Il 17 dicembre segna l’inizio della fase più intensa dell’Avvento, quando, ormai prossimi al Natale, la liturgia presenta nella celebrazione dei Vespri degli ultimi 7 giorni precedenti la solennità della nascita del Signore come antifone al Magnificat le cosiddette Antifone Maggiori. Si tratta di 7 antifone che cominciano con il vocativo “O” e proseguono con 7 diversi appellativi, indicanti in sintesi quale fosse l’attesa messianica del Primo Testamento.
- O SAPIENZA = la sapienza, il Verbo, la Parola
- O ADONAI = Signore onnipotente, guida di Israele
- O RADIX = radice, germoglio di Iesse
- O CLAVIS = chiave di Davide, che apre e chiude
- O ORIENS = oriente, sole, luce, astro che sorge
- O REX = re di pace
- O EMMANUEL = Emanuele, Dio con noi.
Nella prima meditazione del Settenario, svoltasi ieri sera, p. Matteo Polato ci ha, dunque, introdotti alla contemplazione della prima faccia di questo poliedro che rappresenta quell’unica verità che è il Cristo, compimento di tutte le profezie antiche.
Sembra evidente ai nostri occhi che dietro alle leggi che governano il mondo oppure dietro al corpo umano, una macchina così sofisticata, non possa non esserci una sapienza. Davanti all’esperienza della ribellione della natura oppure della malattia, però, nell’uomo sorge l’interrogativo su quale sia questa sapienza che regge il mondo. “Come è possibile tenere insieme gli opposti? Come tenere insieme la morte e la vita?” si è chiesto p. Matteo. La risposta umana è solo quella di scegliere una parte escludendo l’altra, non riuscendo mai a giungere ad un’unificazione.
Questa unificazione sarebbe rimasta solo un’idea se non fosse accaduto un fatto concreto: la sapienza di Dio si è fatta carne e ci ha amato fino a morire in croce. “Sarebbe rimasta solo una storia di 2000 anni fa se Cristo Risorto non avesse dato il suo spirito di sapienza – ha proseguito p. Matteo – e il suo spirito di sapienza è giunto fino a noi attraverso la Chiesa e i sacramenti.”
Il progetto di Dio è questo, allora, che non siamo divisi dentro di noi ma unificati, in piena comunione con Lui e fra di noi: nel matrimonio, nelle comunità, con gli altri popoli e con il creato. L’antifona termina con la richiesta a Dio di insegnarci le vie della prudenza perché possiamo discernere la voce che vuole dividere, distinguerla da quella che vuole unificare e realizzare nel mondo il progetto d’amore del Padre.
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