É iniziata nella gioia, ieri mattina, la settimana di inaugurazione del Santuario della Spogliazione con la santa messa presieduta dal Ministro provinciale dei Frati Minori Cappuccini, padre Matteo Siro: “ciò che è avvenuto qui è un riflesso dell’amore. Vogliamo intraprendere questo percorso come una grande famiglia che è in cammino. Pensiamo a Francesco che otto secoli fa ha fatto questa scelta poiché ha avuto il coraggio di leggere la sua vita con le lenti della Parola di Dio. La Spogliazione è segno del dono completo della sua vita, di quella di Francesco come quella di Gesù. Il mantello del vescovo Guido ci ricorda un cambiamento di orizzonte frutto della resurrezione. Sotto quel mantello Francesco sente la Chiesa: casa e madre”.
“Perché ottocento anni dopo?”. È iniziata così la riflessione tenuta nel pomeriggio dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, dopo la preghiera dei vespri recitati insieme nella Basilica di Santa Chiara: sul sito di Santa Chiara è possibile leggere il saluto della Madre Abbadessa e ascoltare l’omelia di Mons. Sorrentino.
“Anche io – ha proseguito il vescovo – mi sono interrogato: cosa avrei fatto al posto del vescovo Guido? Dopo undici anni, finalmente, sono riuscito a veder sorgere questo Santuario della Spogliazione. Da quando sono arrivato ad Assisi non c’è stato giorno che questo luogo non mi abbia portato a riflettere e creato una sana inquietudine. Ora, per questo tempo in cui un pugno di uomini possiede tutta la ricchezza, insieme a tante miserie del benessere, e una immensità di persone vivono nell’indifferenza e nelle povertà più estrema, ricordiamoci di Francesco che dopo venticinque anni dal suo battesimo ha ritrovato l’unica strada possibile e l’ha percorsa. Anche noi possiamo fare lo stesso”.
È seguita la processione orante con il frammento del mantello del vescovo Guido verso il Santuario della Spogliazione. “Questo è un Santuario di vita. Il nuovo Santuario eretto a Natale – ha spiegato il vescovo – deve aiutarci a fare Chiesa, a fare famiglia. Esso contribuirà al grande messaggio di Assisi che è un santuario a cielo aperto. L’anello mancante ora c’è, la fisionomia di Assisi ora è completa”. Il vescovo ha anche anticipato che sarà pronto tra qualche giorno il libro-dossier che, tra le altre cose, riporta le fonti francescane che riguardano questo evento.
C’è stata, poi, la presentazione delle attività dell’Istituto Serafico come una delle opere-segno della diocesi da parte di Francesca Di Maolo presidente dell’Istituto. “Spogliandoci di tutto quello che è superfluo troviamo la parte più autentica più vera. Anche un corpo prigioniero del buio, del silenzio, dell’immobilità, quel corpo è libero nel cuore, è libero di amare. Questa è l’autenticità del corpo che noi troviamo ogni giorno al Serafico”.
Subito dopo il dialogo: “La Spogliazione oggi, la provocazione di Papa Francesco” tra l’arcivescovo di Bologna monsignor Matteo Maria Zuppi e il sindaco di Assisi Stefania Proietti. “Questo Santuario ci aiuta a vivere questo momento nel quale Papa Francesco ci coinvolge – ha sottolineato monsignor Zuppi –. La spogliazione è una grandissima opportunità per riscoprire la sobrietà e la semplicità e vivere le cose belle e vere che contano, abbandonando un consumismo bulimico, devastante. E la chiesa deve cominciare a spogliarsi di quelle ricchezze e di quel benessere che condizionano più di quello che crediamo. Anche per la Chiesa la spogliazione è possibile, la spogliazione dall’organizzazione, dalla sovrastruttura, riappropriamoci della gioia, quella che viene dal Vangelo”. “Spogliarci può essere la chiave per ribaltare il mondo – ha commentato il sindaco Stefania Proietti –. La spogliazione in termini socio-ambientale è veramente la chiave a partire dalla quale si può combattere l’indifferenza”.
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