Con la preghiera dell’Akathistos di questa sera si concluderà la Novena in preparazione dalla solennità dell’Immacolata Concezione di Maria.
Negli otto giorni fin qui trascorsi hanno collaborato diversi cori a rendere più viva e gioiosa la celebrazione: oltre ai frati che si sono succeduti all’organo, al violino e al canto, hanno partecipato la Corale Porziuncola e i Laudesi Umbri di Spoleto. Tuttavia non è stato solo il canto quest’anno ad esibirsi a più voci. Ogni sera, infatti, si sono passati il testimone diversi predicatori, tutti pastori delle comunità che vivono all’ombra della cupola della Basilica di Santa Maria degli Angeli. Unica eccezione per l’ultima sera, dove siamo stati onorati di ospitare S. E. Mons. Giovanni D’Ercole, vescovo ausiliare de L’Aquila, che presiederà anche la preghiera di questa sera e la celebrazione eucaristica delle 11.30 domenica. I fedeli radunati dallo Spirito attorno alla Porziuncola per pregare, meditare e invocare la Vergine Immacolata, e quelli collegati via WebTV sono stati accompagnati a meditare sui vari titoli con cui la Chiesa da secoli celebra Maria Immacolata.
Abbiamo così iniziato il 29 Novembre con un titolo fortemente e strettamente legato all’esperienza che milioni di pellegrini da secoli hanno gustato in questo santuario, il perdono di Dio. P. Diodato Fasano, parroco di Passaggio di Bettona, ha guidato la contemplazione di Maria Regina e Madre della Misericordia, colei che con il suo sì ha donato al mondo la stessa Misericordia del Padre fatta carne.
Il 30 Novembre ha guidato la celebrazione P. Fabrizio Migliasso OFM, custode del Convento Porziuncola, scandagliando le profondità di un altro mistero così meravigliosamente legato alla vita di Maria: la consolazione. Attraverso la lettura di Gv 14,15-21.25-27 abbiamo contemplato l’opera del Consolatore, lo Spirito Santo, e invocato insieme la vicinanza di Colei che, come scrive San Francesco nella Lettera ai Fedeli, è “sposa dello Spirito”.
Il primo Dicembre P. Salvio De Sanctis OFM, Parroco di Costano, ha accompagnato i fedeli nel noto titolo di Maria Salute degli Infermi. Il giovane frate minore ha voluto sottolineare in particolare quanto rischioso sia confondere la “Salus”, intesa come Salvezza dell’uomo nella sua interezza, con la semplice salute fisica, specialmente in un periodo storico come il nostro legato a doppio filo col bisogno di apparire sempre in forma e scattanti e terrorizzato dalla inevitabile decadenza fisica e dalla malattia.
Il giorno successivo ci siamo messi alla scuola di Maria Maestra spirituale. P. Michele Ardò OFM, parroco di Castelnuovo e Tordandrea partendo da Mt 12,46-50, ha ricordato che Maria, e sui suoi passi San Francesco, ha vissuto la Parola che ha ascoltato e, secondo le parole di Sant’Agostino, proprio per questo è più importante per lei l’essere stata discepola che madre di Gesù.
P. Gianmarco Arrigoni OfmConv, parroco di Rivotorto, il 2 dicembre ci ha fatto rivivere la gioia invocata dal profeta Zaccaria (Zac 2,10-13) e sperimentata nello Spirito Santo da Elisabetta all’incontro con Maria incinta di Gesù (Lc 1,19-47). Maria è sì Causa della Nostra Gioia anche per noi che come Elisabetta ci rivolgiamo a lei per poter accoglie il Cristo che viene, lui che è la vera gioia di ogni uomo.
Il 4 Dicembre P. Marco Vianelli OFM, parroco di Santa Maria degli Angeli, ha voluto soffermarsi sulla nostra fede di cristiani, spesso traballante e insicura, e sul fatto che da sempre la tradizione della Chiesa ha visto in Maria Sostegno e Difesa della Nostra Fede poiché anche lei ha dovuto vivere un cammino che ha messo alla prova la sua fede davanti ai passi del Figlio.
L’ultima meditazione affidata ai parroci è stata quella del 5 dicembre di don Giuseppe Pallotta, parroco di Bastia Umbra. A lui il compito di raccogliere in unità i titoli delle sere precedenti attraverso il titolo di Maria Madre dell’Unità, utilizzando le parole del Sommo Sacerdote Caifa al processo di Gesù e dell’evangelista Giovanni (Gv 11,45-52): “Gesù doveva morire per la nazione e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi”. L’unità attorno a Cristo, nel mondo e nelle nostre comunità, seppur nella diversità è il cammino aperto da Gesù e che Maria, ne siamo certi, custodisce come vera Madre di tutti.
Ieri sera, aprendo il triduo che ci introduce nella Solennità, S.E. Mons. Giovanni D’Ercole ha allargato lo sguardo dei fedeli presenti sulla crisi contemporanea, che prima di essere crisi economica e sociale è antropologica, una crisi di speranza. Il mondo è come lo sposalizio di Cana (Gv 2,1-11): in una situazione di gioia grande, come è un matrimonio, si trova senza vino per festeggiare. Maria Madre della Speranza, unico vero modello di come e cosa dobbiamo sperare, oggi come in quell’occasione intercede per noi presso il Figlio affinché Lui, unica vera speranza dell’uomo, possa cambiare l’acqua della mestizia in una gioia vera e che profuma di eternità.
Dal beato fr. Giovanni Duns Scoto in poi pensatori, mistici, predicatori francescani hanno annunciato il mistero di Maria “Tota Pulchra” come primo ed eminente frutto della Salvezza che l’incarnazione del Figlio di Dio ha donato al mondo. Da lei ha preso la nostra carne Colui che è la Misericordia, la Consolazione, la Salute, la Parola, la Gioia, la Difesa e il Sostegno della nostra fede, l’Unità, la Speranza. Gesù. Ancora una volta contemplando la Madre ella ci ha condotto al Figlio suo, facendosi ancora e sempre più madre nostra nel cammino appena iniziato dell’Avvento.
Ad Iesum per Mariam.
Fabrizio Migliasso Giovanni D’Ercole Immacolata Concezione Marco Vianelli Michele Ardò Novena
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