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Istituzione di un accolito e 3 lettori alla Porziuncola 24 Mag 2021

Tu sarai come la mia bocca

Il Ministro provinciale, p. Francesco Piloni, ha presieduto ieri 23 maggio, Domenica di Pentecoste, la celebrazione eucaristica in cui ha conferito il ministero di accolito a fra Giuseppe Gioia e quello di lettore a fra Emanuele Micheletti, fra Francesco Maria Sorice e fra Simone Lunedei.

Nella sua omelia il ministro ha utilizzato 2 immagini per entrare dentro il dono enorme dello Spirito Santo che viene dato in questo giorno alla Chiesa. In primo luogo, l’immagine delle mani delicate come quelle di un’ostetrica: la chiesa fa proprio questo lavoro di favorire la nascita di quei carismi che lo Spirito Santo vuole effondere in abbondanza su tutti i figli di Dio. In secondo luogo, i santi, coloro che hanno una relazione meravigliosa con lo Spirito Santo, ci aiutano a capire la lingua nuova della Pentecoste.

Non è una sapienza che si possa raggiungere solo con la ragione di chi vuole tutto comprendere, infatti la Sapienza di Dio è altro e oltre la nostra mente. Lo Spirito Santo può essere capito solo da chi lo attende, lo ama e lo invita a restare con lui: sono i poveri in spirito coloro che possono entrare in questa relazione con lo Spirito perché sono disponibili a lasciarsi lavorare e plasmare. Sono due, allora, i campi d’azione dello Spirito: la nostra anima e la comunità dei credenti. Non possono mai camminare separati perché non si può mai dire dei sì ai fratelli se non si è pronti a dire dei no a se stesso. Ogni giorno ci troviamo a scegliere tra la vita dell’uomo vecchio o la vita dell’uomo nuovo, la vita nello spirito.

La vita nuova per fra Giuseppe, che chiede alla Chiesa il ministero dell’accolitato, significa mettersi al servizio dell’altare e al servizio dei poveri; per fra Emanuele, fra Francesco Maria e fra Simone, che ricevono il ministero del lettorato, il servizio della parola di Dio significa presentare il Signore Gesù con i gesti e le parole come si legge nel libro del profeta Geremia: “Tu sarai come la mia bocca”.  

p. Francesco ha concluso l’omelia citando San Paolo VI: “La Chiesa ha necessità forte di una perenne Pentecoste; ha bisogno di fuoco nel cuore, di parole sulle labbra, di profezia nello sguardo. Ha bisogno di libertà nei gesti, di riacquistare il gusto e la certezza della verità; ha bisogno la Chiesa di sentir rifluire l’onda dell’amore, che si chiama carità ed è appunto effusa nei nostri cuori proprio dallo Spirito Santo.”



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