Il 16 gennaio del 1220 consumavano il sacrificio della propria vita i primi cinque martiri dell’Ordine francescano: Berardo da Calvi dell’Umbria, Ottone da Stroncone, Pietro da Sangemini, Adiuto e Accursio da Narni. Cinque figli della terra umbra, di quella che oggi è la diocesi di Terni-Narni-Amelia, inviati da san Francesco d’Assisi a predicare il vangelo ai saraceni in Marocco, e a motivo della loro intrepida fede uccisi a Marrakech dal sultano in persona, a colpi di scimitarra sul capo. Alla notizia del loro martirio, il Serafico Padre esclamò: “Ora posso dire che ho veramente cinque frati minori”, cioè fratelli che avevano compiuto la loro sequela di Gesù amando, come Lui, fino alla fine. Anche di santa Chiara si dice che reagì affermando che pure lei avrebbe voluto andare in Marocco per essere martire, cioè avrebbe voluto dare la vita per il Signore.
L’VIII centenario si è aperto ieri, a Terni, con una solenne celebrazione eucaristica nella nostra parrocchia di S. Antonio di Padova, che da alcuni anni è stata eretta a santuario dei Protomartiri. Presieduta dal Ministro provinciale dei Frati minori dell’Umbria, fr. Claudio Durighetto, la S. Messa è stata concelebrata da numerosi frati della Provincia, nonché da frati delle famiglie francescane di Terni e da presbiteri della diocesi, con una significativa partecipazione dell’Ordine francescano secolare e della comunità parrocchiale. Nella sua omelia, fr. Claudio ha evidenziato: “Questi frati non sono dei piantagrane in cerca di gloria o di guai. Sono pieni di zelo per il Signore, perché il suo amore sia conosciuto, perché il suo nome sia riconosciuto, perché il suo regno venga e si diffonda sulla terra […]. Benché oggi si parli giustamente di dialogo interculturale e interreligioso, non è venuto meno il mandato del Signore di annunciare il Vangelo e di fare discepole tutte le genti. D’altra parte resta sempre vero che solo Gesù Cristo svela pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione. Non è la stessa cosa conoscere o non conoscere il Vangelo di nostro Signore, non è la stessa cosa vivere nella santa libertà dei figli di Dio o vivere come schiacciati da una visione di Dio oppressiva e terrorizzante, oppure senza Dio e senza speranza”. Il Ministro ha poi evidenziato la fecondità del sacrificio: il primo frutto della santità dei Protomartiri fu la decisione del canonico agostiniano Fernando di Lisbona, profondamente impressionato dalla loro testimonianza, di entrare nell’Ordine dei frati minori, cambiando nome e divenendo l’universalmente noto S. Antonio di Padova.
Al termine della celebrazione, l’assemblea, cantando le litanie dei santi, si è recata processionalmente all’altare dei Protomartiri, dove sono custodite alcune loro reliquie; qui è stato scoperto il paliotto realizzato dalle sorelle clarisse del monastero della SS. Annunziata di Terni per il centenario, raffigurante i cinque Protomartiri sul modello di un paliotto conservato alla Porziuncola. Abbiamo così affidato a questi santi la nostra vita, chiedendo al Signore “il desiderio di seguirne l’esempio, per poter camminare con lo stesso slancio e la stessa passione, sulla via dell’Amore”.
Antonio di Padova Claudio Durighetto Protomartiri francescani Terni
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