Il matrimonio, nel corso dei secoli e in maniera differente secondo le culture, ha sempre avuto una rilevanza pubblica. Anche i cristiani si sono inseriti all’interno delle diverse tradizioni che davano stabilità e riconoscimento sociale al matrimonio. Tuttavia, essi si contraddistinguevano attribuendo un valore sacramentale al loro sposarsi. Sposarsi in Chiesa - o meglio secondo la dizione di san Paolo “sposarsi nel Signore” - richiamava infatti questo dato importante.
Negli ultimi decenni si è assistito ad un moltiplicarsi di studi teologici e pastorali sul matrimonio e la famiglia. La recente Esortazione Apostolica Amoris Laetitia di Papa Francesco - frutto non di uno ma di due Sinodi sul tema in questione - dice quanto il matrimonio e la famiglia siano al centro del dibattito ecclesiale. Vi è una certa urgenza pastorale a causa di un numero piuttosto alto di matrimoni falliti e di un numero piuttosto basso di chi desidera ricevere il sacramento del matrimonio ed è certamente complesso trovare una risposta che possa spiegarne la causa. Allo stesso tempo è possibile indicarne almeno qualche priorità.
L’importanza ecclesiale della famiglia richiede un maggiore sforzo affinché, sia i fidanzati sia le coppie di sposi, vengano aiutati a riscoprire maggiormente il valore sacramentale delle nozze. Rivestono quindi grande interesse quei percorsi e progetti pastorali che mirano ad “evangelizzare” in questo senso. Percorrere questa strada significherebbe superare un certo ripiegamento sull’immagine distorta che la società odierna dà circa il matrimonio e la famiglia e che spesso scoraggia e allontana tante coppie da un cammino di fede all’interno della Chiesa. Bisogna invece ripresentare la bellezza del sacramento nuziale. La pastorale ha bisogno infatti di seguire una via che riporti a galla l’attrattiva di un matrimonio che è partecipazione dell’amore di Dio, che nell’amore degli sposi è possibile «vedere un segno luminoso della presenza di Cristo e del suo amore» (Familiaris Consortio 54).
Papa Francesco a tal proposito scrive: «La coppia che ama e genera la vita è la vera scultura vivente […] capace di manifestare il Dio creatore e salvatore. Perciò l’amore fecondo viene ad essere il simbolo delle realtà intime di Dio … Il Dio Trinità è comunione d’amore, e la famiglia è il suo riflesso vivente» (Amoris Laetitia 11). Chissà quanti fidanzati che si preparano al matrimonio o quanti sposi sono consapevoli di questa verità? Quanti sanno che l’amore coniugale, grazie al sacramento, si inserisce - come ne parla san Paolo - dentro quel grande mistero, cioè si eleva per divenire immagine dell’amore di Cristo per la Chiesa? (cfr. Ef 5,32)
Uno strumento utile a livello pastorale può essere il Rito del Matrimonio. In esso vi è una così grande sapienza e ricchezza di contenuti, tale da essere efficace per approfondire il valore sacramentale delle nozze. Un percorso mistagogico del Rito potrebbe aiutare ad individuare le fondamenta di ciò che la Chiesa intende consegnare agli sposi con il matrimonio: una vocazione, una nuova identità (una caro), una missione specifica nella Chiesa e per la Chiesa.
Il Rito risponde ad interpellare la fede di chi si sta preparando al matrimonio, anche di chi lo ha già celebrato. Di notevole interesse l’introduzione all’interno del Rito della memoria del Battesimo. È lo stesso Spirito che, generati come figli di Dio nel Battesimo, nel matrimonio rigenera questa volta come coppia, “specificando” la vocazione all’amore non più singolarmente ma come sposi in Cristo. Oppure nella manifestazione del consenso, con la nuova formula che introduce “io accolgo te” e “con la grazia di Cristo”…si vuole sottolineare che l’altro/a non è una cosa da possedere ma una persona da accogliere e che il matrimonio è sorretto dalla relazione con Cristo Sposo che “insegna” agli sposi a donarsi reciprocamente.
Valorizzare il matrimonio come sacramento e la famiglia dalla quale nasce e si sviluppa, soprattutto attraverso una maggiore attenzione alla formazione e all’accompagnamento dei coniugi, permetterà di raggiungere un’altra decisiva priorità: fare della famiglia un “soggetto” evangelizzante nei vari momenti della vita della comunità ecclesiale. Gli sposi, consapevoli della loro identità, sono missionari, annunciatori dell’amore di Cristo per l’umanità nel vasto territorio delle loro relazioni, dei loro contatti umani dove sono immersi; una “pasta” in cui sono chiamati a diventare “lievito”.
fr. Rosario Vaccaro
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