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Omelia del Ministro provinciale nel giorno dell’Immacolata 08 Dic 2017

Cantate al Signore un canto nuovo

Omelia pronunciata dal Ministro provinciale, p. Claudio Durighetto, durante la solenne celebrazione eucaristica nella solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, tenuta nella Basilica papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola. Al termine della santa Messa, partecipata da numerosi pellegrini presenti in Basilica, il Ministro si è recato nel Chiostro del Convento per l’inaugurazione della mostra internazionale di presepi “… Un mondo di presepi …”. La mostra si potrà visitare fino al 7 gennaio 2018, giorno in cui celebriamo il Battesimo del Signore. Durante alcuni giorni, per lo più al pomeriggio, i frati con l’aiuto di diversi amici offriranno un bicchiere di the caldo a quanti visiteranno la msotra.

 

Solennità dell’Immacolata Concezione
della Beata Vergine Maria

(S. Maria degli Angeli – 8 dicembre 2017)

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.

La Chiesa ci invita alla gioia, ci esorta a far nostra oggi l’esultanza di Maria, in questa sua grande festa, a ringraziare l’Onnipotente perché in lei ha fatto davvero cose grandi e per questo ci uniamo al coro di tutte le generazioni che la proclamano beata. Siamo invitati a cantare un canto nuovo, perché oggi la creazione è come rinnovata, siamo all’inizio del mondo nuovo: compare infatti Maria come nuova Eva, principio della creazione nuova, di un’umanità nuova redenta da Cristo, liberata dall’antico giogo della schiavitù del peccato.

Questa vittoria era stata promessa fin dal principio, quando l’uomo perse l’amicizia con Dio a causa della sua prevaricazione, del pessimo uso della sua libertà, a causa della sua disobbedienza, del suo volersi autodeterminare. Così nel mondo è entrata l’inimicizia, verso Dio, verso il prossimo, verso la creazione, perfino verso se stessi. Però Dio non abbandona l’umanità, ma promette una salvezza e inizia a lavorare per questo, attraverso l’opera dei profeti e degli “amici” di Dio, cioè di quanti – come Abramo – si lasciano “rieducare” ad aver fiducia in Dio e a credere nel suo amore. Nella pienezza dei tempi il Verbo di Dio deve venire nel mondo, per operare questa salvezza, per ricomprarci a caro prezzo, per ridonarci l’immagine e somiglianza che era diventata opaca e quasi sfigurata in noi. Il Figlio di Dio deve venire perché si compia il progetto del Padre, vuole venire a coronare l’opera della creazione, offrendoci la possibilità di diventare figli in Lui Figlio, per permetterci di entrare in familiarità con Dio, chiamandolo Padre e di partecipare della stessa natura divina.

Dio ha bisogno però – per così dire – di un lembo di terra dove possa “atterrare”. Ha bisogno di una creatura – per così dire – all’altezza di Dio: cioè piccola perché umile, retta, semplice, unificata, limpida, in pace. Per questo, all’avvicinarsi della pienezza dei tempi, crea Maria, la crea esentandola dalla comune eredità dei figli di Eva, dalla condizione di inimicizia con Dio; la crea Immacolata, preservandola da ogni macchia di peccato originale: posta già da subito, come all’inizio della creazione, in amicizia con Dio. Posta anche – poiché siamo dopo la caduta – nell’inimicizia col serpente antico, col male in tutte le sue forme. Oggi festeggiamo questo mistero dell’Immacolata concezione di Maria: fin dal primo istante della sua esistenza, Maria è piena di grazia, ricolma del favore divino, in vista della divina maternità, ma salvata e redenta in anticipo, in previsione dei meriti del suo Figlio. Possiamo dire già lavata dal sangue del suo Figlio. Maria è redenta da Cristo per essere Madre di Cristo.

Nella prima Lettura abbiamo ascoltato il dialogo di Dio con i progenitori, subito dopo la caduta, il peccato. Eva ha dato ascolto al serpente, che ha insinuato in lei il dubbio sulle effettive disposizioni di Dio, sulla sua sincerità, sui suoi piani… Ora Dio dice ad Adamo: dove sei? Risposta: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto. Si è rotta l’amicizia, la fiducia, quel rapporto d’amore che contempla anche il perdono: i rabbini dicevano che Dio dice così ad Adamo perché voleva perdonarlo, ma lui invece di riconoscere il suo peccato scarica tutta la responsabilità su Eva. Vediamo così che l’alleanza tra l’uomo e la donna si incrina e viene meno la solidarietà, l’unità tra di loro. Nel libro della Genesi segue poi una escalation di conseguenze nefaste, con Caino e Abele, con la torre di Babele, fino al diluvio.

Nel Vangelo invece vediamo che già cambiano le cose. L’angelo Gabriele dice a Maria: Rallegrati, il Signore è con te. Maria, piena di grazia, sta nell’amicizia con Dio, crede nel suo amore, crede nella sua misericordia: nell’amore di Dio che si china, che soccorre, che aiuta. Maria non ha paura di Dio, non si nasconde, resta davanti a lui con santa semplicità; non le viene in mente di dare la scalata al potere, di sostituirsi a Dio, ma vuole che Dio sia Dio, vuole solo fare la sua volontà; sente che quella volontà divina non la opprime ma la libera; sente che Dio fa appello alla sua libertà, non la schiaccia, ma la innalza e la rende capace di collaborare con Lui a un piano di salvezza. Alla fine del dialogo la Vergine dà la risposta della fede: eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto. L’universo ritrova il suo punto di equilibrio, la creazione si ritrova all’improvviso di nuovo in sintonia con lo Spirito Santo… il Figlio dell’eterno Padre fa il suo ingresso nel mondo attraverso il sì di Maria, per salvare il mondo.

Maria Immacolata è la Sposa dello Spirito Santo, la nuova Eva, che rappresenta qui in germe la Chiesa, l’umanità rinnovata dalla Pasqua di Cristo nella nuova ed eterna Alleanza con Dio. Vedete quanto è grande questa festa. Grande per tutta la Chiesa, per i cristiani e per l’umanità intera.

Cantate al Signore un canto nuovo: era l’invito del salmo responsoriale. Un invito a noi, a far parte del Testamento nuovo, del Tempo nuovo, quello della grazia! Questa è la via dei santi, di san Francesco e santa Chiara; questa è la vocazione di tutti i cristiani. Siamo invitati a vivere nell’amicizia con Dio, in grazia di Dio e a diventare sempre più docili allo Spirito Santo, cioè uniti alla volontà di Dio, obbedienti, umili e grati, come Maria. Anche noi, che siamo stati lavati dal sangue di Cristo nel santo Battesimo, che abbiamo ricevuto la grazia dello Spirito Santo, vogliamo entrare sempre più nell’amicizia con Dio e nell’inimicizia col male. Del re giusto, il Salmista dice: ami la giustizia e l’empietà detesti… noi a volte amiamo la giustizia, ma forse troppo poco, forse quasi solo quando riguarda i nostri diritti o i nostri interessi, ma l’empietà non sempre la detestiamo, a volte lasciamo spazi di connivenza col male… magari piccoli passaggi, che però, se non c’è una presa di posizione decisa, tendono ad allargarsi sempre più. L’egoismo, la pigrizia, il risentimento, l’ira, l’odio, la lussuria, la menzogna, l’avarizia tendono a prendersi sempre più spazio dentro di noi, se non siamo attenti a combatterle. Cantiamo un canto nuovo, da persone rinnovate nella grazia, nell’amore di Dio e nella sua misericordia.

Chiediamo allora alla Vergine Maria di renderci come lei docili allo Spirito Santo, che ci aiuti a vivere in grazia di Dio, nell’alleanza con Lui, uniti a Cristo suo figlio e fratelli tra di noi, solleciti e premurosi gli uni verso gli altri, soprattutto verso i più piccoli, deboli e poveri.

Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie!



Claudio Durighetto Immacolata Concezione Omelia Porziuncola Presepe

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