Prosegue, nella Basilica papale di Santa Maria degli Angeli, il Triduo in preparazione alla solennità del Perdono presieduto da S.E. Mons. Luciano Paolucci Bedini, Vescovo di Gubbio.

Il Vescovo, commentando un altro brano dell’apostolo Paolo, ha sottolineato ulteriormente il legame mostrato già nella prima meditazione ed esistente tra il perdono, questa sera visto con i tratti della riconciliazione, e la santità.

La fermezza con cui San Paolo dice “sappiamo bene ...” ci sorprende e ci fa chiedere se noi cristiani, quando ci accostiamo al sacramento della riconciliazione o nel modo di intendere la nostra fede, abbiamo ancora la consapevolezza che quel perdono è reso possibile dall’atto unilaterale della misericordia di Dio! I santi questo lo sanno e da Dio solo attingono vita. Loro, i santi, si sono lasciati cambiare il cuore, e da lì ne è seguito un cambiamento anche nello sguardo: occhi nuovi per vedere le cose e le persone come Dio le vede, capaci di vedere le cose nuove che Dio sta già operando in loro.

Le cose nuove sono quelle passate per il perdono di Dio, perciò tutti noi possiamo essere nella vita nuova: Dio infatti non dimentica nessuno, anzi ci rende figli nel Figlio. La Parola della riconciliazione, che è Parola di Dio quindi capace di fare quello che dice, ricrea in noi la santità originaria con cui e in vista di cui siamo stati creati.

Paolo prosegue che in Cristo noi tutti siamo ambasciatori: la Chiesa è incaricata dell’annuncio del perdono da cui lei stessa è salvata e resa santa. Nati dalla sorgente stessa della santità, annunciamo la grazia di Dio da cui sappiamo sempre di essere amati e perdonati.