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Sesta serata del Settenario di Natale alla Porziuncola 23 Dic 2020

Vieni, o Re delle genti, nostalgia infinita di ciascuno

La sesta serata del Settenario di Natale (I - II - III - IV V serata) presenta l’invocazione al Messia quale Re delle genti:

O Re delle genti,
atteso da tutte le nazioni,
pietra angolare che riunisci i popoli in uno:
vieni e salva l’uomo che hai formato dalla terra!

P. Marco Banfi ci ha offerto la seguente preghiera:

Come possiamo noi, o Signore, chiamarti re delle genti, atteso dalle Nazioni, quando vediamo ogni giorno la gente e i popoli ignorarti? Scegliere di costruire la propria storia e la propria esistenza a partire da sé stessi, senza bisogno di te. Come possiamo chiamarti pietra angolare che riunisce i popoli in uno, quando vediamo che i popoli si dividono, seguendo ciascuno il proprio progetto? Come possiamo Signore?

Oh uomo riconosci che io sono il Re delle genti perché nessuno può impedirmi di amarvi. Da che sono venuto tra voi e mi sono fatto terra come voi per farvi diventare cielo come me, io ho riempito tutto di me. Dalla culla ho conosciuto la vostra fragilità e debolezza. Dalla vicenda che ho vissuto tra voi ho conosciuto il meglio e il peggio. Nella mia morte ho riempito la vostra morte e, disceso agli inferi, ho riempito anche la vostra disperazione.

Risorto e salito al cielo ho portato nel Padre tutta la vostra umanità e più nulla vi appartiene perché ora tutto è mio: Io sono Re e voi non potete impedirmi di amarvi. Voi potete rifiutarmi e io vi amerò. Voi potrete ignorarmi e io vi amerò. Voi potrete illudervi di costruire la vostra storia su voi stessi e io vi amerò. Ma bada bene, uomo, che il mio amore è come fuoco che tutto trasforma in sé. Per chi rifiuta il mio amore, il mio amore è tormento. Per chi invoca il mio amore, il mio amore è consolazione. Per chi loda e benedice il mio amore, il mio amore è beatitudine.

Nella libertà che io ho donato, ciascuno può scegliere di costruire sulla roccia di se stessi e diventare servo di se stesso, edificando una meravigliosa prigione nella quale vivrà carcerato e lacerato dalle passioni che abitano il suo cuore oppure costruire sulla pietra angolare del mio amore il mio tempio, il luogo della beatitudine, della comunione con me, dell’unità con me e tra di voi.

Oh Signore veramente abbi pietà di noi e salvaci poiché siamo di terra. Non sappiamo distinguere, non sappiamo riconoscere e altri servi ci dominano. Ma noi te solo invochiamo, o Re delle genti, vieni atteso da ogni cuore senza che nemmeno lo sappia. Vieni nostalgia infinita di ciascuno senza che nemmeno la riconosca e finalmente colma la caverna del nostro cuore, perché possa essere un presepio, il luogo della tua dimora, dove noi, prostrati, ti adoreremo.



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