Raimondo Lullo nasce a Palma di Maiorca (ca. 1232) nel periodo successivo alla dominazione araba in Spagna. Conduce la sua vita nello scrivere poemi e canzoni per le sue amanti, fino a quando non gli appare Cristo, circostanza che determina la sua conversione. Da questo momento si dedica esclusivamente all’amore per Dio. La sua è un’esistenza lunga e trepidante che può essere conosciuta mediante la Vita coetanea, una biografia composta da un discepolo del Lullo. Fino all’età di trent’anni vive alla corte del re che gli dona l’onorificenza di siniscalco. In versi celebra l’amore cortese. Si lascia sedurre da questo genere di attrazione per tutta la giovinezza che ovviamente influenza tutta la sua produzione letteraria. Questa esistenza stravagante e dissoluta ha termine grazie ad un avvenimento fondamentale per Raimondo: l’apparizione di Cristo crocifisso che si ripete per cinque volte.
Da questo evento si sviluppa la sua conversione e il suo amore ha adesso un nuovo orientamento verso il Signore. É ora Gesù colui che ama e serve sopra ogni altra realtà. Questi fatti accadono nel giugno 1261, segue una terribile lotta interiore. Dopo aver ascoltato un’omelia su san Francesco, proprio nel giorno della festa liturgica del santo, decide di vendere i suoi beni, permettendosi solo lo stretto necessario, e di dedicarsi ai pellegrinaggi. Comprende che per diffondere l’amore e la verità appena riconosciute è importante una solida preparazione. Si reca a studiare a Parigi e poi a Mallorca per apprendere la lingua araba. Approfondisce la conoscenza delle fonti cristiane, giudaiche e islamiche. Volentieri si dedica alla quieta contemplazione delle realtà divine. In seguito dà vita ad un’ampia produzione letteraria con la stesura del Llibre del gentil, del Llibre de contemplaciò, una vera e propria enciclopedia di teologia spirituale, dell’opera filosofica Art abreuviada d’atrobar, dell’Art demostrativa, del Llibre de Evast e Blanquerna, del Llibre de meravelles, dell’Art amativa e dell’Ars generalis ultima (Cf. L. IRIARTE - L. TEMPERINI - D. MANCINI, Raimondo Lullo, in Mistici Francescani II, 254-255).
Desidera compiere un importante apostolato presso i musulmani perché aderiscano al cristianesimo. Fonda il Collegio delle lingue. Entra nel Terz’Ordine francescano e si dedica al dialogo con l’islam. Il suo carattere conciliante gli consente ragguardevoli successi. Valorizza molto il valore della grazia nella conversione dell’uomo. Promuove dovunque l’attività missionaria e per questo gira mezza Europa e partecipa sovente ai capitoli generali dei Domenicani e dei Francescani. É suo intento quello di disputare con gli islamici perché essi abbraccino il cristianesimo. Ciò lo espone all’incertezza del risultato e alla derisione dei confratelli. Nel 1272 ha una illuminazione mistica in cui vede il mondo e i suoi elementi paragonati agli attributi di Dio. La sua opera più famosa è Il libro dell’amante e dell’Amato, nel quale l’uomo si pone in un singolare viaggio alla ricerca dell’Altissimo. Nel 1314 è a Tunisi e qui scrive quindici opere, una delle quali è il De Deo et mundo. Questo testo riscuote un successo davvero grande nella letteratura cristiana medievale. Lullo è conosciuto e venerato come Doctor illuminatus. Muore nel 1316.
É un personaggio poliedrico e dalla carica interiore irrefrenabile che dona un significativo contributo all’evangelizzazione dei popoli che non sono cristiani ed allo sviluppo della dimensione contemplativo-mistica che espone in termini scientifici, ma anche con il fare di colui che profondamente ama Cristo, realizzando una meravigliosa sintesi tra aspetto intellettuale ed affettivo. Dal brano che segue possiamo avere uno spaccato del fervore e della tensione mistica di Raimondo Lullo: «L’Amore cercava il suo Amato, e incontrò un uomo che moriva senza amore. E disse che era grande il castigo per colui che moriva d’una morte senza amore. Chiese dunque all’uomo che stava morendo: “Perché muori senza amore?” Rispose: «Perché senza amore sono vissuto”. L’Amato rispose che nella creatura l’amore è l’albero, l’amare il frutto, e tribolazioni e desideri sono fiori e le foglie; e in Dio l’amore e l’amare sono una sola cosa, senza tribolazioni né desideri. Un giorno l’Amico meditava sul grande amore che aveva per il suo Amato, e sulle grandi tribolazioni e pericoli che aveva a lungo sofferto per amor suo; e pensò che la sua ricompensa sarebbe stata grande. Mentre così meditava, l’Amico ricordò che il suo Amato l’aveva ricompensato innamorandolo delle sue sembianze, e dandogli pensieri e pene per amor suo» (RAIMONDO LULLO, Il Libro dell’Amico e dell’Amato, 85-86.174).
Raimondo Lullo non ha perso la sua attualità! Anche oggi continua a donare a tutta la Chiesa e al mondo francescano importanti insegnamenti circa l’importanza della comunione con Dio e del dialogo con quanti professano altre religioni. La preziosità di questo personaggio è molto evidente e con gioia la proponiamo al lettore.
di Raffaele Di Muro
dal n. 98 di San Bonaventura informa
OFS Raffaele Di Muro Raimondo Lullo San Bonaventura informa Santità
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