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Veglia di Pasqua in Porziuncola 21 Apr 2019

La Pasqua è per chi ama la vita!

Se nel Giovedì Santo ha predominato la solennità dell’istituzione dell’Eucaristia e nel Venerdì Santo la mestizia, il dolore e la penitenza per la Passione e morte di Gesù, con la sua sepoltura; nel Sabato Santo invece prevale il silenzio, il raccoglimento, la meditazione, per Gesù che giace nel sepolcro prima della gioia della Domenica di Pasqua con l’annuncio della Risurrezione.

Anche in basilica si sono celebrate solo la preghiera dell’Ufficio delle Letture e delle Lodi la mattina, presieduta da fr. Fabio Nardelli, e i vespri delle 19.00 guidati da fr. Simone Ceccobao.
Questo è anche il giorno della “crisi” della Parola: gli stessi Vangeli non raccontano nulla, possiamo solo immaginare che in questo tempo il corpo di Gesù sia rimasto nel sepolcro, mentre gli apostoli, essendo giorno di riposo per gli ebrei, siano restati senza sapere cosa sarebbe accaduto dopo.
“Disceso agli inferi”, questa confessione del Sabato santo sta a significare che Cristo ha oltrepassato la porta della solitudine, che è disceso nel fondo irraggiungibile e insuperabile della nostra condizione di solitudine. Questo indica però che anche nella notte estrema nella quale non penetra alcuna parola si dà una voce che ci chiama, una mano che ci prende e ci conduce.

La solitudine insuperabile dell’uomo è stata superata dal momento che Egli si è trovato in essa. L’inferno è stato vinto dal momento in cui l’amore è anche entrato nella regione della morte e la terra di nessuno della solitudine è stata abitata da lui.
Alla fine del silenzio del sabato, la Veglia si presenta come la celebrazione più intensa del mistero pasquale. Il fatto di vegliare significa che nella notte di questa vita noi aspettiamo l’alba della risurrezione, cioè il ritorno di Cristo, che già ci illumina nella fede. Ed è quello che la nostra fraternità ha voluto celebrare con tutti i fedeli accorsi in basilica verso le 22.00 nella celebrazione presieduta dal parroco di Santa Maria degli Angeli fr. Marco Vianelli.
Per antichissima tradizione questa è «la notte di veglia in onore dei Signore» (Es 12,42), giustamente definita «la veglia madre di tutte le veglie» (s. Agostino). In questa notte il Signore è passato per salvare e liberare il suo popolo oppresso dalla schiavitù; in questa notte Cristo è passato alla vita vincendo la grande nemica dell’uomo, la morte. Vegliare è un atteggiamento permanente della Chiesa che, pur consapevole della presenza viva del suo Signore, ne attende la venuta definitiva.
La liturgia che abbiamo vissuto in Basilica è stata presenza viva, nei segni, dell’evento cardine della salvezza: la morte-risurrezione del Signore. La successione dei simboli di cui è intessuta la Veglia ha espresso bene il senso della risurrezione di Cristo per la vita dell’uomo e del mondo.
Liturgia della luce: il mondo della tenebra è attraversato dalla Luce, il Cristo risorto, in cui Dio ha realizzato in modo definitivo il suo progetto di salvezza. In lui, primogenito di coloro che risorgono dai morti, si illumina il destino dell’uomo e la sua identità di “immagine e somiglianza di Dio”.

I catecumeni e battezzati, che la tradizione cristiana ha definito “illuminati” per la loro adesione vitale a Cristo-Luce, sanno che la loro esistenza è radicalmente cambiata. Ecco perché, grazie all’impegno della Corale Porziuncola e del maestro fr. Maurizio Verde, si è innalzato il “canto nuovo” (il preconio, il gloria, l’alleluia) come ricordo delle meraviglie operate dal Signore nella nostra storia di “salvati”, e come rendimento di grazie per una vita di luce.
Liturgia della Parola: le 7 letture dell’Antico Testamento sono una sintesi della storia della salvezza. Nella consapevolezza che la Pasqua di Cristo tutto compie e riassume, la Chiesa medita ciò che Dio ha operato nella storia. Quella serie di eventi e di promesse vanno riletti come realtà che sempre si attuano nell’oggi della celebrazione; sono dono e mèta da cercare continuamente.
Liturgia battesimale: il popolo chiamato da Dio a libertà, deve passare attraverso un’acqua che distrugge e rigenera. Come Israele nel Mar Rosso, anche Gesù è passato attraverso il mare della morte e ne è uscito vittorioso. Nelle acque del battesimo è inghiottito il mondo del peccato e riemerge la creazione nuova. Anche se in basilica non ci sono stati battesimi, in unione spirituale con i nuovi battezzati, si è fatta memoria del passaggio pasquale della Chiesa, e si è rinnovata nelle “promesse battesimali” la propria fedeltà al dono ricevuto e agli impegni assunti in un continuo processo di rinnovamento, di conversione e di rinascita.
Liturgia eucaristica: è il vertice di tutto il cammino quaresimale e della celebrazione della Veglia. Il popolo rigenerato nel battesimo per la potenza dello Spirito, è ammesso al banchetto pasquale che corona la nuova condizione di libertà e riconciliazione. Partecipando al corpo e al sangue del Signore, la Chiesa offre se stessa in sacrificio spirituale per essere sempre più inserita nella pasqua di Cristo.
Fr. Marco Vianelli nella sua omelia  (clicca QUI per rivedere il video) ha posto una semplice, ma precisa, domanda: “per chi è questa Pasqua di risurrezione?” e, analizzando i personaggi del racconto evangelico (Lc 24,1-12) ci ha guidato nella comprensione della risposta. Questa Pasqua è per chi custodisce la vita, per chi se ne prende cura, in ogni forma, proprio come hanno fatto le donne che sono andate al sepolcro per dare dignità al corpo di Gesù. È per chi ha il cuore pieno di domande di fronte alla morte, come Pietro che è arrivato alla tomba vuota di Gesù rimanendo colmo di stupore. È per chi cerca vita in situazioni di morte, in relazioni spente, in esperienze sterili, risuona allora l’annuncio dell’angelo, “il Vivente non è qui, nella tomba!”. Rileggiamo la nostra storia, ha infine concluso il parroco, per lasciare spazio a Dio nelle nostre morti e nei nostri sepolcri per permettere alla luce della risurrezione di darci la possibilità di un nuovo inizio.
Con questa gioia nel cuore i frati della Porziuncola augurano a tutti una santa Pasqua del Signore, certi che con il Suo aiuto queste celebrazioni, vissute nella nostra Basilica, daranno nuovo vigore alla vita di tutti i giorni.

 

 

 

 

 



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