Nel nostro cammino di preparazione alla Pasqua oggi, domenica “laetare”, della gioia, meditiamo la parabola del Figlio prodigo, che sempre ci interpella, ancor più in Quaresima.
Forse in qualche periodo della nostra vita anche noi abbiamo cercato l’avventura, come il giovane della parabola, deviando dal cammino che Dio ci chiedeva di seguire. Dobbiamo riconoscere di esserci allontanati dalla casa paterna. Ognuno sa di aver sperperato i doni di Dio, di aver rifiutato di vivere in comunione con Lui. E’ da qui che la parola di Dio ci chiede di confrontarci con la nostra storia e ci invita a ritornare a Dio.
Ritornare per vivere. Proprio per questo, in cielo si fa tanta gioia per un peccatore che si converte. Quando il figlio arrogante partì da casa, il padre non perse la fiducia che potesse ritornare. Lo aspettò con ansia e quando lo vide, gli corse incontro.
Nell’incontro il figlio ha appena il tempo di fare la sua confessione: il Padre non ha rivincite da prendere, pensa solo al figlio ritrovato e gli dona il “vestito più bello”: quello della grazia. E si fa festa: la Pasqua di risurrezione del “figlio perduto”.
Questo è il cuore di Dio: cuore di amore senza misura. Ma noi abbiamo un cuore misericordioso? O ci comportiamo come il fratello maggiore che non accetta il rientro in famiglia di suo fratello?
La legge dell’amore paterno non segue rigide norme di giustizia umana e questo può suscitare il brontolio come il figlio maggiore della parabola: in realtà il figlio maggiore che si lamenta è un po’nascosto in tutti noi, nel nostro egoismo, nella nostra invidia, nel nostro servire Dio per motivi d’interesse, e non ci accorgiamo che non amiamo né il nostro fratello che risorge, né tantomeno Dio Padre, perché non partecipiamo alla sua gioia.
Non si può vivere di ghiande e illusioni. La parola che ci vuole è quella del figlio prodigo ravveduto: “mi alzerò e ritornerò da mio Padre!”. Ritornare per vivere, ritornare per sperimentare la vera gioia.
p. Stefano Orsi
IV Domenica di Quaresima Misericordia Padre Perdono Quaresima Riflessione Stefano Orsi
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