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Due gemelli siriani raccontano come hanno accolto la vocazione francescana 28 Apr 2018

Semi di speranza

Orizzonti che si aprono e un cammino da percorrere. In alternativa, si potrebbe parlare di due cammini che si incrociano e con legami persino più forti di quelli di sangue. I gemelli George e Johnny sono originari di Aleppo, in Siria, e sono frati studenti della Custodia di Terra Santa. Tra loro, somiglianza non solo fisica, ma anche nell’impegno di compiere la volontà di Dio, nonostante le sfide del loro paese.

Fr. Johnny Jallouf OFM: “Qual è il senso della mia vita? Vedendo tutte queste cose, il trauma della guerra, persone ferite, perdita di familiari … davanti a tutto questo, mi pongo questa domanda: ‘qual è il senso della mia vita?’. Perché sentivo che il Signore altri piani sulla mia vita.”

Cresciuti in una famiglia cristiana , impegnati nelle attività della Parrocchia San Francesco d’Assisi – dove è intensa la partecipazione dei cristiani di Aleppo – i due fratelli erano alla ricerca della loro vocazione, vivendo la santità nel quotidiano. Johnny, che voleva fare il medico, è stato il primo a manifestare il forte desiderio di diventare frate francescano. Mentre George, che voleva fare il regista, pregava in silenzio, sentendo la medesima chiamata. Fr. George Paolo Jallouf OFM: “La Chiesa in Siria incoraggia le vocazioni, soprattutto in questo tempo di guerra. Vediamo che la speranza della gente è molto grande, nonostante la povertà o la mancanza del necessario per vivere. Ma c’è sempre quella luce che illumina e la gente conserva la speranza, soprattutto perché dobbiamo ricordare che dopo la Croce viene la resurrezione.”

Nella sua recente Esortazione Apostolica, “Gaudete et Exsultate”, Papa Francesco indica le Beatitudini come la “carta di identità del cristiano”. Un segno che sbocciava già nel cuore dei gemelli. Una decisione di andare controcorrente rispetto a ciò che la società considera normale fare, come indica il documento. Fr. Johnny Jallouf: “A partire dalle Beatitudini, il Papa ricorda che c’è speranza. Gesù parlava a coloro che lo ascoltavano sulla montagna, dove esortava e insegnava le beatitudini. Questo significa che possiamo avere coraggio, nonostante la guerra. Sappiamo che la Chiesa offre sempre il suo supporto, in modo particolare ai cristiani, ma comunque a tutti i siriani.”

Il loro ingresso in seminario risale al 2014, quando la guerra in Siria era già iniziata. Uno scenario da cui ci si aspetta sconvolgimento, disarmonia e mancanza di prospettive per il futuro. Tuttavia, George e Johnny esprimono il forte desiderio di sentire la melodia e l’ardore dello Spirito Santo. Come ha scritto il Santo Padre: “Santità è sfrontatezza, é audacia, è impulso evangelizzatore che lascia un segno in questo mondo”. Anche nei contesti più sfavorevoli ci sono sempre speranza e vite feconde in Dio.

Fonte: Christian Media Center



Fratelli Siria Speranza Terra Santa Vocazione

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