Nel 2020 ricorre l'ottavo centenario della morte dei Protomartiri francescani e dell'ingresso nei frati Minori del canonico agostiniano Fernando da Lisbona assumendo il nome di Antonio. Per questo la festa del Santo di Padova acquista un significato particolare come papa Francesco evidenzia nella lettera inviata al padre Carlos Alberto Trovarelli, Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali.
Ho appreso con piacere che codesto Ordine celebra con gioia l’Ottavo centenario della vocazione francescana di Sant’Antonio di Padova. Ottocento anni fa, a Coimbra, il giovane canonico regolare agostiniano Fernando, nativo di Lisbona, appreso del martirio di cinque Francescani, uccisi a motivo della fede cristiana in Marocco il 16 gennaio di quello stesso anno, si decise a dare una svolta alla propria vita.
Lasciò la sua terra e intraprese un cammino, simbolo del proprio itinerario spirituale di conversione. Dapprima si recò in Marocco, deciso a vivere coraggiosamente il Vangelo sulle orme dei martiri Francescani là martirizzati, poi approdò in Sicilia a seguito del naufragio sulle coste dell’Italia, così come accade oggi a tanti nostri fratelli e sorelle. Dalla terra di Sicilia, il provvidenziale disegno di Dio lo spinse all’incontro con la figura di San Francesco d’Assisi sulle strade dell’Italia e della Francia. Infine, si trasferì a Padova, città che sempre sarà legata in modo particolare al suo nome e che ne custodisce il corpo.
Auspico che questa significativa ricorrenza susciti, specialmente nei Religiosi francescani e nei devoti di Sant’Antonio sparsi in tutto il mondo, il desiderio di sperimentarne la stessa santa inquietudine che lo condusse sulle strade del mondo per testimoniare, con la parola e le opere, l’amore di Dio. Il suo esempio di condivisione con le difficoltà delle famiglie, dei poveri e disagiati, come pure la sua passione per la verità e la giustizia, possano suscitare ancora oggi un generoso impegno di donazione di sé, nel segno della fraternità. Penso soprattutto ai giovani: questo Santo antico, ma così moderno e geniale nelle sue intuizioni, possa essere per le nuove generazioni un modello da seguire per rendere fecondo il cammino di ciascuno.
Mi associo spiritualmente a quanti prenderanno parte alle diverse iniziative promosse per vivere nella preghiera e nella carità questo Ottavo Centenario Antoniano. A tutti auguro di poter ripetere con Sant’Antonio: «Vedo il mio Signore!». È necessario “vedere il Signore” nel volto di ogni fratello e sorella, offrendo a tutti consolazione, speranza e possibilità di incontro con la Parola di Dio su cui ancorare la propria vita.
Con tali sentimenti, mentre chiedo di pregare per me, di cuore invio la Benedizione Apostolica alla Famiglia dei Frati Minori Conventuali e a quanti s’ispirano alla spiritualità di Sant’Antonio di Padova.
Fraternamente
Franciscus
Roma, San Giovanni in Laterano, 15 Febbraio 2020
Fonte Messaggero di Sant'Antonio
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