Proseguono i contributi di fr Andrea Dovio sulle visite di due amati santi alla Porziuncola: San Giovanni Paolo II e Santa Teresa di Calcutta.
Fu presente allo storico incontro un’altra splendida figura di santità, legatissima al Pontefice polacco: madre Teresa di Calcutta, di cui scrisse allora in tono commosso su questa rivista il nostro p. Giacinto Cinti.
«Non intendo parlare di quanto è accaduto in Basilica, di quanto è accaduto nella piazza antistante la Basilica all’arrivo del Papa, al suo incontro con i capi delle diverse Religioni mondiali. Queste sono notizie che tutti hanno potuto seguire attraverso la televisione o hanno potuto leggere poi nei vari giornali, o qui in questa nostra rivista. Riferisco un piccolo particolare, che è sfuggito a tutti í mezzi di comunicazione sociale, ma che forse ha una grande importanza. E non soltanto per noi, ma per lo stile voluto dare alla giornata.
Più volte sui teleschermi è comparsa, inquadrata con cura, quasi per farle dispetto o strapparla dal suo raccoglimento, la figura esile, minuscola di Madre Teresa. Ci sarà stato nessuno che si è domandato come ha iniziato Madre Teresa quella giornata così impegnativa anche per lei? In fondo Madre Teresa è una infaticabile operatrice di pace che ha come campo d’azione l’intero pianeta. La pace perciò la interessa come la interessano e la impegnano senza riserve le indicazioni del Papa. Allora come ha iniziato la giornata del 27 ottobre Madre Teresa di Calcutta? Come sempre! Nel nascondimento, nutrendosi di Cristo Eucaristia, accanto ai malati. Ce la siamo vista, immersa nel suo profondo raccoglimento, sui banchi della cappella dell’Infermeria, dove i frati malati, i frati anziani, i frati sofferenti, pregano, offrono al Signore l’esperienza più totale e radicale della povertà dell’uomo: la malattia, l’attesa di sorella morte. Ha partecipato alla santa Messa con noi, ha ricevuto con noi la Comunione, ha fatto con noi il ringraziamento in silenzio.
Allo scambio del segno di pace ho potuto stringere le sue mani giunte che infinite volte si sono aperte verso la sofferenza dei fratelli e delle sorelle, incontrati nel suo pellegrinaggio ininterrotto tra le miserie e le angosce del mondo. Durante il periodo più acuto della malattia avevo offerto al Signore le tribolazioni anche per il buon esito della giornata del 27 ottobre, voluta dal Santo Padre; mi ero chiesto, specialmente nelle tormentose, interminabili notti senza sonno, se avrei potuto vedere e avvicinare il Papa, ma non mi era mai venuto in mente che a pregare con noi, per la pace, nella cappella dell’Infermeria dei Frati Minori della Porziuncola, avremmo avuto Madre Teresa.
È venuta, ha pregato con noi e infine è passata per le stanze dei malati più gravi, crocifissi sul loro letto, a salutare e a chiedere preghiere e benedizioni. Ha sostato a lungo presso il più anziano: p. Sebastiano Di Martino, custode della Porziuncola negli anni lontani della guerra, e a lui, in modo particolare, ha chiesto preghiere. Poi quasi in punta di piedi, in silenzio, così com’era venuta, se n’è andata per partecipare alla preghiera “universale dell’umanità per la pace”, voluta e guidata dal Papa in Assisi, nella terra di San Francesco, con l’inizio dalla Porziuncola del Perdono. Ma Madre Teresa aveva iniziato dalla Porziuncola della sofferenza...».
in SANTI ALLA PORZIUNCOLA, di Andrea Dovio dal n. 4/2017 della Rivista Porziuncola
27 ottobre 1986 Andrea Dovio Basilica di Santa Maria degli Angeli Giacinto Cinti Giovanni Paolo II Infermeria provinciale Madre Teresa di Calcutta Porziuncola Rivista Porziuncola Sofferenza
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