Partendo da un brano del Vangelo secondo Matteo (Mt 18, 23-25) p. Raniero questa sera ci conduce al termine del nostro viaggio attraverso i testi biblici che ci rivelano lo sguardo misericordioso del Padre nei confronti dei suoi figli, di un Padre che si dimostra accogliente oltre ogni nostra umana aspettativa. Il brano parla di un re che volle condonare un grande debito ad un suo servo il quale si trovava nell’impossibilità di restituire quanto ricevuto. L’uomo però ben presto, dimenticando il favore ricevuto, si rifiuta di fare altrettanto con un suo amico il quale gli doveva restituire solo pochi denari rivelando così la sua malvagità.
Questo racconto ci riporta ad una caratteristica fondamentale dell’agire di Dio senza la quale non potremmo nemmeno esistere: la sua misericordia. Essa si manifesta sin dall’inizio dei tempi con la creazione del mondo e prosegue poi con l’Incarnazione del Suo Figlio i cui gesti ne sono intrisi, potremmo quasi dire che la “trasudano”, sino a manifestarla pienamente con la morte in croce.
Ma come porci di fronte a tanto amore? In altri termini, cosa dice a noi la parabola del Vangelo di Matteo? Dice che spesso noi siamo come l’uomo a cui il re aveva condonato il debito e che aveva chiuso il cuore al suo compagno. Spesso siamo incapaci di restituire quanto ricevuto gratuitamente da Dio, serbandolo per noi e ponendo un freno al desiderio di Dio di diffondere il Suo amore tra gli uomini. Francesco d’Assisi aveva ben compreso questo e difatti dopo la sua conversione vive di questa restituzione, donando la misericordia ricevuta da Dio ai fratelli e facendola precedere sempre da sentimenti di benevolenza nei loro confronti.
Alla luce di queste considerazioni p. Raniero ha sottolineato come oggi la famiglia debba essere il luogo della misericordia per eccellenza, perché solo questa può salvare l’unione fra un uomo e una donna di fronte alle inevitabili difficoltà che sorgono nel cammino della loro vita. L’attrazione tra i due, l’eros, deve essere affiancata alla misericordia, l’agape, perché solo in tal modo l’unione tra i due diventa riflesso dell’amore di Dio per l’uomo; un Dio che è Padre e che ama contemplare le sue creature nella loro bellezza e non si stanca di concedere loro il Suo perdono.
Che il Signore attraverso la Sua Chiesa, in particolare nell’occasione del Perdono di Assisi, ci aiuti a essere immagine e strumento di questo amore nel mondo.
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