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Veglia di preghiera alla Porziuncola in preparazione alle ordinazioni sacerdotali di sei frati 23 Giu 2018

Uomo di Dio, uomo dell’annuncio e uomo per gli altri

Ieri sera, alle 21.15, tanti frati e suore, insieme a numerosi amici – di Assisi e dintorni, ma anche venuti da lontano – si sono ritrovati nella Basilica papale di Santa Maria degli Angeli, dinanzi alla Porziuncola, per lodare il Signore e pregare per e con i sei fratelli che oggi pomeriggio saranno ordinati sacerdoti. Si tratta di fra Andrea Dovio, fra Andrea Raponi, fra Emanuele Gelmi, fra Matteo Curina, fra Pietro Luca Roccasalvae fra Stefano Paolo Gennari. Ha presieduto la veglia p. Gianpaolo Masotti, da anni direttore delle Edizioni Porziuncola e della Libreria Internazionale Francescana, e attuale anche Maestro dei professi temporanei e responsabile della formazione proprio dei candidati a ricevere i Ministeri ordinati.

P. Gianpaolo, durante una breve riflessione, ha aiutato i presenti ad avere maggior consapevolezza del Dono che i nostri fratelli si preparano a ricevere. Lo ha fatto provando a rispondere alla domanda “chi è il sacerdote di Dio?” partendo dalla Parola ascoltata durante la Veglia: un brano dalla Prima Lettera di Giovanni (1Gv 4,7-16), seguita dal Salmo 102 e dalla proclamazione del brano di Vangelo (Gv 21,15-19).

Sono emerse le seguenti tre caratteristiche essenziali:

  1. innanzitutto il sacerdote è un uomo di Dio! La domanda che Gesù rivolge a Pietro “mi ami tu?” rivela la natura e la sostanza del cristianesimo: una relazione, un’amicizia, un’intimità con la persona di Gesù prima e più di una dottrina o delle pratiche o degli obblighi. Il Signore ci ha donato tutto quello che siamo e anche tutto di sé per rivelarci il suo essere amore per noi;

  2. il sacerdote è anche l’uomo dell’annuncio: l’apostolo Giovanni ci ricorda nella sua Prima Lettera che noi cristiani abbiamo conosciuto e creduto a quell’amore di Dio rivelato in Cristo Gesù. Non ci basta credere all’onnipotenza, all’onniscenza, alla perfezione di Dio … ciò che da senso alla vita è proprio quell’amore che il sacerdote ha conosciuto, creduto ed è chiamato ad annunciare. Nel mondo ci sono tante parole, ma proprio il vuoto che quelle parole lasciano è il luogo in cui può attecchire l’unica Parola che da vita;

  3. ed infine è un uomo per gli altri: perché l’amore di Dio non va tenuto per sé ma va condiviso, così come ogni suo dono. A Pietro il Signore non ha consegnato un gregge su cui dominare, ma un gregge da servire con amore, un gregge che resta Suo, del Signore: “mi ami tu? Pasci le mie pecore”. Gesù considera risposta al suo amore la cura che Pietro avrà del popolo a lui affidato, ma prima che le opere di carità, prima del fare bene viene il volere bene.

Per fugare il sospetto che siano i perfetti, o quanto meno quelli particolarmente abili o meritevoli, ad essere chiamati, p. Gianpaolo ha notato come nella Bibbia le chiamate non sono rivolte necessariamente a quelle persone che umanamente risultano impeccabili o più adatte di altre. Questo pare essere lo stile di Dio: quando vuol fare grandi cose sceglie strumenti apparentemente inadeguati perché appaia con chiarezza che è Lui il Signore, e noi suoi servi siamo felici di collaborare con Lui.

È solo per Suo Dono che gli ordinandi potranno essere totalmente Suoi, suo Dono sarà la fecondità del Ministero e Suo Dono quello che riceveranno oggi pomeriggio, a partire dalle 16.30, nella Basilica papale di Santa Maria degli Angeli per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.E. Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino. La celebrazione potrà essere seguita in diretta grazie alla WebTV della Porziuncola.

A questa meditazione è seguito un ampio tempo di adorazione alla persona di Gesù Cristo presente nella Santissimo Sacramento, artefice e perfezionatore della nostra fede, Lui che ai sei fratelli ordinandi – e a tutti i cristiani – continua a ripetere in ogni situazione di “non temere”, perché Lui, l’Emmanuele, è con noi.

Al termine del video ci è piaciuto riportare alcune parole di San Francesco, tratte dalla Lettera a tutto l’Ordine, in cui il nostro carissimo Fondatore parla ai confratelli sacerdoti proprio del loro ministero e della loro elezione: queste parole rimangano impresse nel cuore di coloro che oggi riceveranno, e di quanti hanno già ricevuto questa speciale conformazione alla sublime umiltà del nostro Signore Gesù Cristo.



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