali:
1) Fraternità, in un mondo individualista. Domina dappertutto l’autosufficenza, l’indipendenza a tutti i costi: Francesco ci indica che insieme e fraternamente possiamo e dobbiamo affrontare le vicende della vita.
2) Essenzialità e sobrietà, in un mondo dedito a consumare. Sembra che si debbano possedere un’infinità di cose superflue e che bisogna produrre per consumare e consumare per produrre, a getto continuo, 24 ore su 24, senza fermarsi mai: Francesco ci indica che le cose necessarie sono molto poche, quelle utili ancora meno, mentre a quelle superflue nemmeno ci pensa.
3) Gratuità, in un mondo che tutto paga. Dal computer alla stima, dalla benzina all’amicizia, dai mattoni all’affetto, dalla competenza all’accoglienza siamo immersi (dalla testa ai piedi, dalla mattina alla sera, dalla nascita alla morte), in una logica di mercato: Francesco, attingendo al Vangelo, indica che ”gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.
4) Cattolicità, in un mondo dove cresce la tentazione di farsi una religione a propria misura. Non ci sono dubbi: in nessun momento Francesco ha operato in difformità dalle tracce indicate dal Vescovo di Assisi e dal Papa: fedelmente.
5) Sguardo fisso a Cristo, in un mondo distratto, attirato da mille voci e alla ricerca del senso della vita. Solo Cristo Signore, nessuno al di fuori di lui ha orientato le scelte di Francesco e i suoi passi; in ogni momento del suo appassionato percorso, prima di scegliere, ha voluto domandarsi come Cristo avrebbe agito e cosa Cristo avrebbe detto. Chi si dichiara amico di Francesco, non può discostarci da questi caratteri essenziali, sarebbe prenderne i pezzetti che accomodano. E dimenticare quelli più preziosi.
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