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S. Messa nel XII anniversario del pio transito di P. Bernardino De Vita 25 Ago 2018

Tutto bontà, pazienza, umiltà e misericordia

Questa mattina, nella Basilica papale di S. Maria degli Angeli in Porziuncola e presieduta dal Ministro provinciale dei Frati Minori dell’Umbria, è stata celebrata una santa eucaristia a dodici anni dal pio transito dell’amato confratello p. Bernardino De Vita. Segue il testo integrale dell’omelia pronunciata da p. Claudio Durighetto:

Ci siamo dati appuntamento per ricordare l’indimenticabile P. Bernardino De Vita. È passato al Signore il 26 agosto, ma domani è domenica e allora abbiamo preferito anticipare. Il suo ricordo ci riempie di gratitudine verso il Signore e anche di tanta dolcezza, per aver potuto conoscere e frequentare un uomo di Dio così: tutto bontà, pazienza, umiltà e misericordia.

Innanzitutto lasciatemi dire che ci sentiamo in comunione con la comunità di Trebisacce, paese natale di P. Bernardino, che ne mantiene viva la memoria e che oggi ci segue attraverso la web tv, ma che ha anche attivato un gruppo pubblico su facebook dedicato a P. Bernardino Maria De Vita, che ha più di mille iscritti. Saluto l’amministratore del Gruppo, Vincenzo Romano, parente di P. Bernardino. Un pensiero affettuoso va anche al calabrese amico di P. Bernardino e suo ottimo biografo, Cosmo Oliva, professore di filosofia e angelano di adozione, che ci ha lasciati meno di un anno fa. Un altro pensiero carico di commozione va anche a P. Alviero Niccacci, che il Signore ha chiamato a sé tre settimane fa, compagno di studi e di ordinazione del P. Bernardino De Vita, che definiva come «un caro amico e un esempio di santità per tutti quelli che appartengono alla grande famiglia Francescana».

Si uniscono a noi in questa celebrazione anche il P. Francesco De Lazzari, che ha curato la pubblicazione degli scritti e del testamento di P. Bernardino e che proprio ieri mi ha mandato un messaggio: «P. Bernardino merita che la sua santità ordinaria con accenti straordinari venga riconosciuta e proposta…». Anche P. Vittorio Viola, il nostro confratello Vescovo di Tortona, mi ha scritto: «So che domani presiedi la Messa per P. Bernardino: mi unisco a tutti voi nel ringraziare il Signore per il grande dono del suo ministero».

Qualcuno forse, e giustamente, si chiederà di chi stiamo parlando. Parliamo di un frate minore che il Signore ha chiamato a sé all’età di 80 anni, ben 12 anni fa, con una certa fama di santità, il cui ricordo è intatto in tantissimi di noi. Lo ricordiamo qui perché pur appartenendo alla Provincia francescana di Calabria, ha esercitato presso la Porziuncola l’umile servizio di confessore per ben 28 anni, dispensatore generosissimo e misericordioso del perdono di Dio. Era molto ricercato, era braccato, potremmo dire, da uno stuolo di penitenti, frati, sacerdoti, suore, laici di tutte le estrazioni e provenienze. In lui si raccoglievano doni di sapienza e di conoscenza, capacità di scrutare i cuori e di confortarli; il tutto però su una base di semplicità e bontà che lo rendeva amabilissimo, sollecito verso tutti, tenero, gioioso e limpido.

Alla sua morte, tantissime persone si fecero presenti, tanto che fu necessario portare la salma qui in Basilica, nella cappella del Santissimo Sacramento. Ecco alcune espressioni scritte da devoti e penitenti nel libro dei commiati: «Grazie, P. Bernardino, per la luce e la pace che hai seminato nei nostri cuori; Grazie P. Bernardino per l’aiuto, la comprensione, la disponibilità che hai sempre avuto; Grazie perché ci hai voluto bene; Grazie perché attraverso di te tante volte mi ha raggiunto la misericordia e la bontà di Dio; Grazie per la tua accoglienza; Grazie, perché ci hai insegnato la misericordia…». Alcune invocazioni ricordano in particolare le iscrizioni delle catacombe: «Abbiamo un protettore in cielo; Prega per noi; Prega per noi Padre Bernardino e aiutaci sempre dal cielo; Ora dal cielo guidaci e proteggici! Ricordati di noi in Paradiso; Vienimi incontro quando sarà il mio turno; Spero ci rivedremo presto; A presto; A presto!».

A detta di chi vi partecipò, il suo funerale fu soprattutto una festa, perché un senso di eternità brillava su tutti, più forte del dolore del distacco e della morte. E dalla lettura del testamento e di altri scritti di P. Bernardino si rese manifesta la realtà di un autentico uomo di Dio, che viveva un rapporto intimo, profondo, segreto, col Signore, con la Vergine Maria, con San Francesco… un ministro fedele della Chiesa, un servo di Dio al servizio costante dei fratelli.

P. Bernardino prima che confessore è stato uomo di preghiera, un uomo che si sprofondava nella preghiera, un mistico, penso di poter dire. Pregava di notte, pregava specialmente in Porziuncola, dove restava a lungo come assorto. Ecco una sua espressione: «Mi ami e mi attorni in Porziuncola, resti con me per dolci e lunghi colloqui»… assomiglia molto all’esperienza del veggente che abbiamo ascoltato nella prima lettura: «Lo spirito mi prese e mi condusse nel cortile interno: ecco, la gloria del Signore riempiva il tempio. Mentre quell’uomo stava in piedi accanto a me, sentii che qualcuno entro il tempio mi parlava e mi diceva: “Figlio dell’uomo, questo è il luogo del mio trono e il luogo dove posano i miei piedi, dove io abiterò in mezzo ai figli d’Israele, per sempre”».

La sua vita era veramente consacrata a Dio, totalmente e radicalmente donata. Si era offerto più volte come vittima d’amore per la protezione del Papa e per l’unità della Chiesa. Il 21 marzo 1981 aveva rinnovato l’offerta di sé, specificando: «Ti raccomando – o Vergine Immacolata – in modo particolare il Santo Padre, Giovanni Paolo II, di proteggerlo e di custodirlo nel corso della sua vita. Salvalo da ogni minaccia mortale. In cambio, tu lo sai, ti offro per il Papa tutta la mia vita». Dopo due mesi, il 13 maggio scriveva: «Signore, il Santo Padre è stato attentato e ferito con arma da fuoco. Signore, perché a lui e non a me? Non ho offerto la mia vita per la sua salvezza e protezione? Gesù e Maria, vi prego con tutta la forza del mio cuore, salvatelo, guaritelo subito, perché la Santa Madre Chiesa ha urgente bisogno della sua attiva e abile presenza. Perciò, come prima, oggi e per sempre, vi ripeto ancora una volta che sono sempre pronto ad offrire con tanto amore e senza timore la mia vita per la salvezza e protezione della vita del Papa Giovanni Paolo II».

Il Vangelo di oggi ci fa riflettere invece sul ministero sacerdotale di P. Bernardino: sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei… P. Bernardino invece ha avuto come cattedra il confessionale, da dove si è fatto scriba instancabile della bontà misericordiosa del nostro Dio. Prima ancora, ha avuto come cattedra la Croce… Così dice infatti nel suo testamento: «Eletto per volontà di Dio al Sublime Dono della sofferenza e desideroso di compiere in me la Passione di Cristo, ancora una volta consacro a Lei, Madre dei dolori e di ogni consolazione, tutta la mia persona e tutte le mie pene, affinché le deponga materialmente sull’Altare del Figlio suo Diletto come umili ostie di propiziazione». P. Bernardino non legava pesanti fardelli sulle spalle dei penitenti, ma dava penitenze leggere, però per il resto ci pensava lui, offrendo sofferenze, sacrifici e mortificazioni per aiutare i suoi penitenti. E se c’è uno che davvero sapeva preferire l’ultimo posto era proprio lui: l’ultimo posto è il posto del servizio umile, è il posto dell’obbedienza leale, della mancanza di giudizio e di qualsiasi vento di vanagloria.

P. Bernardino è stato un vero Maestro e Padre e Guida, e così possiamo chiamarlo in tutta verità, perché è stato riflesso della sapienza e paternità di Dio, e pura trasparenza dei gesti di misericordia di Cristo.

Al confessionale (n. 15) o in portineria, in sacrestia o all’infermeria, o anche nella sua cella… sempre e dovunque disponibile ad ascoltare le confessioni. Ed era veramente fraterno e amabile con tutti. E se non stava confessando, stava sicuramente pregando, recitando il rosario o davanti al Santissimo Sacramento, o stava partecipando, e magari servendo, l’ennesima santa Messa.

Grazie, Signore, per il dono di P. Bernardino, per questo tuo servo buono e fedele!

Il suo esempio e la sua intercessione ci ottengano di rinnovare – come lui stesso chiedeva ad ogni confessione – i propositi migliori e la forza per portarli a compimento.



Anniversario Basilica di Santa Maria degli Angeli Bernardino De Vita Claudio Durighetto Omelia

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