Il riordinamento e l’inventariazione dell’Archivio provinciale dei Minori a Santa Maria degli Angeli è un cantiere aperto, che continua a procedere, passo dopo passo. I fondi delle ex Province rimangono una priorità, ma a volte è necessario cambiare rotta, per privilegiare fondi diversi, al fine di assecondare serie esigenze di ricerca. È il caso del fondo personale di Pasquale Brugnani, fine liturgista e consultore di più congregazioni romane, vissuto a cavallo tra Otto e Novecento. Gli studi liturgici lo stanno riscoprendo, l’interesse scientifico attorno alla sua figura aumenta, per cui si è giudicato opportuno riordinarne le carte. Il lavoro, cospicuo, è ancora in corso, ma è già in grado di fornire spunti interessanti.
Nazareno (questo il nome di battesimo) Brugnani nasce a San Martino in Campo, presso Perugia, il 15 dicembre 1869, da famiglia contadina. Trent’anni più tardi lo troveremo richiamato da Gerusalemme a Roma, dove era giunta l’eco delle sue straordinarie doti intellettuali; in breve sarebbe divenuto familiare dei più influenti cardinali romani e interlocutore diretto di papa Pio X, che soleva chiamarlo “il terribile Pasquale”, per l’assoluto rigore che lo guidava nell’esercizio dei propri incarichi. Una tale scalata sociale – dai campi del piano del Tevere ai palazzi vaticani – apre già di per sé spunti per riflessioni interessanti; poche altre condizioni, oltre all’indossare il saio, potevano all’epoca permettere, pur in presenza di un eccezionale talento, una tale carriera. Ma qui ci limitiamo a offrire spunti. Brugnani entra ancor fanciullo nella Provincia umbra dei Minori osservanti e veste l’abito religioso nel 1885. Il giovane è promettente ed è opportuno sottrarlo all’obbligo della leva militare; i Patti Lateranensi sono ancora lontani e la professione religiosa nulla vale agli occhi dello Stato. Pasquale è quindi inviato in Terra Santa, a Gerusalemme, dove riceve gli ordini maggiori ed è ordinato sacerdote il 17 dicembre 1892. Ma soprattutto studia: liturgia, sacra Scrittura, patristica divengono il suo pane quotidiano.
Si distingue ben presto come raffinato liturgista. I suoi testi, soprattutto le messe, impressionano per la perfezione liturgica, la profonda dottrina, la bellezza letteraria. Nel 1901 il conterraneo Bonaventura Marrani, Procuratore generale dell’Ordine, lo chiama a Roma. Ne fa, formalmente, il proprio segretario, ma di fatto Brugnani diviene l’uomo che per trent’anni tratta gli affari più delicati dell’Ordine. Giunto a Roma, entra immediatamente anche nei palazzi vaticani. È creato consultore della Sacra Congregazione del S. Uffizio, di quella dei Riti e della Sacra Penitenzieria Apostolica. I suoi 35 anni a Roma sono caratterizzati da lavoro indefesso, condotto con discrezione e tenacia; non ricopre mai incarichi superiori a quelli indicati, ma la sua influenza presso la Curia generale e le Congregazioni di cui è membro è massima. L’opinione di Brugnani, così come i suoi voti nelle Congregazioni, sono rispettati e temuti. Si potrebbe scrivere a lungo su questo personaggio, i cui appunti di lavoro e la cui corrispondenza internazionale sono vergati quasi sempre in latino, ma qui non possiamo andare oltre la mera elencazione. Suo il merito principale del riconoscimento del titolo di basilica patriarcale e cappella papale per S. Maria degli Angeli nel 1909. Suo il merito del riconoscimento dell’indulgenza toties quoties per la Porziuncola nel 1921. Anche la costruzione, in quegli anni, della nuova facciata monumentale della basilica gli deve molto.
Ma Brugnani è anzitutto un liturgista. È fondamentale la sua collaborazione alle riforme del breviario, del martirologio e del messale romano, volute da Pio X e Benedetto XV. Vescovi e superiori religiosi di tutto il mondo si fanno un vanto di ottenere una messa propria scritta da lui. Fino alla morte, che lo coglie nel convento romano di Sant’Antonio il 13 agosto 1936, è indiscutibilmente tra le principali auctoritates liturgiche della Chiesa cattolica. Nel 1949 p. Egidio Maria Giusto fa apporre una monumentale epigrafe in sua memoria all’interno della basilica di S. Maria degli Angeli, ma successivamente il ricordo di Brugnani si spegne, forse vittima dell’atmosfera innovatrice creata dal Concilio Vaticano II, che specialmente in campo liturgico conduce a tagliare i ponti, in maniera forse sin troppo netta, col passato, soprattutto quello più recente. È forse giunto il momento di restituire a Brugnani ed alla pagina di storia che ha contribuito a scrivere l’attenzione che merita. La conoscenza storica e la consapevolezza intellettuale che da essa sempre deriva potranno solo giovarsene. Il riordinamento del Fondo Brugnani vuol essere un primo passo in questa direzione.
In PERLE D’ARCHIVIO, a cura di Andrea Maiarelli
dal n. 2/2018 della Rivista Porziuncola
Andrea Maiarelli Archivio Basilica di Santa Maria degli Angeli
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