Procede la Novena presieduta da p. Simone che alla Porziuncola, dal 29 novembre, ci sta preparando alla solennità dell’Immacolata Concezione attraverso una serie di meditazioni sulla preghiera dell’Ave Maria. Questa sera due segni hanno richiamato l’ingresso nel Tempo di Avvento: il colore liturgico viola ed il rito del Lucernario, con l’accensione della prima candela, che ha introdotto la celebrazione dei Primi Vespri della I domenica di Avvento.
“Tu sei benedetta fra le donne” è il titolo dell’odierna catechesi: il quarto passaggio che insieme compiamo addentrandoci nella più diffusa preghiera mariana. Facciamo nostra – ha esortato p. Simone – l’espressione di Elisabetta che ha generato, sterile, in vecchiaia. E riconosciamo – ha aggiunto – che Maria è la benedetta fra le donne non per essersi chiusa nel singolare privilegio di essere la Madre di Dio, ma perché ne ha fatto il Dono da condividere. Quando – come è accaduto in Maria – si accoglie la Parola di Dio, questa come una leva schioda, mobilita, mette l’urgenza di servire. Maria, che è benedetta perché leggera, vuota di sé, può partire in fretta senza indugio. Maria non ha ricchezze da presidiare perché la ricchezza se la porta dentro.
Maria è audace: non concettualizza la fede, ma si alza e va … fa quello che la Parola le dice. Maria è donna di fede, e la fede o è audace o non è, altrimenti diventa calcolo e compromesso. Dunque Maria è benedetta, beata, felice … perché ha creduto. Tutto in Maria è vivere di quella Parola, un continuo tornare a quella Parola. Nell’immagine di Prete Ilario, l’annunciazione dipinta sulla pala all’interno della Porziuncola, Maria assume una posizione concava, per esprimere nella gestualità l’accoglienza di quella Parola che in lei prende casa.
Ci auguriamo che questa introduzione possa destare in voi l’interesse di impiegare un po’ del vostro tempo da dedicare all’ascolto della meditazione:
Lc 1,36-56
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Dalla Leggenda Maggiore di san Bonaventura da Bagnoregio, Miracoli VII,5 (FF 1298)
Una donna delle parti di Arezzo, già da sette giorni si trovava fra i pericoli del parto, e tutti la davano ormai per spacciata, perché il corpo le era diventato tutto nero. Fece voto al beato Francesco e, ormai in punto di morte, si mise a invocare il suo aiuto. Appena formulato il voto, si addormentò e vide in sogno il beato Francesco, che le parlava dolcemente e le chiedeva se riconosceva il suo volto e se sapeva recitare in onore della Vergine gloriosa l’antifona “Salve, regina di misericordia”. La donna rispose che lo riconosceva e che sapeva quella preghiera. E allora il Santo: “Incomincia la sacra antifona, e, prima di terminarla, partorirai felicemente”. Mentre supplicava quegli “occhi misericordiosi” e menzionava il “frutto” del seno verginale, la donna, liberata da ogni angoscia, partorì un bel bambino. Rese, dunque, grazie alla “Regina della misericordia”, che, per i meriti del beato Francesco, si era degnata d’aver misericordia di lei.
Immacolata Concezione Novena Porziuncola Simone Ceccobao
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