Il Sabato Santo la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua passione e morte, la sua discesa agli inferi e aspettando nel silenzio e nel digiuno la sua risurrezione.
È il giorno del silenzio: dov’è Gesù?
Si è allontanato il nostro pastore, la fonte di acqua viva, alla cui morte si è oscurato il sole. Colui che teneva schiavo il primo uomo è stato fatto schiavo lui stesso: oggi il nostro Salvatore ha abbattuto le porte e le sbarre della morte. Ha distrutto la prigione dell'inferno, ha rovesciato la potenza del diavolo.
(Responsorio alla II lettura dell’Ufficio delle Letture di oggi)
Questo silenzio è opportunità preziosa per lasciar scendere in profondità alcune domande.
Quali sono i miei inferi? Cosa ho chiuso dentro me, rotolandovi sopra un macigno? Dove non riesce più a scendere una parola d’amore, un gesto di benevolenza, una carezza di perdono, …? Il sepolcro è il luogo dello sconforto, della delusione. Quando vivo una de-lusione, può significare che, forse, c’è stata un’il-lusione … Cosa mi aspettavo da Gesù, che tipo di “salvezza” o “magia” immaginavo?
Il Signore non mi salva dalla morte, ma nella morte!
Questo silenzio mi è dato anche per crescere nella fiducia, nella fede che Dio non abbandona il suo Santo nel sepolcro: «Egli salva dalla fossa la tua vita …». Attenzione: l’abbandono fiducioso a Dio non è inerzia, ma richiede gesti di fiducia concreti, come quelli con cui Gesù chiede di collaborare per poter compiere i miracoli (cfr. Gv 9,7-11; Gv 11,1-44).
Riesco ad individuare un gesto concreto che io possa compiere per permettere al Signore di liberarmi dal mio sepolcro?
Rendersi consapevoli di tutto questo richiede coraggio: il coraggio di stare davanti al sepolcro!
Questo silenzio è profumo, il profumo intenso che è rimasto dall’unzione di Betania, piena di amore: “Mentre stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l'unguento sul suo capo”. Gesù ha lodato il gesto di quella donna, dicendo: “Ella ha fatto ciò ch'era in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la sepoltura…” (Mc 14,3-9).
Questo silenzio è presenza.
Questa morte è vita: ricordiamo sempre che Gesù è già risorto!
Il fetore della morte viene trasformato in profumo di vita.
Ricorda sempre: non esiste abisso dove il Signore non possa entrare e riportare la Vita!
Liturgia Sabato Santo Silenzio Triduo pasquale
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