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Riflessione di p.Ezio Casella su Maria, Vergine fatta Chiesa 09 Gen 2020

Tenuti in braccio dalla Vergine Madre Maria

Una lezione emozionante quella del pomeriggio del 4 gennaio 2020, tenuta da Padre Ezio Casella OFM all’interno della sala San Pio X del Museo della Porziuncola che ospita, ancora per pochi giorni, la Mostra Bella Tu Sei Qual Sole. 

Proprio in questa cornice P. Ezio ci ha parlato della figura di Maria, la nostra “mamma celeste” che come tale ama tutti i suoi figli e di come nel tempo si sia evoluta la sua figura, sempre presente, negli scritti sacri, nei momenti più importanti della storia della Salvezza. 

Dopo un momento di preghiera si è riusciti a toccare temi molto alti con una semplicità tale da permettere al pubblico di sentirsi completamente a proprio agio e di porre a fine conferenza anche alcune domande al teologo. 

Segue un estratto della riflessione di p. Ezio:

Maria Vergine fatta Chiesa. Da una Mariologia dei privilegi alla Lumen Gentium

Maria è tutta bella perché tutta vestita della parola di Dio. Di lei, diceva san Bernardo di Chiaravalle, non si dirà mai abbastanza. Somigliantissima a Cristo, specchio della chiesa, immagine sua. Mentre degli altri santi abbiamo le reliquie lei è tutta in cielo. Lì nel cielo abbiamo il cuore di una madre che ci ama.

Efrem il Siro nel suo inno su Maria, così scrive: «La tua dimora, Figlio mio, è più alta di tutte, e tuttavia hai voluto fare di me la tua dimora. Il cielo è troppo piccolo per contenere il tuo splendore, ma io, la più povera delle creature, ti porto. Che Ezechiele venga e ti veda, che si inginocchi e ti adori e riconosca che era a te che vide allora portato dai cherubini sul carro, e che mi chiami beata perché ora ti porto. È il carro stesso a fermarsi meravigliato che io porti il suo padrone; i cherubini gridano con tremore: “Benedetto è il tuo splendore nel luogo della tua dimora”. Questa dimora è con me, il mio seno è la tua casa! La tua luminosità riposa sulle mie ginocchia, il trono della tua maestà è tenuto nelle mie braccia. Invece delle ruote del carro le mie dita ti stringono».

Il Concilio Vaticano II ha riscoperto il legame indissolubile di Maria con l’opera della salvezza ed ha inserito la riflessione su Maria nel capitolo VIII della Lumen Gentium, la Costituzione sulla Chiesa. Infatti esiste una connessione diretta tra Maria, Cristo e la Chiesa, suo corpo mistico.

In altre epoche storiche la riflessione su Maria invece si soffermava di più sui privilegi di questa creatura: pensiamo al Mariale di Bernardino De Bustis del XVI secolo. Prima della Lumen Gentium troviamo un sintetico trattato di mariologia nella Costituzione Sacrosanctum Concilium al n. 103.

La teologia liturgica aiuta a comprendere l’essenza dei privilegi di Maria ma allo stesso tempo la inserisce nella Chiesa come «Precelsa Filia Sion», Culmen Israel e Initium Ecclesiae facendoci riscoprire il suo valore esemplare di discepola di Cristo; di Donna fedele e forte che si lascia guidare dallo Spirito Santo. 

Di Maria non si parla moltissimo nel NT, per lo meno non tanto di quanto noi ci aspetteremmo alla luce dello sviluppo che ha preso poi la devozione alla Madonna.

Però, se ci facciamo caso, notiamo una cosa: che della Madonna non si tace in nessuno dei tre momenti costitutivi del mistero cristiano: l’incarnazione, la Pasqua e la Pentecoste.

Risulta chiaramente il nesso indissolubile tra la missione di Maria e quella di Cristo. Per cui le feste mariane, veramente liturgiche, sono quelle che celebrano un evento della vita di Maria, dalla sua concezione alla sua assunzione, che trovano il loro centro nella sua Maternità e nella sua partecipazione alla Pasqua del suo Figlio e nella Pentecoste della Chiesa.

Le feste mariane hanno trovato posto, nel calendario liturgico della Chiesa, prima di Oriente e poi di Occidente, con una lenta gradualità. Nel primo millennio, oltre alla sua maternità, che si identificava con il mistero del Natale, poche feste sono entrate nel calendario, come l’Annunciazione, la Purificazione, l’Assunzione e la Natività.

Nel secondo millennio, con lo svilupparsi della devozione mariana del popolo cristiano, le feste mariane si sono moltiplicate. A tale sviluppo hanno contribuito un po’ tutti i Santi medievali, quali Bernardo, Domenico e Francesco.

In questo periodo, dominato dal clima delle Crociate e degli Ordini cavallereschi, Maria, la Madre di Dio, diventa la Madonna, Notre Dame, la Dama che ogni cavaliere vorrebbe avere.

Si passa così a venerare Maria come persona individua, perdendo di vista quel legame indissolubile con il mistero di Cristo, divenendo così una Santa, la più grande dei santi, la Regina, con tutti i privilegi e i limiti che a quel tempo si riscontravano nella devozione ai Santi: essi sono considerati principalmente come i nostri intercessori, protettori, patroni. Tra essi Maria ha un posto ineguagliabile, perché Gesù non può negarle nulla, essendo sua Madre.

Sorgono così, oltre alle feste di evento, anche le feste di idee (si celebrano i dogmi o i titoli mariani) e le feste di devozione, legate non ad eventi della storia della salvezza ma ad eventi della storia della Chiesa (per es. la festa del Rosario, in ricordo della vittoria di Lepanto, o di qualche apparizione della Madonna).

La stessa scelta della data per una festa mariana rivela se sotto c’è il concetto di una festa di evento o di idea. Come esempio caratteristico possiamo prendere la festa della Maternità di Maria che prima del Concilio era fissata all’11 ottobre (data di conclusione del Concilio di Efeso del 431) e ora invece è all’ottava di Natale.

Agostino dice che la Chiesa è estremamente simile a Maria: Ecclesia simillima Maria. La Chiesa mostra Cristo agli uomini anche se sotto il velo dei sacramenti e lo porta ad essi. La liturgia è ostensione: mostrare Cristo agli uomini e portarlo ad essi: agli infermi con l’unzione, ai moribondi col viatico, come Maria portò il Salvatore a Giovanni Battista e lo mostrò ai Pastori (Israele umile) e ai Magi (Ecclesia ex Gentibus).

La Chiesa prega ed intercede per la salvezza di tutti gli uomini. Il sacerdozio battesimale si esplica proprio nell’intercessione, come la Madre di Gesù a Cana intercedette per gli sposi.

La Chiesa Madre genera e nutre, attraverso lo Spirito operante nei sacramenti, la vita e la grazia dei fedeli.

Maria è presente nel memoriale perché fu presente nell’evento salvifico.

La Chiesa nasce dalla Pasqua di Cristo ma nasce in tanti momenti. Non si può dire che c’è un momento preciso in cui nasce. Secondo la liturgia Maria è inizio della Chiesa sia nella fase terrestre che nella fase celeste (8 dicembre / 15 agosto)

I numeri 65 – 68 della Lumen Gentium si riferiscono alla fase celeste, di quella chiesa che dovrà giungere alla perfezione nell’eskaton. Così anche la Sacrosanctum Concilium al n. 103 ricorda che guardando Maria noi contempliamo, come in una immagine purissima, ciò che tutti noi speriamo ardentemente di essere. 

Mi piace pensare che come un bambino appena nato viene messo a contatto con la mamma perché si senta sicuro, al suo calore, ascoltando quel battito del cuore materno che lo ha accompagnato per nove mesi, così noi, al termine del viaggio di questa vita, saremo accolti dall’abbraccio materno di una Madre che dal cielo veglia su di noi e ci accompagna in mezzo ai pericoli, secondo il bellissimo testo del sub tuum praesidium, preghiera anteriore al concilio di Efeso, dove, prima ancora della definizione dogmatica, Maria è già invocata come «Madre di Dio».



Madre Madre di Dio Museo della Porziuncola Porziuncola Riflessione Vergine Maria

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