Il 18 ottobre, presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli, i numerosi partecipanti del 52° Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana Amici del Presepio (AIAP) hanno inaugurato il loro incontro annuale con la celebrazione eucaristica presieduta fr. Massimo Travascio, Custode della Porziuncola.
L’Associazione Italiana Amici del Presepio, che riunisce gli appassionati del Presepio di tutta Italia, è stata fondata a Roma nel 1953 per mantenere viva la tradizione del Presepio, promuovere e diffondere queste realizzazioni artistiche, favorire la conoscenza e l’amicizia tra gli appassionati dell’attività degli artigiani del Presepio.
Assisi e Greccio: il Presepio nei luoghi di Francesco
Il tema del Convegno 2024 è “Assisi e Greccio: il Presepio nei luoghi di Francesco”, e si colloca proprio nei luoghi significativi legati a San Francesco, dove ha operato nella semplicità e nella povertà, e nel periodo in cui tutta la comunità francescana ricorda e celebra nei giubilei 2023-2026 gli eventi culminanti dell’ultimo periodo della vita del Patrono dei presepisti di tutto il mondo.
Durante il convegno, i partecipanti visiteranno anche la Porziuncola, il Sacro Convento di San Francesco e Greccio.
Il presepe apre un cammino di fede
«Il presepe – ha sottolineato fr. Massimo nell’omelia – è un segno così semplice e umile, tuttavia anche uno strumento così potente! La forza del presepe è proprio quella di aprire un cammino di fede: un risveglio della coscienza, che troppo spesso è intorpidita. Il presepe nasce proprio per riportarci alla contemplazione di ciò che è alla radice della nostra vita: Gesù».
Lo sanno bene tutti i partecipanti dell’AIAP: «Nessuno meglio di voi – ha continuato fr. Massimo – che avete scelto di mettere a servizio del presepe le vostre competenze, la vostra creatività, può sapere come esso ci riconduca a un Dio che viene ad abitare in mezzo a noi».
Al termine la celebrazione il presidente dell’AIAP, Giuseppe Putto Caussono, ha donato alla Comunità della Porziuncola, nelle mani del suo Custode, un presepe artigianale, aggiungendosi all’istallazione del famoso presepe artistico “Greccio 1223” che descrive la scena di quello che si è svolto nella notte del primo presepe della storia.
Il Presepe “Greccio 1223”
«La scena rappresenta il presepe francescano – spiega Mauro Marcato ideatore e curatore delle statue, create in terracotta dipinte a freddo – con la mangiatoia centrale all'interno della grotta di Greccio. È volutamente privo dei figuranti più famosi: non ci sono quelli che rappresentano Maria e Giuseppe, ma solamente un bue e un asino davanti alla mangiatoia con il fieno e un piccolo lenzuolo bianco. Gesù è assistito e accudito proprio da San Francesco. Nella scena sono raffigurati alcuni personaggi con un anacronismo consapevole, scelti per il loro forte valore simbolico e per dare un tocco di padovanità».
I Santi Padovani: Antonio e Leopoldo
Questo presepe infatti è stato esposto per la prima volta a Padova, prima nelle Scuderie del Palazzo Moroni per la mostra del Natale 1219, e poi nel 2020 nella Cappella delle Reliquie, all'interno della Basilica del Santo: «Il lupo di Gubbio in atteggiamento di sottomissione simboleggia la riconciliazione – continua Mauro Marcato –. Vicino alla mangiatoia ci sono due santi padovani, Sant’Antonio che era contemporaneo di S. Francesco, e San Leopoldo Mandic, che è un cappuccino. San Leopoldo è un santo padovano del secolo scorso: ma in cielo non ci sono distanze di tempo, perciò li ho messi vicini».
Stupore e meraviglia
Una donna, un uomo e una bambina sono i primi a giungere alla grotta: nel viso dell'uomo si legge lo stupore, e in quello della donna la voglia di vedere e capire. «Un richiamo all'enciclica di Papa Francesco Ad Mirabile Signo del 2019 – sottolinea Mauro – dove si legge “Il mirabile segno del presepe, così caro al popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia”».
Il paesaggio di Greccio
«La scenografia si ispira naturalmente al paesaggio locale di Greccio – sottolinea l’autore della scenografia e dell’illuminazione Nicolò Celegato – con alcuni scorci che ricordano l'Umbria. Da un punto di vista scenografico è rilevante il Borgo di Greccio che si vede sulla sinistra, in secondo piano, con una ricostruzione dei suoi edifici».
E poi il richiamo al Cantico delle Creature nella realizzazione della luna, le stelle, gli alberi, eseguiti con grande realismo, con l'obiettivo di coinvolgere lo spettatore e farlo sentire partecipe della scena perfettamente in linea con lo spirito Francescano.
«Tutta la scenografia è realizzata in polistirene e schiuma poliuretanica – spiega Nicolò – . Sono materiali leggeri che però ben si prestano alla realizzazione e alla trasformazione in pietra, in roccia, in legno: utilizzando questo tipo di materiale, con le tecniche di colorazione, di pitturazione e soprattutto di illuminazione, si ha un vivace effetto realistico».
Il presepe sarà visibile nello spazio adiacente al chiostro di Santa Chiara per tutto il periodo natalizio.
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